mercoledì, 13 Novembre 2024
spot_img
HomesocialePer occhi dei bambini troppo 'fai da te', informazione ed educazione sono...

Per occhi dei bambini troppo ‘fai da te’, informazione ed educazione sono fondamentali

La vista va protetta, fin dal primo sguardo: lo hanno capito le mamme e i papà italiani sempre più desiderosi di informazioni riguardo alla salute degli occhi dei loro piccoli. Nella cura o nelle decisioni che riguardano la vista dei figli, infatti, oltre il 63% si rivolge al pediatra, anche se su alcuni punti c’è moltissimo da fare. Il 34% dei genitori, in presenza di secrezioni all’occhio, usa ancora acqua e camomilla o acido borico; se un occhio è storto il 20% aspetta che torni dritto spontaneamente; oltre il 10% pensa che il cosiddetto ‘occhio pigro’ sia una malattia che si cura con il collirio, contro il 56% che sa che è un difetto della vista e il 33% che lo reputa un problema di miopia. Ancora il 14% ritiene che con la miopia si veda bene da vicino e lontano, ma male alla sera e il 20% bene da lontano e male da vicino, o il 25% porterebbe il bambino alla visita oculistica quando ha imparato a leggere, mentre solo l’11% sa che va effettuata entro i 3 anni ed il 62% ritiene che gli occhiali siano prescrivibili dall’oculista dall’inizio della prima elementare. Inoltre c’è ancora confusione circa alcuni disturbi che si possono accompagnare a un problema di vista, come mal di testa o occhi arrossati. Insomma, molti luoghi comuni devono ancora essere sconfitti con l’informazione e l’educazione. I dati emergono da una indagine condotta da Datanalysis per Paidòss (Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’adolescenza) fra 1.000 genitori, equamente distribuiti sul territorio, mediamente di cultura superiore, di oltre 1.100 bambini e adolescenti tra 0 e 14 anni, intervistati lo scorso settembre con l’obiettivo di valutare quanto sanno in tema di vista ‘giovane’ e presentata nel corso dello United Scientific Group International Congress on Advances in Pediatrics a New York fino al 7 dicembre. “In linea generale – spiega Giuseppe Mele, presidente di Paidòss – i genitori vogliono sapere soprattutto cosa osservare prima che un piccolo difetto possa diventare qualche cosa di più importante. Ecco quindi i principali campanelli di allarme da osservare, facilmente riconoscibili: 1 – la testa del bimbo sempre reclinata da un lato mentre studia, oppure la testa che si avvicina molto al piano di lettura è segno di un comportamento di adattamento a una visione non perfetta; 2 – le palpebre che si strizzano o gli occhi arrossati da un continuo sfregamento; 3 – il fastidio alla luce, ma anche un riflesso bianco attorno all’occhio rilevabile da una foto scattata in vacanza, sono ‘manifestazioni visive’ degne di attenzione e meritevoli di una visita pediatrica e/o specialistica. Per questo noi chiediamo sempre di mantenere una forte interazione tra genitori e figli: ‘guardare lontano’ e indagare su problemi della quotidianità che possono insorgere a scuola, a casa o nel tempo libero, salva i bimbi da implicazioni e rischi alla vista evitabili”.

Ecco alcuni comportamenti assunti dal bambino o manifestazioni visive che i pediatri di Paidòss e della SIMPE (Società Italiana di Medici Pediatri) raccomandano ai genitori di osservare perché possono denunciare un problema alla vista. 1. Occhi troppo grandi o troppo piccoli, una palpebra abbassata rispetto all’altra, l’iride irregolare nella forma o nel colore, scosse irregolari (nistagmo), un fastidio alla luce, occhi arrossati o che vengono strofinati spesso, sono meritevoli di attenzione. 2. Se gli occhi del bambino non sembrano allineati, in asse o se un occhio è storto (strabismo), è bene rivolgersi al pediatra o all’oculista. 3. Palpebre che si strizzano per vedere meglio da lontano (ad esempio quando guarda la televisione), o palpebre e ciglia frequentemente ricoperte di secrezione sono altri aspetti da non trascurare e dei quali parlare con il pediatra. 4. Maggior attenzione va prestata a bimbi con familiarità per patologie oculari importati, come ad esempio genitori che hanno sofferto di strabismo o sono affetti da maculopatie. “Di norma – conclude il Presidente – si tratta di problematiche che emergono nel corso dell’esame della vista effettuato dal pediatra durante le visite filtro. Tuttavia, nel caso questa indagine non fosse fatta, è bene sottoporre a una vista oculistica i piccoli entro i tre anni o, comunque, prima che inizino a frequentare le scuole primarie”. Al genitore spetta anche indagare su altre questioni: ovvero se il bambino porta sempre gli occhiali secondo i tempi e i modi indicati dal medico; se a scuola vede meno da un occhio rispetto all’altro, quale possibile segnale di un difetto visivo, come l’ipermetropia, la miopia e l’astigmatismo; se fa attenzione ad avere le mani pulite, specie se porta le lenti a contatto, quando si pulisce gli occhi. Se invece il bambino è molto piccolo, è bene evitare di dare giochi o oggetti piccoli e appuntiti, che potrebbero essere pericolosi, ma anche liquidi e sostanze irritanti o dannose per gli occhi. Infine se si hanno animali in casa, è bene assicurarsi che il bambino non si metta le dita negli occhi dopo averli toccati.

CORRELATI

Ultimi inseriti