L’anno 2015 è stato l’anno che ha visto la ricorrenza del 750° anniversario dalla nascita di Dante Alighieri. Nel 2021 celebreremo il 700esimo anno dalla morte del Sommo Poeta. Il Maestro Francesco Guadagnuolo è già al lavoro per realizzare un percorso inedito che si avvarrà di pitture, sculture e acqueforti che si utilizzeranno ad accompagnare i prossimi sei anni, fino ad arrivare al 700° anniversario della morte di Dante Alighieri 2021.
Guadagnuolo, cultore e appassionato della letteratura Dantesca, ha realizzato una scultura ad altorilievo dal titolo: “L’ultimo viaggio di Dante”, inserendo L’isola dei morti, il dipinto simbolista dello svizzero Arnold Böcklin (1827-1901), che fu fortemente influenzato dalla pittura italiana di matrice romantica. Böcklin, infatti, ha vissuto in Italia e più precisamente a Firenze, dove ha trascorso quasi trent’anni, fino alla morte nel 1901 e qui ha realizzato il capolavoro “L’isola dei morti”. Il quadro rappresenta una barca vicina ad un’isola che emerge dalle acque dove si possano vedere degli altissimi cipressi e delle costruzioni in pietra. Questo scenario assomiglia al Cimitero degli Inglesi a Firenze vicino al quale si trovava lo studio di Böcklin.
Guadagnuolo interpreta Böcklin ribaltando la scena, Dante grande viaggiatore è passato dall’Inferno al Purgatorio e infine nel Paradiso, questa volta, nel suo ultimo viaggio metaforico, è il Poeta stesso ad essere accompagnato e traghettato sull’isola dei morti per rimanervi e riposare nell’eternità. Nel coinvolgimento di Dante in questo viaggio che prima o poi tutti intraprendono nell’arco della vita, sembra manifestarsi la potenza poetica dell’opera di Guadagnuolo che lo rende attuale, questa sua eredità viene da una forza poetica che ha radici nel passato artistico-culturale. Le onde si muovono con levità e la barca in viaggio è l’allegoria del percorso al di fuori della vita terrena. Sull’isola campeggiano i cipressi, e ci sono mura di pietre scoscese che fanno pensare che nulla è abitato e il tutto diventa simbolo di trapasso dalla vita.
Dalla scultura di Guadagnuolo si denota l’adagiarsi in un territorio misterioso, spirituale, transreale, immerso nel silenzio più completo dove il tempo è fermo senza più significato. «…La chiave di lettura proposta da Guadagnuolo – scriveva Monsignor Pietro Garlato – in questa sua illustrazione della Divina Commedia si differenzia da quella comunemente realizzata, in quanto in essa riusciamo a trovare noi stessi, l’attualità del nostro tempo, vivificata da uno spirito religioso, nella consapevolezza che il viaggio di Dante è quello di tutti noi. …».
Quale luogo migliore per accompagnare questi sei anni che ci separano dal 700° anniversario della morte del Sommo Poeta se non le scuole? Luogo dove si apprende la lingua italiana per dare ai giovani la grande statura del genio di Dante. É previsto, infatti, una mostra itinerante di Francesco Guadagnuolo con proiezioni, video e di “lectiones magistrales”, con la partecipazione di studiosi e vari dantisti.