Tre anni fa ho trattato lo stesso argomento, ecco la ragione per la quale ho dato il titolo “Prevaricazione 2.0”. In tre anni è cambiato nulla? Ci sono delle nuove in tal senso?
Conoscete la frase: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” oppure la rivisitazione: “Tutto cambia per non cambiare nulla”?
E infatti, purtroppo, non è cambiato nulla anzi, posso affermare senza ombra di dubbio che, le cose sono peggiorate. Ma cominciamo a fare una riflessione sulla tematica relativa alla prevaricazione. Ritengo che la prevaricazione, ossia l’abuso di potere, l’arroganza e il non rispetto, non hanno tempo e neppure spazio. Sono sicuro che, ognuno di noi, ha vissuto almeno una volta nella della vita questa circostanza, chi in modo lieve chi in modo tale da portarne per sempre i segni.
Perché nel nostro percorso si verificano queste situazioni?
A mio avviso il tutto va ricondotto alla perfidia umana.
L’uomo non nasce perfido ma lo diventa, anche se in alcuni casi, la perfidia è insita nel dna. Sta lì in letargo, aspettando di mostrarsi. Sono vari i casi in cui la perfidia, mostra il suo vero volto.
“Sono il tuo superiore, ti posso imporre il mio volere e tu devi fare o subire, quello che dico, anche contro la tua volontà, perché tu non sei nessuno”. Questo potrebbe essere uno dei tanti esempi. Questa persona, che indossa l’abito del maligno, ponendosi su un piano superiore, può essere definito un essere indegno.
Mi chiedo se solo nel mondo del lavoro ci sono le sopraffazioni? In prevalenza credo di si, anche se talvolta, nell’ambito familiare, si possono verificare casi simili. A volte le imposizioni si manifestano con dei comandi tipici: “non fare questo”, “non fare quello”, “devi venire con noi”, “questo non va bene”, “quest’altro neanche”. Le imposizioni sono frutto della mentalità di genitori troppo possessivi? Può darsi, ma spesso e volentieri, i rimproveri o le imposizioni dei genitori, sono per il nostro bene, a meno che non c’è del marcio, nei rapporti genitori figli!
Altro fenomeno inquietante di prevaricazione è il bullismo, forma subdola di imposizione giovanile, dove le parti sono ben distinte. Da un lato abbiamo la figura di chi esercita il sopruso, quasi sempre un qualcuno che si crede superiore, e dall’altro chi lo subisce. Nelle prevaricazioni avviene sempre così. Talvolta si formano i branchi, in quanto nel singolo la prepotenza attecchisce raramente. Il gruppo fortifica i componenti e infonde coraggio, sempre se di coraggio si possa parlare.
Tornando al mondo del lavoro, credo che le maggiori prevaricazioni avvengono proprio in questo contesto. Il capo che mortifica il proprio sottoposto, anche senza un motivo apparente, a mio avviso, assume questo comportamento, solo per il gusto di rimarcare e affermare, il potere di comando. La “vittima” deve essere mortificata, umiliata, deve solo ubbidire, anche contro la logica e la propria volontà. Non è facile addivenire ad una spiegazione. Frustrazione sicuramente da parte dei capi. Sono sicuro che a casa loro, sempre che abbiano una casa, non nutrono di alcuna considerazione da parte dei familiari, anzi probabilmente le vittime dei soprusi sono proprio loro. Si tratta forse di un senso di rivincita e/o riscatto?
Da lupi in ufficio, diventano agnellini sacrificali a casa.
La vessazione ed i soprusi più subdoli, sono quelli a sfondo sessuale e non è detto che al giorno d’oggi siano solo le donne a subirli. Purtroppo il fenomeno è più diffuso di quanto si possa immaginare.
Nel mio percorso di vita, ho subito vessazioni e soprusi che lo hanno seriamente intaccato. “Devi reagire”, “devi prendere le pillole di minnifuttu”, dicono gli amici e i familiari. Pur apprezzando il loro gesto solidale, ritengo che a parole è facile, ma ognuno di noi ha la sua dignità e il suo modo di essere, il suo carattere. Non tutti riusciamo a reagire allo stesso modo e con eguale intensità. Questi danni chi lì paga? Qualcuno ha il coraggio di denunciare, molti non lo fanno per svariati motivi. Tra i motivi, il paventato peggioramento della propria situazione, o la scelta di mettere una pietra sopra ed andare avanti cercando di dimenticare. Ritengo comunque che, chi denuncia, è molto coraggioso, ovvero incosciente, in quanto ha la consapevolezza che non arriverà al ripristino di una situazione di normalità, con il riconoscimento dei torti subiti. E allora che fare?
Sinceramente non saprei. Una cosa è certa, si deve necessariamente reagire in maniera intelligente. La vendetta è dietro l’angolo, basta aspettare… prima o dopo cadranno dai loro piedistalli.
A questo punto, calza a pennello un aforisma cinese: “siediti in riva al fiume e vedrai passare il cadavere del tuo nemico”. Succederà mao? Chi sa… chi lo sao. Speriamo bene. Ahahahahah