A Partinico, all’auditorium dell’istituto comprensivo Privitera Polizzi, è stato proiettato il docufilm, “Il Coraggio di Morire”, in ricordo di Giuseppe La Franca, vittima di mafia, tratto dalla sceneggiatura di Francesca Currieri e Francesco Billeci, prodotto dalla PM Management Group Production, di Piero Melissano, in collaborazione con TDS progettazione multimediale, di Andrea Mercatante e della O.B Cinemart Production di Carmen e Vito Oliva.
L’evento, moderato dalla giornalista Francesca Corrieri, ha visto, tra gli altri, la partecipazione del dirigente scolastico, Rosa Maria Rizzo, del presidente dell’Osservatorio Sviluppo e Legalità, Claudio Burgio, figlio adottivo di La Franca, nonché di rappresentanti di autorità civili e militari. Ad arricchire il dibattito, alcune testimonianze del tempo. In platea erano presenti, diverse classi di alunni, che, in silenzio, hanno condiviso l’emozione della storia.
Riflettere sul ricordo di La Franca, è stato motivo di orgoglio per la città, lanciare messaggi di legalità, ridisegnare un contesto sociale diverso ed ha avuto l’obiettivo di scavare nei valori e auspicarne il consolidamento.
Il docufilm racconta gli ultimi giorni di Giuseppe La Franca, definito dalla comunità partinicese, un galantuomo, apprezzato da tutti per la sua rettitudine, onestà e per la sua caparbietà e determinazione, nell’affrontare e difendere la propria terra.
“Il Coraggio di morire” vuole lanciare un messaggio di legalità e di speranza, alle nuove generazioni. Racconta una storia “normale”, perché mostra come la legalità non appartenga soltanto a uomini eccezionali, bensì riguardi ciascuno di noi, a conferma che la mafia, come diceva Giovanni Falcone, «non è affatto invincibile» e a riprova che, i nostri diritti e i nostri sogni, non possono essere derisi e calpestati.
Il percorso di Giuseppe La Franca, la sua forza di trasformare il dolore e la solitudine, in impegno, chiedendo ad alta voce, giustizia, verità e dignità, non si è concluso con la sua morte, ma è riuscito a risvegliare le coscienze, a dare voce a una memoria da trasmettere ai giovani, richiamandoli al senso di una legalità da costruire, a partire dai piccoli gesti quotidiani. I temi della legalità, della lotta alla mafia, della democrazia, non possono rimanere soltanto belle parole, portate via dal vento, ma devono porre l’attenzione sul lavoro, sullo studio, sulla possibilità di guardare con fiducia il domani, quindi sulla voglia di intraprendere la strada dei propri ideali e dei propri sogni.