mercoledì, 20 Novembre 2024
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Presentazione del libro di Nino Sandullo su Filippo Bentivegna

All'Auditorium Rai di Palermo si presenta il libro del medico Nino Sandullo sul 'pazzo di Sciacca', Filippo Bentivegna, eclettico scultore di Art Brut

Tra scultura, leggenda e storia, venerdì 12 gennaio, alle 18, nel prestigioso Auditorium Rai di Palermo, in Viale Strasburgo, si terrà la presentazione del libro di Nino Sandullo medico e scrittore di Sciacca, dal titolo “Filippo Bentivegna – Tra Savantismo e Neuroestetica. Irregolarità e Normalità” (edito Melqart Communication). Dialogheranno con l’autore, Margherita Ingoglia, giornalista e blogger; Filippo Brighina, neurologo; Franco Lo Bue, saggista.

Il libro approfondisce l’aspetto poco dibattuto della vita dello scultore di teste, quello clinico. Nel suo saggio, Sandullo scava nella storia medica del Bentivegna e ne studia la patografia e gli elementi che aiuterebbero a spiegarne le opere e gli atteggiamenti bizzarri dell’eccentrico scultore di Art Brut.
Già nel titolo del libro vengono introdotte le scienze dello studio clinico condotto dal Sandullo, la neuroestetica e il savantismo, che screditerebbero la diagnosi che, per anni, ha definito il Bentivegna un folle; sarebbe dovuto ad un trauma, secondo l’analisi ipotizzate dall’autore, ad aver provocato, nell’artista saccense, quello che in seguito verrà definita arte e genio.

<<Gli idiot savant – o idioti sapienti studiati dal savantismo –  afferma Sandullo – sono i soggetti che geneticamente, o in seguito ad un trauma, hanno un’alterazione della corteccia celebrare. Questo danno – continua l’autore – determina una inattivazione di alcune aree celebrali e l’iperfunzioni di altre. Il danno a livello anteriore, lo stesso che penso possa aver subito Bentivegna, fa venire meno il freno inibitorio sulle aree posteriori che sono quelle deputate alla visione e all’immaginazione. Questo determina un aumento della creatività>>.

Filippo Bentivegna morì all’età di 79 anni il 1º marzo del 1967 e, per molti anni, il suo lavoro, rimase in abbandono; molte opere, lasciate incustodite, furono distrutte, perdute o oggetto di sciacallaggio. Le opere del Bentivegna furono rivalutate nel 1968 quando arrivò a Sciacca un collaboratore di  Jean Dubuffett, artista e teorico dell’Art Brut che voleva constatare di presenza la reale portata dell’arte primitiva del “pazzo di Sciacca”. Contattati i parenti, riuscì a visitare il Giardino Incantato, dove ancora oggi si trovano numerose opere dello scultore, riuscendo anche ad ottenere le “teste” realizzate del Bentivegna da portare a Dubuffet, il quale le inserì nella sua collezione. Oggi, quelle stesse teste sono esposte al Museo dell’Art Brut di Losanna, istituito in memoria di Dubuffet.

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