Si svolgeranno, dal 24 al 28 ottobre prossimi, le cinque Giornate biennali internazionali del Progetto Amazzone dal tema “Il corpo in fuga. Cultura e cancro”, che saranno anche occasione per dialogare sulla patologia del tumore al seno e sulla cultura multidisciplinare, con figure di rilievo internazionale, e con uno sguardo al teatro attraverso un nuovo spettacolo della drammaturga Lina Prosa, dedicato al tema dell’accoglienza, e realizzato in collaborazione con l’associazione Arlenika onlus.
Una edizione di “resistenza e amore”, come l’hanno definita Anna Barbera e Lina Prosa, che, attraverso l’arte e il teatro, intende favorire il dialogo e l’incontro tra il mondo scientifico-medico con i cittadini e non esclusivamente con i pazienti: il teatro diventa così il mezzo più efficace per affermare i diritti dell’uomo contro ogni forma di oppressione e violenza sistematica.
Il progetto, presentato ieri pomeriggio al Centro Amazzone di Palermo, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dell’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano, del comandante dei Vigili Urbani, Gabriele Marchese, di Anna Barbera e Lina Prosa, entrambe direttrici del progetto, della direttrice del Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” Francesca Spatafora e, fra i partner dell’iniziativa, Biagio Agostara, responsabile scientifico del centro Amazzone. In occasione della conferenza, è stato anche inaugurato il nuovo MigraTeatro all’interno degli spazi del Centro.
«Nel cuore di Lina e Anna, dal 1996 (anno in cui prese vita il Progetto Amazzone), – ha affermato Leoluca Orlando – il concetto di cultura si declina al plurale e non al singolare. Il loro progetto, all’inizio, sembrava una follia perché metteva insieme la scienza medica, la cultura artistica, in particolare quella teatrale, e la cultura dei diritti e, oggi, possiamo considerare quella follia, una profezia che si avvera».
E proprio da quel cuore, nacque l’intuizione di Anna e Lina che nel 1996 seppero trasformare il dolore della malattia, la sofferenza e il dramma in una lotta combattuta attraverso la celebrazione della vita: quella vita che è arte e stupore e che, attraverso l’ascolto e l’accoglienza può tornare a rifiorire.
Ma perché il titolo Il corpo in fuga. Cultura e cancro? Così come nella cultura greca, il corpo era fulcro sacro dell’essenza umana, quel corpo, oggi, assume una connotazione diversa da quella celebrativa ed eroica e diventa veicolo di storie di vita, di esperienze, nonché manifestazione tangibile di fenomeni umani e culturali in “fuga”.
Fuga da un dolore, da una malattia, da un luogo che non ci appartiene più, da percezioni errate di sé stessi che rendono l’uomo, sia esso migrante, paziente, soggetto fragile o diverso, semplicemente un essere umano.
Da qui nasce l’idea dello spettacolo “Supplice per bianco tormento“, primo evento del calendario delle cinque giornate che si svolgerà all’interno del MigraTeatro nella sede del Centro Amazzone in via dello Spirito Santo al Capo, ispirato dalle “Supplici” di Eschilo le cui vicende narrano della fuga di 50 donne da un matrimonio imposto per ragioni di convenienza politica e arrivano ad Argo chiedendo accoglienza al re, ma vengono rifiutate da quest’ultimo e costrette a muoversi “altrove”, spinte da un desiderio continuo alla follia, alla ricerca dell’amore.
Sulla linea di Eschilo, giovedì 25 ottobre, alle 12, verrà presentato, a Palazzo Monte dei Pegni-Sede della Banca Carige in piazza Monte di Pietà, il progetto “Dona una parola“: 50 donne insieme, parleranno di famiglia, diritti umani, politica per dire la loro sui temi di attualità. Al progetto hanno già aderito l’attrice Maria Grazia Cucinotta, la scrittrice Giuseppina Torregrossa, la scienziata Anna Grassellino, la pallanuotista Giusi Malato e Delfina Nunes, ex presidente della Consulta delle Culture.
L’ingresso allo spettacolo “Supplice per bianco tormento” ha un costo di 10 euro, tutti gli altri appuntamenti sono ad ingresso gratuito e uno su prenotazione. (Scarica il programma completo – ARK.18.-Canc-progr-c_270)