Parte da sabato 27 agosto nell’Area Archeologica di Solunto (Palermo) il tour siciliano di PerSéFone.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia dell’Arpa, mette in scena la drammaturgia dell’autore greco Ghiannis Ritsos, contaminando il testo con altri autori come Omero, Cicerone, Diodoro Siculo, Ovidio, Claudiano e le poesie da Averno della poetessa statunitense Louise Elisabeth Glück.
Il monologo è interpretato dall’attrice ennese Elisa Di Dio, mentre la voce e i movimenti sono di Cristina Di Mattia. La regia è firmata da Filippa Ilardo.
Il disegno luci dello spettacolo è studiato da Renzo di Chio, mentre di Luca Manuli sono le scene e i costumi.
Dopo la tappa di Troina lo scorso luglio, lo spettacolo completerà il suo giro il 28 agosto presso Terme Arabe di Cifalà Diana (Palermo) per il circuito Teatri di Pietra Sicilia 2022, l’8 settembre alla Villa Romana di Patti (Messina) e il 10 settembre a Giardini Naxos (Messina), per la rassegna Interpretare l’antico presso il Teatro della Nike per il circuito Latitudini.
PerSéFone è la nuova produzione della Compagnia dell’Arpa che ha debuttato nel 2021, nell’area archeologica sacra alla dea Cerere di Enna.
Sulla scena Elisa Di Dio e Cristina di Mattia, un’attrice e una danzatrice che ridanno vita al mito della fanciulla sottratta con la forza alla madre, la dea Demetra, dal signore degli inferi, divenuta sposa del dio con l’inganno.
Demetra, folle di dolore, inaridisce i campi e reclama la restituzione della figlia al fratello Zeus, complice del rapimento. La dea riuscirà a fare tornare la figlia sulla terra, ma solo per sei mesi all’anno. I greci spiegavano così il ciclo delle stagioni, a suggellare la protezione della dea madre sulle attività agricole: ma, oltre la dimensione esoterica, un significato misterico presiede alla narrazione del viaggio della fanciulla su e giù dagli Inferi. Questa dimensione veniva celebrata dai misteri eleusini e riservata a un ristretto gruppo di iniziati. Il mito vive fra le terre di Enna e la Grecia consacrando il legame profondo esistente fra aree diverse della enclave mediterranea.
Persefone
È una donna di età indefinita, rimasta fanciulla solo nella memoria. È una creatura che ha attraversato la soglia dell’indicibile e una serie infinita di metamorfosi e ridefinizioni di sé: Il mondo dei morti, l’infanzia, la trasformazione del suo corpo, il desiderio e la violenza.
È una donna che ha una pallida memoria del suo essere stata dea e che, contrariamente a quanto narra il mito, è attratta dal desiderio maschile: lo zio, poi il servo che forse la violenta, o forse no e che la costringe a vivere in un luogo lontano dal mare della sua infanzia.
PERSEFONE racconta a Ciane i turbamenti. È una riflessione la sua, sulla consapevolezza progressiva della complessità delle azioni e dei pensieri umani, di quanto sfumati siano i concetti di bene e male.
PERSEFONE odia la luce, ama l’ombra, il via vai di corpi che giunge nella sua casa. È ambigua, sfuggente, divina, profondamente umana nel perdono e nelle scelte.