Benny Green è definito come l’artista che possiede la storia del jazz a portata di mano divenendo presto pluripremiato e leggenda del piano. Tant’è che riesce a combinare la padronanza della tecnica della tastiera con decenni di esperienza nel mondo reale suonando con niente meno che artisti più celebri dell’ultimo mezzo secolo, e non c’è da meravigliarsi che Green sia stato saltato come forse il pianista più eccitante, hard-swing, hard-bop. Benny Green sarà in scena per Brass in Jazz con lo spettacolo Saluting his piano heroes venerdì 3 e sabato 4 febbraio con doppio turno ore 19.00 e ore 21.30 al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo.
Da solo o inserito in formazioni di varia ampiezza, dal duo al classico trio fino alla big band, il pianoforte nella storia del jazz ha avuto sempre un ruolo di assoluta preminenza al punto che è consuetudine sottolinearne l’eventuale mancanza in un gruppo con la dicitura “pianoless”, proprio a rimarcare la particolarità della sua assenza. Di questa centralità Benny Green oggi ne è il simbolo più significativo ed emblematico perché il linguaggio che parlano i suoi tasti, sebbene fortemente ancorato alla tradizione dell’hard bop, costituisce un riassunto magnifico ed esemplare dell’intero percorso evolutivo compiuto dallo strumento. Nato a New York nel 1963, Green è stato precocissimo nello svelare un enorme talento, fin da piccolo è stato circondato dai suoni di un gran numero di giganti del jazz (il padre era un apprezzato sassofonista) e ben presto lui stesso è entrato nel novero dei grandi protagonisti dell’attuale panorama jazzistico. Tre le molte esperienze, sono cruciali quelle con Betty Carter, coi Jazz Messengers di Art Blakey, con la band di Freddie Hubbard e col trio di Ray Brown ma la consacrazione più ambita è di sicuro quella che Green, a soli 34 anni, riceve nel 1993 dalle mani di Oscar Peterson: quello stesso anno, infatti, il celebre pianista canadese vince il Glenn Gould Prize, massimo riconoscimento pianistico mondiale senza distinzione di genere, e consegna al giovane collega statunitense, suo dichiarato e riconosciuto emulo, il Glenn Gould International Protégé Prize, collegato al premio principale. Fresco di queste prestigiose affermazioni, nel febbraio 1994 il pianista mostrava il proprio valore al pubblico siciliano su invito del Brass Group (che poi l’avrebbe richiamato nel 2007). Oltre a Peterson, però, la tastiera di Green riflette anche la lezione di Art Tatum, Bud Powell ed Erroll Garner, tutte influenze tradotte in stile personale, con un tocco assai sensibile, una stupefacente padronanza tecnica, un’inclinazione a frasi di irresistibile bellezza melodica, un gusto impeccabile ed uno swing che trasmette un prorompente senso di gioiosità. Qualità che vengono viepiù esaltate dalla dimensione solitaria e dal commosso omaggio che in questo recital Green vuole rendere ai propri miti.
E’ possibile acquistare online i biglietti collegandosi al sito www.bluetickets.it o tramite i due punti di prevendita, presso il Real Teatro Santa Cecilia e Santa Maria dello Spasimo.
Infoline Fondazione The Brass Group: 091 778 2860 – 334.7391972, info@thebrassgroup.it, www.thebrassgroup.it