martedì, 24 Dicembre 2024
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Piersanti Mattarella, rinnovatore che ha cambiato molte vite e il corso della storia siciliana

“Piersanti Mattarella rimane un simbolo, voleva il rinnovamento della Sicilia, qualcosa in questi anni è stato fatto anche se con lentezza e con il sacrificio di tanti uomini e donne. Per realizzarlo occorre una mobilitazione generale, Piersanti voleva un Paese senza corruzione e malaffare”. Cosi il presidente del Senato Piero Grasso alla cerimonia di commemorazione dell’ex presidente della Regione Piersanti Mattarella assassinato dalla mafia in via Libertà, a Palermo, il 6 gennaio del 1980.

Stamattina  il Sindaco Leoluca Orlando, alla cerimonia istituzionale, ha ricordato così il Presidente della Regione Piersanti Mattarella, nel 36° anniversario della sua uccisione: “Piersanti era un politico ed uno statista troppo avanti rispetto al tempo in cui ha vissuto ed umanamente ed eticamente troppo diverso dalla politica del suo tempo. Un tempo in cui Palermo era governata dalla mafia, quella stessa mafia politica che lo ha ucciso.
Noi oggi siamo qui per ricordare il sacrificio di un uomo delle Istituzioni, che per tanti di noi è stato un maestro, che ha cambiato le nostre vite.
A me, che avevo il privilegio di essere il suo Consigliere giuridico, toccò allora il compito, come ad altri suoi collaboratori, di indicare ai magistrati quello che pensavo fosse il movente dell’omicidio; di richiamare le responsabilità politiche della corrente andreottiana della Democrazia Cristiana, di Vito Ciancimino e della famiglia Salvo di Salemi.
Quel 6 gennaio del 1980 ha determinato la mia scelta di vita di dedicarmi alla città e alla sua liberazione dalla mafia.
La morte di Piersanti Mattarella ha portato una grave perdita per la Sicilia e per il suo percorso di sviluppo, riportandoci allora indietro nel tempo e costringendoci ancora oggi a dover recuperare nella nostra regione tanto tempo perso nella direzione dello sviluppo.
La Presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella ha concluso un percorso, come quella di Sandro Pertini ne concluse un altro. Allora la Presidenza di Pertini fece della lotta di liberazione e della resistenza un percorso davvero di tutto il Paese e non di una sua parte politica o geografica, oggi la presidenza di Sergio Mattarella conclude il percorso che fa della lotta alla mafia e del problema delle mafie non più solo un problema “regionale”, una malattia tropicale da curare con l’isolamento ma una questione nazionale; perché se è vero che la mafia e le mafie uccidono in alcune zone d’Italia è altrettanto vero che in tutta Italia e in tutta Europa iniettano il virus dell’economia drogata, della corruzione delle istituzioni e dell’intreccio perverso fra politica e criminalità.
La grande differenza rispetto a quel terribile 6 gennaio del 1980 è che oggi possiamo dire che quel percorso di liberazione lungo 36 anni non ha debellato la mafia, ma l’ha certamente estromessa dal governo della città.”

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