Oggi circa diecimila lavoratori, si sono ritrovati sulla spianata di Portella della Ginestra per la manifestazione organizzata dai sindacati CGIL, CISL e UIL. I segretari dei confederali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno deposto una corona di fiori al cimitero di Piana degli Albanesi.
“Non siamo qui per festeggiare ma per ricordare e fare ripartire il paese” hanno detto Camusso, Furlan e Barbagallo, così la parola d’ordine della manifestazione è stata “Lavoro”.
“Lavoro come necessità, lavoro che manca, lavoro di qualità, lavoro come risposta ai giovani, che altrimenti sono costretti a fare le valigie“, ha ricordato solo ieri Camusso e oggi ha detto “Dalla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale devono arrivare le risposte per far ripartire l’economia”. La Camusso, facendo proprie le preoccupazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla disoccupazione, ha esortato a:“immaginare delle politiche per rilanciare il lavoro, per dare una risposta alla disoccupazione, in particolare alla disoccupazione giovanile”.
Per Furlan (Cisl): “Ripartiamo da qui contro la crisi. Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla crisi è che o tutto il paese riparte, iniziando proprio dal sud, oppure non supereremo mai la crisi“.
Per Barbagallo (Uil): “Legalità e lavoro, le nostre radici e il nostro futuro. Dobbiamo fare di più affinché i giovani non vadano via dalla nostra terra. Bisogna far ripartire l’economia dal mezzogiorno e puntare sulla sicurezza sul lavoro”.
“Secondo i dati Inail – ha dichiarato Franco Bettoni dell’Anmil – Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del lavoro –, nel 2017 la situazione è peggiorata dal punto di vista degli incidenti e delle morti sul lavoro. E’ necessario che venga effettuato un controllo reale sulla sicurezza del lavoro. Bisogna effettuare una campagna di sensibilizzazione sui temi della salute e della sicurezza sul lavoro che parta proprio dalle scuole”.
La presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi, a margine della manifestazione, ha dichiarato: “Lavoro giustizia e verità tornano dopo 70 anni, perché non è ancora stata fatta verità”. “Una verità è stata chiarita: a Portella sparò il bandito Salvatore Giuliano – ha proseguito Bindi -. Chi armò le sue mani fu la mafia e la capacità di creare complicità con i poteri politici ed economici dell’epoca. Oggi la mafia continua a essere contro il riscatto dei lavoratori e contro qualunque forma di emancipazione e continua a inquinare la qualità della vita democratica”.
Presenti alla manifestazione, i gonfaloni della Città di Palermo e della Città metropolitana, accompagnati dal Sindaco Leoluca Orlando e dalla Polizia Municipale. “La nostra presenza qui oggi – ha detto Leoluca Orlando – con tantissimi sindaci della provincia di Palermo e migliaia di cittadini accanto alle organizzazioni sindacali è la testimonianza del fatto che a 70 anni di distanza, non si è placata la necessità di lottare per l’affermazione dei diritti e della legalità, che restano inscindibili. A 70 anni da quella strage che tanto ha segnato la storia del nostro paese, non possiamo che richiamare il valore morale e politico della nostra Carta costituzionale che lega in modo forte l’affermazione dei diritti di tutti al diritto al lavoro, che deve restare la priorità di tutti, perché strumento basilare per garantire dignità“.
Le foto sono state concesse da Giovanni Gorgone – Rsu Fistel Cisl