Nell’ambito delle iniziative “Rassegna giovani autrici” e “30 Libri in 30 Giorni” si terrà venerdì 16 Aprile 2021 alle ore 18, organizzata dalla Fidapa di Acireale e BCsicilia, la presentazione del volume di Simona Lo Iacono “L’albatro”.
Dopo i saluti di Cettina Oliveri, Presidente Nazionale della Fidapa, di Maria Ciancitto, Presidente Distrettuale della Fidapa, Maria Teresa Di Blasi, Presidente BCsicilia Sede di Catania e l’introduzione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la presentazione di Maria Antonietta Ferraloro, Docente e saggista. Sarà presente l’Autrice. Modera la Presidente della Fidapa Sezione di Acireale Carmela Borzì. L’incontro si terrà sulla Piattaforma Zoom. Link per partecipare: https://us05web.zoom.us/j/83078681521?pwd=SWdJL3MyM21lckttOVZJbGdCRHFWQT09
Il libro. Nato a Palermo nel 1896, da una nobile famiglia siciliana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un bambino solitario, uno di quelli che preferiscono «le cose alle persone» e che rifuggono la compagnia. Un giorno, dal nulla, nella sua vita arriva Antonno: un bambino bizzarro, «tutto al contrario»: se sfoglia un libro comincia dall’ultima pagina, se vuole andare avanti cammina all’indietro e conta al contrario, provando una infinità pietà per gli zeri.
Per tutto il tempo della loro convivenza non c’è verso di fargli iniziare la settimana di lunedì o di togliergli dalla testa che si nasce morendo. Eppure Antonno, «l’albatro», come lui stesso si definirà (tenacissimo, l’albatro non abbandona il capitano nemmeno nella disgrazia) è l’unico spiraglio di luce in un’esistenza altrimenti buia e solitaria, l’unica compagnia di un bambino che vede e sente più degli altri, dotato di una sensibilità particolare, che lo porterà un giorno a diventare uno dei più grandi scrittori del Novecento.
Ma all’improvviso, così come è arrivato, Antonno svanisce.
Divenuto adulto, Giuseppe partecipa alla guerra del 1915-18 come ufficiale, rimanendo nell’esercito fino al 1925; dopodiché si ritira a vita privata, viaggiando e dimorando per lunghi periodi all’estero, dove si dedica alla stesura di saggi e racconti che non darà alle stampe.
Sarà solo quando metterà mano a una storia che cova dentro di sé da tempo, e che ha intenzione di intitolare Il Gattopardo, che Antonno tornerà da lui, e con il suo modo di fare al rovescio accenderà in Giuseppe Tomasi la consapevolezza che «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».