Chi intende divorziare, dovrà aspettare solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e vedrà così ridotti i tempi, per ottenere il divorzio dopo la separazione, dai tre anni a un anno e se la separazione è consensuale, basterà aspettare solo 6 mesi.
Era il 18 dicembre 1970, quando la legge sul divorzio, senza non poche polemiche, entrò in vigore. Polemiche che si dimostrarono esclusivamente politiche e che portarono gli italiani a votare il referendum abrogativo della legge sul divorzio. Risultato: la maggioranza della popolazione affermò la volontà di mantenere la legge in vigore. La prima modifica alle legge arrivò dopo 17 anni: i tempi del divorzio vennero ridotti dai 5 ai 3 anni.
Ma la svolta è arrivata ieri, grazie al voto alla Camera ottenuto a larga maggioranza (398 sì, 28 no e 6 astenuti), è stata approvata un’ulteriore riforma alla legge Fortuna-Baslini sul divorzio.
Famiglia Cristiana titola “L’ennesimo attacco alla famiglia e ai figli sempre meno tutelati e vittime dell’irresponsabilità”, mentre Renzi twitta: “Un altro impegno mantenuto. Avanti, è la volta buona”. Per i due relatori del ddl, Luca D’Alessandro (Fi) e Alessia Morani (Pd) “Politica dei fatti, non delle parole”. Soddisfazione, per la modifica alla legge, arriva da tutti i fronti che parlano di: “Norma di civiltà e passo in avanti per la democrazia”.
Vediamo quali sono gli effetti della riforma: fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Altra novità riguarda la comunione di beni che cesserà i suoi effetti nel momento in cui i coniugi sottoscrivono la separazione consensuale o il giudice autorizza i coniugi a vivere separati. Inoltre, il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso.
Restano, però, i due gradi – separazione e divorzio – visto che durante la discussione in Senato è stata stralciata la norma che prevedeva di saltare la separazione.
Probabilmente i tempi brevi previsti dal ddl possano incidere sulla stabilità della famiglia soprattutto per quanto riguarda i figli che, in arco temporale di soli 6 mesi, potrebbero trovarsi ad affrontare il distacco definitivo da uno dei genitori.
Ma permetteteci una considerazione: quante sono le coppie che nell’arco dei 3 anni previsti hanno ricostruito il matrimonio? E quanti sono i figli che durante i 3 anni hanno subito violenze psicologiche assurde legate all’egoismo dei genitori che, pur di indispettire l’altro, hanno fatto ricadere la loro mancanza di maturità e talvolta anche “l’odio” verso l’altro genitore sui figli?
Forse è vero che in tre anni si può più facilmente ricostruire un matrimonio ma lo si può ricostruire anche quando non si è divorziati. Se tra due persone c’è ancora amore o se si scopre di essersi ri innamorati dell’ex coniuge non esiste legge o tempo che impedisca loro di ritornare a vivere insieme o risposarsi.