lunedì, 23 Dicembre 2024
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Professione musicista: focus su un lavoro oltre l’hobby e la passione

Quando da piccolo mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande, la mia risposta era ogni volta la stessa: il musicista! La musica per me ha avuto sempre un profondo significato sia in termini di accrescimento formativo che di relazioni interpersonali.

La musica avvolge in una dimensione che unisce, che gratifica, che rivela e che sicuramente aiuta a comprendere tante emozioni interiori. Chi sceglie di fare il musicista, oggi, non si avvia sicuramente in una strada facile. Spesso, quando ti presenti ad estranei poco importa se ti occupi di musica classica o leggera, che tu sia un compositore, un turnista o un componente dell’Orchestra del Teatro Massimo o dell’Orchestra Jazz Siciliana, la domanda è sempre la stessa: “Sì, ma di lavoro che fai?”.

Un dato concreto è che il mestiere del musicista è costantemente svilito, al punto da venire spesso considerato un hobby, un capriccio da sviluppare durante il proprio tempo libero. In realtà, chi è un musicista sa quanti anni necessitano in termini di studio, di sacrifici, di costi per la strumentazione, nonchè per il percorso di apprendimento.

Questa estate ho avuto modo di conoscere e fare lezione con un grande musicista internazionale quale è Mark Sherman.

Sherman, per intenderci, è vibrafonista jazz, pianista, batterista, produttore, arrangiatore, autore e percussionista classico. Durante una lunga chiacchierata, mi ha raccontato la sua vita e come, sin da piccolo, grazie a sua madre in particolare, si è approcciato al mondo della musica. Una vita piena di studio costante la sua, senza mai fermarsi, ed ancora oggi, ogni giorno studia e prova per ore intere, senza mai interrompere, nonostante sia oramai un affermato artista e docente presso la Julliard School.

Lo stesso approccio al mondo della musica lo ha anche un altro grande artista del panorama musicale mondiale: Billy Cobham. Il “re delle bacchette”, la leggenda del jazz. Durante una cena a Londra, allora avevo appena 9 anni, proprio lui mi portò davanti una batteria, mi fece provare qualche battuta e mi disse “se vuoi diventare un vero musicista devi studiare, sempre, senza mai fermarti. Così potrai emozionare chi ti ascolta”. E dopo quasi dieci anni, il “Signore dei tamburi”, durante una sua Masterclass al Real Teatro Santa Cecilia, dove si è esibito di recente per la Fondazione the Brass Group, mi ha ripetuto le stesse cose: “non si smette mai di imparare se vuoi essere un bravo musicista. Io continuo a studiare sempre”.

Oggi, essere un musicista, è un grande privilegio, lo dimostrano anche i numeri degli iscritti ai conservatori che sono 76mila, con una crescita media dal biennio 2010-11 del 7% annuale e un aumento del 60% dei diplomati rispetto a otto anni fa.

La musica è un mestiere, e bisogna sempre ricordarlo e difendere questo concetto. Ricordiamo, inoltre, che la musica aveva un posto principe per i greci antichi e, per Platone in particolare, essa era definita come filosofia suprema, perchè esprimeva ciò che le sole parole non potevano fare. Ed ancora più profondamente la musica è una cura per l’anima, come Platone sostiene nel Timeo. Per tale motivo le riflessioni sul “piacere” prodotto dalla musica per l’orecchio umano sono state oggetto di riflessioni di molti filosofi antichi come anche Aristotele, e sono spesso connesse con la funzione etica ed educativa che l’antica cultura greca attribuiva all’arte musicale.

Nel mondo antico alla musica veniva attribuito anche un forte potere nel muovere e plasmare l’animo umano: di qui la centralità del suo valore educativo, evidente sin dalle testimonianze più antiche, basta pensare alla metafora secondo cui il poeta-musico è descritto come un’ape che distilla il suo “dolce” miele, cioè le sue soavi melodie, e Platone, nel suo famoso passo della Repubblica, afferma la capacità dell’arte musicale di rappresentare qualità morali o condizioni dell’anima attraverso parole, ritmi e melodie, comprese le strutture musicali ritenute appropriate dal punto di vista educativo.

Pertanto, mi piace affermare quanto la musica, ed essere musicista, sia una salutare e produttiva fonte di guadagno, sicuramente non semplice da ottenere, ma piena di grandi soddisfazioni perchè espressione pura della propria essenza creativa e diletto per chi ti ascolta.

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