Inserito per il secondo anno consecutivo nel programma religioso del Festino di Santa Rosalia e a pochi giorni dalla data dalla ricorrenza del 15 luglio, sul sagrato della cattedrale di Palermo è stato messo in scena uno spettacolo sulla vita e sul miracolo della Santuzza, cittadina e Patrona di Palermo, scritto e diretto da Filippo Sapienza, dal titolo “Per amore del mio Signore”. Un gruppo numeroso ed unito di giovanissimi provenienti da vari quartieri cittadini, tra cui i ragazzi della chiesa dei Fornai e di San Giuseppe Cafasso, ha lavorato per ben un mese e mezzo per la realizzazione di questa rappresentazione teatrale. Lo spettacolo infatti, che nasce da un’idea di Filippo Sapienza, è stato promosso dalla Cattedrale di Palermo, dall’associazione Palazzo Alliata di Villafranca onlus, ed in collaborazione con le chiese de I Fornai e San Giuseppe Cafasso.
Ad assistere alla rappresentazione, innanzi la maestosa cattedrale che ben si prestava ai giochi di luce delle varie scene, tantissimi palermitani, l’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, Don Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale, e diverse rappresentanze della Curia Arcivescovile.
L’incipit della storia narrata da Sapienza e dal suo giovane gruppo di attori è una data: Palermo, 7 maggio 1624. E’ da qui che si snoda tutta la vicenda che, dal ritrovamento delle ossa di Rosalia, ci riporta indietro negli anni in cui visse, quando appena ragazzina decise di rifiutare il suo promesso sposo, scegliendo il Signore. E poi l’eremitaggio.
Ogni interprete, sul palco, ha dato voce ai vari personaggi che hanno ruotato intorno la vita ed il miracolo di Rosalia, proiettandoci prima in una Palermo medievale, poi devastata dalla peste, ed infine liberata dal male. Il tutto rievocando fedelmente i fatti storici dai quali si è partiti attraverso uno studio approfondito per poi reinterpretarli nello scenario della odierna Palermo.
Un copione insomma che non si è fatto mancare nulla, c’era infatti la storia di Rosalia, accompagnata dai tradizionali cunti e canti popolari, arricchiti anche da danze e performance.
Al termine della rappresentazione l’Arcivescovo Lorefice, invitato a salire sul palco, ha speso delle parole molto belle nei confronti di questi giovani che, gratuitamente e spinti dalla devozione per la Santuzza, hanno realizzato tutto ciò regalando al pubblico grandi emozioni. Tante sono state le persone che, poco dopo la fine dello spettacolo, hanno ammesso di essersi commosse. Ed anche lo stesso Don Corrado ha ricordato un paio di momenti che lo hanno particolarmente emozionato.
«Il nostro omaggio a Santa Rosalia è voluto essere più un “memoriale” che uno “spettacolo” – ha detto al GCPress il regista Filippo Sapienza – riportando quindi fatti storici, concreti e documentati, allontanandoci dalle tradizioni e dalle leggende. Abbiamo voluto concentrarci su quei pochi, ma sufficienti, dati che ricostruiscono la vita di Rosalia da questi cenni storici; mentre per quanto concerne la peste, ovvero il periodo del 1624, abbiamo condotto una vera e propria ricerca d’archivio, confrontandola anche con alcuni personaggi come il Cardinale Doria, il testimone del ritrovamento delle reliquie Fra Michele, o il marinaio Vito Modeo che fu il primo ad estrarre il teschio dalla caverna di Montepellegrino. Inoltre abbiamo utilizzato i versi di Pietro Fudduni, anch’esso testimone dei fatti».
In merito ai ragazzi che hanno partecipato alla rappresentazione, Sapienza aggiunge: «A parte qualcuno, non fanno teatro e, vedere loro sul palco con il Sagrato gremito di gente, è stata un’emozione unica. E poi l’incendio della Cattedrale, i passaggi luminosi, le danze… Spero che tutto questo abbia contribuito a riflettere sul fatto che il Festino di Santa Rosalia non ha bisogno di tematiche. Il tema è uno: “Rosalia” e “Palermo”, quindi la vita e la santità di questa grande donna, nonchè la storia che la lega alla città. Il Festino celebra questo, ed è ciò che abbiamo voluto puntualizzare».
Un racconto che intreccia passato e futuro e che oggi è sempre molto attuale. «La scena si apre infatti coi bambini che rappresentano il futuro – conclude Filippo Sapienza – e quest’anno il festino è dedicato a “Palermo Bambina” . Come in un flashback, torniamo poi al 15 luglio, data del ritrovamento delle reliquie, con i vari passaggi che vedono Rosalia in un contesto di vita quotidiana; ed ancora, il Cardinale Doria che, con la sua indagine, ricostruisce la vita della Santa e al contempo vive il dramma della peste, il prodigio del ritrovamento delle reliquie e delle guarigioni degli appestati. Infine, l’arrivo della Santa (statua realizzata dallo stesso Sapienza ndr ), che rievoca le opere greche col giungere della divinità dal buio delle tenebre. Rosalia arriva quindi dalla piazza, attraversando la storia e la vita della gente, per approdare sul palco del sagrato e fermarsi così al centro del Festino e dei palermitani, come figura spirituale alla quale rivolgerci».