Un 23 maggio importante, quello ci si appresta a commemorare, dal momento che saranno passati 25 anni dalla strage che strappò agli affetti più cari ma anche a un’intera nazione Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i tre gli agenti della scorta del magistrato, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Un anniversario, quindi, nel quale dare meno spazio alle parole e più ai fatti, dimostrando che la legalità può e deve essere concreta.
Questo faranno il Gruppo di Iniziativa Territoriale (GIT) Sicilia Ovest di Banca Etica ed Etica SGR, in collaborazione con l’associazione Libera e il Movimento SlotMob che, grazie anche alla partecipazione del coworking/ristorante Moltivolti e del Bistrot Bisso, entrambi realtà operanti nel centro storico di Palermo, consegneranno due targhe ad Agata Di Maria e Floriana Maraventano, titolari rispettivamente della Caffetteria Di Maria e del Bar di Casa Professa, quale premio per avere scelto di non istallare nei propri locali slot machine.
Un’iniziativa che fa parte del progetto “Meno slot più spazio per le persone…” al quale ha aderito per primo il Caffè del Cassaro, aprendo la strada a un percorso di vera e concreta legalità.
«È la dimostrazione che si può fare la differenza – afferma Steni Di Piazza, referente per il Sud di Etica Sgr – mettendo in rete tante realtà. Il fenomeno del gioco d’azzardo è un sistema che di fatto porta le persone, adulti ma anche giovani, a puntare somme di denaro nella speranza di poter vincere. Cosa che, però, non accade mai. Abbiamo, quindi, voluto prestare particolare attenzione al problema e due anni fa abbiamo fatto partire questo progetto con Lucio Gionti, del Caffè del Cassaro, di fronte alla Cattedrale, che per scelta etica non ha voluto mettere alcuna macchinetta. Oggi ci sono altri due esercizi commerciali, due bar di Ballarò, che stanno seguendo il suo esempio. Sono gestiti da donne, il che dà ancora più valore al loro gesto. Accanto a loro c’è una banca come la mia, Banca Etica, che custodisce i soldi di quei risparmiatori che le chiedono di non prestarsi a tutto questo. Ci sono, poi, organizzazioni come Libera, l’Arci, Moltivolti, ma anche e soprattutto tantissime scuole. La società civile sta, dunque, premiando chi ha preso una decisione importante, coraggiosa perché sacrifica parte del proprio guadagno per dare l’esempio. Ecco perché martedì 23 maggio andremo a fare colazione quanti più possibile in entrambi i bar per dimostrare che scelte di campo come queste alla fine rendono merito a chi le fa ».
Un esempio da condividere e fare diventare contagioso.
«Quello che mi interessa è fare stare bene chi entra nel mio bar – spiega Agata Di Maria, dell’omonima Caffetteria di Ballarò – invece di stare a giocare con queste macchinette infernali che non portano a nulla. Sono felice di quello che sta accadendo e mi auguro che martedì venga tanta gente a conoscere il mio locale, magari decidendo di ritornare per trascorrere qualche ora in pieno relax»..
Iniziativa alla quale Libera ha dato la propria adesione sin da subito.
«Noi abbiamo da sempre cuore il tema del gioco d’azzardo – si inserisce Girolamo Di Giovanni, Libera Palermo -. Dobbiamo, infatti, ricordare che la nuova mafia non è solo quella che vende droga, ma quella che cerca ogni occasione per lavare i soldi sporchi. La nuova mafia apre ristoranti, alberghi, attività legali attraverso cui gestisce l’illegale. Non alimentare operazioni di questo genere, alla lunga tagliano le gambe alle mafie, che proprio dal gioco d’azzardo hanno un giro d’affari totale di 95 miliardi. E anche il modo di dimostrare che in questa terra siamo diversi da come ci descrivono».
“Meno slot più spazio per le persone…” è, dunque, un’iniziativa di mobilitazione per il buon gioco, contro le nuove povertà e la dipendenza dal gioco d’azzardo. I bar che decidono di non istallare slot machine o decidono di rimuoverle, rinunciando ad alti profitti generati dalle infernali macchinette, contribuiscono a non aumentare le fonti di gioco d’azzardo, sempre più presenti nelle nostre città, che possono scatenare dipendenze da gioco patologico e produrre un grave disagio sociale. In Italia, infatti, sono più di 900mila le persone dipendenti dal gioco d’azzardo all’interno di un’area di quasi due milioni di giocatrici/tori a rischio patologico. Un altro dato preoccupante è che la dipendenza si manifesta nelle fasce della popolazione più “debole” per età, giovani e anziani, come pure per condizioni psico-sociali particolari come la disoccupazione o l’inoccupazione.
Stare vicino a chi, come questi imprenditori palermitani hanno deciso di dire no alle slot machine, è importante per tutti. Così com’è importante presentarsi all’appuntamento, alle 8.30 di martedì 23 maggio, davanti al Bistrot Bisso, ai Quattro Canti. Insieme ai cittadini e a quanti parteciperanno, ma anche con gli studenti coinvolti – molti dei quali hanno partecipato alla presentazione dell’iniziativa da Moltivolti – prenderà vita una passeggiata in quel pezzo di centro storico attorno allo splendido mercato di Ballarò, raggiungendo la Caffetteria Di Maria e il Bar Casa Professa dove, dopo la consegna dei riconoscimenti alle due esercenti, si farà colazione e ci si fermerà con alcuni giochi da tavolo. Curare il “cattivo gioco”, isolazionista e individuale, con giochi di società, infatti, è sempre un bene di comunità e uno scambio di “beni relazionali” tra giovani, tra giovani e adulte/i, tra adulte/i.
I riconoscimenti saranno consegnati da alcuni studenti degli Istituti Superiori di Palermo “Einaudi-Pareto”, “Duca degli Abruzzi-Libero Grassi”, “Francesco Ferrara” che, insieme al GIT di Banca Etica e alle associazioni che aderiscono alla Rete cittadina “No al gioco d’azzardo”, hanno anche partecipato ad alcuni incontri informativi sul complesso fenomeno del gioco d’azzardo; degli istituti “Regina Margherita” e Vittorio Emanuele II”, che hanno la sede nella zona del mercato di Ballarò e di Casa Professa, insieme a una delegazione di studenti fra i mille che, con la nave della legalità, arriveranno a Palermo da tutte le parti d’Italia in occasione del 25° anniversario della strage di Capaci.
«Desideriamo che sia qualcosa che contamini – dice in conclusione Stella Amato, coordinatrice dei soci Sicilia Occidentale di Banca Etica – dimostrando che le cose possono cambiare. La cosa bella è che in questo caso siamo davanti a due imprenditrici e questo sfata l’idea che si ha delle donne che, in quartieri difficili come questo, fanno scelte di campo lontane anni luce dal concetto di legalità. Siamo contenti di sentire attorno a noi tanta solidarietà e condivisione di questo percorso che speriamo ci porti il più lontano possibile».
La partecipazione all’iniziativa è aperta a tutte/i le/gli studenti, cittadine e cittadini, associazioni culturali e di promozione sociale, particolarmente sensibili ai temi della legalità, dei diritti, della solidarietà sociale, della cittadinanza attiva, della promozione di corretti stili di vita. Un’occasione per fare ancora di più rete e andare via via aumentando il numero di bar, tabacchi ed esercizi commerciali che vogliono dire no alle slot machine.