Si è svolto ieri, nella sala Orsa del San Palace Hotel di Palermo, il convegno: “Pari opportunità e contrasto alla violenza di genere”, organizzato e promosso dal Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), Regione Sicilia.
Il tema della convention è stato l’impegno dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto alla violenza di genere, l’analisi del fenomeno attraverso il contributo di esperienze e professionalità diverse e la collaborazione del mondo delle istituzioni, dell’istruzione e dell’associazionismo nella diffusione della cultura dei diritti.
Il convegno ha anticipato, con una sorta di staffetta virtuale, la giornata Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita nel dicembre del 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si svolgerà il 25 novembre.
Ha moderato l’incontro la giornalista Marianna La Barbera che in apertura ha sottolineato la sempre maggiore attenzione che i giornalisti devono avere nel corretto utilizzo nel linguaggio quando viene raccontata la cronaca di un fatto di violenza e la necessità deontologica di non farsi coinvolgere dal racconto.
Sono intervenuti il Segretario nazionale NSC Massimiliano Zetti, il Segretario generale Regione Sicilia Sicilia Toni Megna, il Segretario regionale Igor Tullio, l’onorevole Carolina Varchi, Deputato della Repubblica e vice sindaco di Palermo. Nonchè il componente del pool anti-violenza di Palermo e della segreteria provinciale Antonella Giuliano e il maresciallo Carmen Oro, esponente della segreteria regionale, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo Luisa Bettiol, Suor Anna Maria Giudice e Suor Serena Cardella, rispettivamente delle Sorelle Missionarie della Misericordia a Carini e della Comunità Alloggio per Minori “Gesù Bambino” a Palermo.
“Il sindacato – ha detto Massimiliano Zetti – non ha la sola funzione di tutelare i propri iscritti ma anche di avvicinare l’istituzione Arma ai cittadini e diffondere la cultura della legalità anche verso questo fenomeno che oramai è all’ordine del giorno nella cronaca.
“La nostra presidente, Monica Giorgi, è un maresciallo in servizio in una Stazione a Livorno, e si occupa di questi temi raccogliendo per prima la richiesta di aiuto. Ha sempre spiegato che questo fenomeno è esclusivamente culturale, originato dal fatto che viviamo in una società dove, purtroppo, prevale ancora l’atteggiamento maschilista”.
“Le azioni violente contro le donne – ha continuato il segretario nazionale NSC -, non sono derivate da raptus bensì da situazioni che riguardano quell’atteggiamento con cui l’uomo rivendica il possesso della donna.
Come sindacato, all’interno della nostra amministrazione, combattiamo anche il sessismo benevolo, ovvero l’atteggiamento protettivo con cui l’uomo tende a fare il ‘cavaliere’ nei confronti della collega”.
“Durante l’attività lavorativa – ha precisato Zetti – la compagna di lavoro è una lavoratrice con le pari opportunità del collega con cui lavora e non la ‘damigella’ da proteggere”.
Come NSC – ha concluso il Segretario – svolgiamo un’attività da pungolo verso la nostra Amministrazione, sia con la richiesta di formare, specializzare e sensibilizzare il personale che riceve questo tipo di denunce, sia per quanto riguarda le pari opportunità affinché si elimini qualsiasi possibile diseguaglianza”.
Il Sostituto Procuratore di Palermo Luisa Bettiol, ha ricordato che per combattere i reati commessi ai danni delle donne e dei minori, è stato appositamente creato un gruppo specializzato di circa 10 Magistrati e personale di Polizia giudiziaria, oltre i consulenti quali psicologi e psichiatri.
“Nei reati di violenza – dice il PM – non essendoci una scena del crimine propriamente detta, è più difficile entrare in rapporto con la vittima. Il sapere ascoltare la persona offesa assume un carattere primario. Bisogna saper approcciare a simili vicende, cercando di mettesi nei panni della vittima, capirne il punto di vista, le emozioni e il vissuto in totale assenza di pregiudizi”.
“La diffusione del fenomeno della violenza di genere – ha concluso la Bettiol – ha portato il legislatore a introdurre ancora maggiori tutele per le vittime, con modifiche alla legge volte ad accelerare la macchina della giustizia e creare un canale preferenziale per questo tipo di reati, i quali non lasciano grande tempo d’azione, e stabilendo che la persona offesa debba essere ascoltata dal Magistrato entro tre giorni. Il Magistrato, a sua volta, ha la possibilità di adottare una serie di misure d’urgenza a tutela della vittima”.
Per l’On.le Carolina Varchi, il fenomeno della violenza sulle donne, rischia di essere oggetto di banalizzazione. “Sulla lotta a questo fenomeno spesso si fa retorica. È necessario che le istituzioni abbiamo il coraggio di fronteggiare questi fenomeni in maniera seria e concreta, anche con investimenti sulla formazione del personale che per primo riceve la denuncia, affinché la vittima trovi un interlocutore che comprenda la pericolosità in cui si trova a vivere ogni giorno”.
“Ci vuole una svolta culturale – ha continuato il vice Sindaco – con un investimento da parte dell’istruzione in modo da intervenire nelle scuole con un’attività di prevenzione culturale, di educazione, di rispetto ma anche la consapevolezza di dovere rendere le donne libere di scegliere”.
“Una donna – conclude la Varchi -, non dovrebbe mai avere il dubbio se denunciare o meno in ragione delle proprie condizioni economiche o perché lo Stato non è in condizione di difenderla. Sino a quando il dubbio persisterà, si rappresenterà un fallimento da parte delle Istituzioni”.
“Per il contrasto della violenza di genere – ha detto il Maresciallo Carmen Oro, in servizio presso la sezione di biologia del Ris di Messina -, unitamente al lavoro svolto dall’Arma Territoriale, cerchiamo di svelare la verità che si cela dietro un’azione delittuosa. È fondamentale l’analisi della scena del crimine per ricostruire il delitto ed eventualmente riconoscere l’autore del reato attraverso lo studio delle tracce evidenti e di quelle latenti che lascia sulla scena del crimine. Con l’acquisizione di tutti i dati raccolti viene creato un profilo psicologico del colpevole, in modo da ricercare connessione o analogie con altri reati simili”.
Toni Megna, nel suo intervento, ha ribadito che il fenomeno della violenza di genere è solo una questione culturale. “Il sindacato NSC sta crescendo in campo nazionale e regionale. Il nostro obiettivo è ampliare il raggio di azione, quindi non solo guardare a ciò che accade all’interno dell’Arma, tutelando i nostri iscritti e lavorando per l’eliminazione di tutte le discriminazioni, ma portare una progressione culturale nella società civile volta soprattutto a eliminare ogni tipo di violenza”.
“Dal 2000 – ha continuato il Segretario regionale – nell’Arma lavorano le donne e, anche se oggi sono ancora poche (circa il 5% della forza), molte di queste ricoprono ruoli di rilievo ma non perché siano donne bensì perché hanno caratteristiche morali e professionali eccezionali”.
Megna , in conclusione, ha ringraziato al Comando Provinciale perchè “ha avuto la sensibilità di istituire un nucleo che si occupa del reato di violenza di genere, scegliendo persone che oltre ad avere un’abilità professionale eccezionale, acquisita anche grazie ai corsi dedicati, hanno una grande intelligenza emotiva ed empatia”.