In un momento storico drammatico per il Paese, molte associazioni sportive palermitane rischiano la chiusura. L’ultimo DPCM, infatti, consente agli atleti con campionati e manifestazioni di interesse nazionale, di svolgere gli allenamenti e gli incontri agonistici ufficiali di rilevanza nazionale anche se a porte chiuse.
A Palermo però, a prescindere dal Covid, l’unico impianto natatorio comunale, ovvero la piscina di viale del Fante che ospita nuotatori e pallanuotisti (anche paralimpici), oltre le sincronette, appartenenti a campionati nazionali di diversi livelli, resta chiuso da più di un mese.
La ragione è un mancato controllo delle acque, quello che di norma va effettuato una volta al mese, con conseguente ispezione, multa e chiusura da parte della Guardia di Finanza, mercoledì 21 ottobre scorso. Da allora, rifiutando l’offerta delle società sportive palermitane di fare effettuare in breve tempo da un laboratorio specializzato ‘accreditato’ le analisi microbiologiche richieste, il Comune di Palermo non è stato in grado di risolvere il problema, tra gare d’appalto, lungaggini burocratiche e rimpallarsi di responsabilità. Col risultato che, a fronte di una spesa di circa 400 euro, l’impianto perde migliaia di euro al giorno di mancati incassi e i circa 700 atleti delle varie discipline sono costretti ad emigrare nei pochi e costosi impianti natatori presenti in città, tutti peraltro rigorosamente dotati di sola vasca corta.
Purtroppo il caso in questione non è una novità ed è la testimonianza di una mancanza di programmazione che tuteli l’interesse degli atleti palermitani e dei cittadini fruitori dell’impianto, da un lato, e la sostenibilità economica dall’altro.
A questo va aggiunto il lungo elenco di manutenzioni straordinarie non effettuate negli anni, che fanno della piscina comunale di Palermo l’impianto più bello e trascurato d’Italia. Inoltre, l’utilizzo della vasca scoperta è stato inibito già da oltre un mese, perché non sono stati eseguiti dei lavori di piccola manutenzione, la cui necessità era già stata evidenza lo scorso anno.
Va anche segnalato che l’intero impianto è stato chiuso ripetutamente anche nelle settimane precedenti per positività da Covid19, impiegando sempre diversi giorni, talvolta settimane, per essere riaperto dopo la sanificazione e quanto altro previsto dalle vigenti norme finalizzate al contenimento del contagio da Covid19.
Le associazioni sportive cittadine, il cui futuro è messo in seria discussione dalla pandemia in corso, danno lavoro a centinaia di persone, tra tecnici, collaboratori e atleti, e non meritano una gestione così disattenta della piscina, proprio in un momento nel quale viene garantito, a livello nazionale, perfino nelle zone rosse, il diritto allo sport.
Inoltre le medesime società sportive e la FIN (Federazione Italiana Nuoto) negli ultimi anni sono state in prima linea nell’affiancare la pubblica amministrazione in tutto quello che era necessario per mantenere aperto l’impianto, occupandosi dal montaggio e smontaggio delle corsie mattina a sera , del pagamento in taluni casi del rinnovo del brevetto dei bagnini, all’acquisto dei defibrillatori e di tutta una serie di attrezzature e materiale sportivo utile alle attività sportive che si praticano quotidianamente, e ciò anche a beneficio dell’intera collettività palermitana, che fruisce della Piscina Olimpica Comunale per semplice attività motoria e salutista.
Le società natatorie chiedono, quindi, a gran voce che Palermo abbia una piscina funzionante tutti i giorni dell’anno, che non faccia la fine di altre strutture sportive cittadine pubbliche, ridotte oggi a monumenti all’incuria e al degrado.
“Comprendiamo il disappunto delle società e degli appassionati, ma per fortuna il Comune di Palermo è tenuto a rispettare, ancora di più per fare analisi delicate come quelle in questione, rigidi protocolli di legalità e trasparenza, per evitare che siano incaricate ditte non in regola o, peggio, prive dei requisiti che garantiscano esami corretti per la sicurezza degli atleti. Quel è che successo è molto semplicemente e tristemente che per oltre 20 giorni nessuna delle ditte presenti sul Mercato elettronico è risultata in regola. Siamo certi che nessuno fra gli atleti e gli appassionati che utilizzano la piscina come fra i loro familiari avrebbe voluto dei controlli frettolosi ma poco accurati. Oggi, dopo che la settimana scorsa è stato finalmente possibile sottoscrivere un incarico per un laboratorio d’analisi specializzato, sono stati fatti i campionamenti e la prossima settimana, se come pensiamo non saranno riscontrati problemi, l’impianto sarà riaperto in tutta sicurezza”.
Lo dichiara l’assessore allo Sport, Paolo Petralia Camassa.