Parlare di donne e calcio per gli uomini è argomento noto, ma come spesso accade per strana psicologia solo il fatto sportivo fra loro primeggia. Non c’è niente da fare: la passione vince sulla natura. Se “nel fatto sportivo” però sono le donne ad esser le protagoniste discusse, la cosa si complica e la conversazione fra “maschi” diviene avvincente e curiosa. Così è stato nello scambio, informatico ed epistolare insieme, fra me e Giovanni Di Salvo, autore di “Quando le ballerine danzavano col pallone” (Geo Edizioni, Empoli 2014). E mentre leggo le “sue” righe dal mio video, un piccolo motivetto mi frulla per la testa: “Perché perché/la domenica mi lasci sempre sola/per andare a vedere la partita/di pallone/perché perché/una volta non ci porti pure me”. Ebbene sì, “La partita di pallone” (testo: Carlo Rossi; musica: Edoardo Vianello, etichetta RCA 1962; versioni cantate da Rita Pavone – la più conosciuta – e, la meno, Cocky Mazzetti, per la quale la canzone era stata in origine scritta). La casualità del testo in musica, unito al binomio “donne e calcio” che sto leggendo, mi allontana per un attimo da questa video-lettera per condurmi al tema della “Giornata ProGrammatica”, in svolgimento proprio questo 21 ottobre. Da tre anni, infatti, Radio3 RAI offre il suo contributo diretto – con “La Lingua Batte” (programma questo giornalmente condotto da Giuseppe Antonelli e curato da Cristina Faloci) – per sensibilizzare e appassionare i ragazzi all’uso corretto dell’italiano attraverso una chiave di lettura ogni anno nuova (in prima edizione “la grammatica” e in seconda “la punteggiatura”). La “giornata” di questa terza edizione – organizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) insieme al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), con l’Accademia della Crusca e l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI) – ha per tema quest’anno: “l’italiano delle canzoni”. E quest’ultimo non è affatto un caso, perché tema-ponte con quello prescelto dal MAECI e sviluppato, insieme agli Istituti di Cultura Italiana all’Estero (ICI), durante la “Settimana della lingua italiana nel mondo” (dal 19 al 25 ottobre). L’iniziativa coinvolge anche noti artisti del panorama musicale italiano e internazionale, come: Lorenzo Jovanotti Cherubini (dall’IIC di New York, in dialogo col linguista Lorenzo Coveri), Vinicio Capossela (dall’ICC di Madrid) e Giorgio Moroder (noto compositore e Oscar per la colonna sonora di “Woman in red”, che da Los Angeles interviene perché lì insignito del Premio alla carriera “Lifetime Achievement Award”). Chiusa parentesi, ritorno alla mia posta elettronica. Leggo, dunque, che a Giovanni Di Salvo l’idea di raccontare la storia femminile del calcio siciliano nasce nel 2006. Da qui fa seguito una rubrica pubblicata sul quotidiano “La Sicilia” e poi, cinque anni dopo, l’iniziale prima stesura del libro a seguito del ritrovamento dei primi appunti archiviati, consultazione di libri sull’argomento (pochi in realtà) e letture di quotidiani (non solo Gazzetta del Sud o L’Ora, i principali, ma anche testate meno note, quali: Telestar, il Diario, il Mattino di Sicilia e altre). L’opera, così, fra l’altro corredata di foto a colori, prende sempre più quota e in gergo tecnico dal contesto Sicilia diventa “assist” alla Storia del calcio femminile in Italia. A questo punto, e per testare la vostra curiosità, vi lascio alle righe scrittemi proprio dall’autore – un contributo aggiunto a Letter@rea, in qualità di lettore e non solo – sempre auspicando in voi buona lettura e, perché no, anche buona grammatica e musica. (To.Ga.)
“Quando le ballerine danzavano col pallone” di Giovanni Di Salvo
Il calcio femminile arriva in Italia (Milano) nel 1933 con il “Gruppo Femminile Calcistico”. Dopo parere medico positivo rilasciato dal Prof. Pende si cominciano a disputare le prime partite, ma il CONI blocca il movimento sul nascere vietando queste pubbliche esibizioni. Furono le ballerine dell’Opera di Roma, nel secondo dopoguerra, a rimettere in moto il movimento calcistico femminile. Nel ’47, infatti, e proprio alla Favorita di Palermo, “le ballerine” si impongono con una clamorosa vittoria su una selezione di giornalisti locali. Il primo campionato italiano vero e proprio si disputa solo nel ‘68 e, come per gli uomini, il primo scudetto di calcio va al Genova in rosa. Un particolare interessante, invece, si rileva dal contesto isolano. L’avvocato Patorno, precursore appassionato del calcio femminile in Sicilia, arriva a formare una propria Federazione e ad organizzare uno specifico campionato di genere. Cosicché l’Isola vive la sua “rivoluzione culturale”, nonostante la mentalità in buona parte conservatrice dei più. Gli Stadi, comunque – e tutti nelle piazze cittadine più importanti -, non solo fanno a gara a ospitare le competizioni “in rosa”, ma divengono centro di richiamo per folle di curiosi; con la conseguenza del “tutto esaurito” a ogni evento calcistico. Nell’arco degli anni si moltiplicano le federazioni in Italia. Nascono più campionati, coppe nazionali e, addirittura, selezioni per eventi internazionali. A volte le istituzioni si fondono, in più casi spariscono. Soltanto nel 1986, dopo essere stato riconosciuto dal CONI, il calcio femminile entra a far parte della FIGC (Federazione Italiana
Gioco Calcio) e inserita nella Lega Nazionale Dilettanti. Da qui il calcio “al femminile” si evolve e per tornare alla tradizione storica è ancora la Sicilia, in uno degli avvenimenti internazionali di punta, a offrire il suo contributo ospitando (nel 2003) la prima competizione europea per club (Italy Women’s Cup), preludio questo alla successiva Champion’s League Donne di oggi. Fra le curiosità, invece. Le prime campionesse a portare lo scudetto tricolore in Sicilia (1978) sono le ragazze della Jolly Cutispoti Catania. Nella storia recente, invece, cioè dall’affiliazione dilettantistica alla FIGC, le squadre siciliane che hanno militato nella massima serie sono state: Gravina Catania, Aquile Palermo, Ludos Palermo e Upea Capo d’Orlando. Infine il primato di longevità appartiene alla Ludos di Palermo, che, agli inizi del 2000, ha disputato anche due campionati nella massima serie nazionale, ma sfortunatamente ora (dopo tre lusinghiere stagioni in B) ha dovuto “auto-retrocedersi” (nella serie cadetta) per ragioni di sopravvivenza economica. Insomma, questo è un libro per 275 pagine di notizie e curiosità, con un capitolo speciale dedicato anche agli amanti del calcio a cinque ed al beach soccer. E, inoltre, ricordando gli album di figurine, che tiene in debito conto anche la passione per i numeri con una sezione dedicata a statistiche, risultati, classifiche e tabellini dal 1947 al 2013/14.
Giovanni Di Salvo è un ingegnere trentaseienne. Collabora con “La Sicilia” come corrispondente dei campionati di calcio dilettantistici e di settore giovanile. Si occupa anche di calcio femminile e dal 2000 si occupa di una rubrica settimanale specializzata sulle squadre palermitane.