Oltre trecento anfore di età punica sono state individuate nel mare di Pantelleria a 130 metri di profondità, ad alcune centinaia di metri di distanza dal porticciolo di Gadir. Le immersioni, nell’ambito del progetto “Pantelleria 2022”, hanno avuto il coordinamento scientifico della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e sono state effettuate da un team composto da sette subacquei della Sdss – The Society for Documentation of Submerged Sites. Il sito archeologico è stato documentato da un gruppo di subacquei altofondalisti che ha rilevato una grande distesa di anfore sparse lungo una fascia di 400 metri. Il giacimento era stato individuato per la prima volta nel 2011 dai due subacquei Francesco Spaggiari e Fabio Leonardi. Adesso, la Sdss, guidata da Mario Arena, ha rivelato l’esatta consistenza del ritrovamento, documentando con immagini fotografiche e video la grande concentrazione di anfore puniche.
«Siamo solo all’inizio di una campagna di rilievo e documentazione – dichiara il soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici – che certamente svelerà importanti tracce del passato. La costa nord di Pantelleria ha già restituito preziose testimonianze relative alla navigazione e alla frequentazione dell’Isola in tempi remoti. Continueremo lo studio di questo interessante e difficile sito subacqueo, vista la notevole profondità, grazie alla collaborazione dei professionisti che in questi anni ci hanno consentito di raggiungere eccellenti risultati nello studio della Battaglia delle Egadi».
Nel corso delle immersioni sono state effettuate operazioni di rilievo e documentazione videofotografica, realizzando in particolare una fotogrammetria tridimensionale ad alta risoluzione, attualmente in fase di elaborazione. Questo dettagliato rilievo consentirà di studiare la consistenza totale del sito archeologico, la tipologia delle anfore e la loro dispersione. Da una prima analisi delle immagini si può dire che le anfore sono di cinque tipologie, tutte di epoca punica. La maggior parte si presenta in buono stato e, da una stima iniziale, meno di un terzo dei reperti individuati durante la ricognizione appare fratturato. L’analisi della fotogrammetria consentirà, comunque, di effettuare un esame più dettagliato.
«La tutela del patrimonio storico-archeologico della nostra Isola – commenta il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio – è il principale obiettivo della Regione e i tesori sommersi ne costituiscono una parte cospicua e peculiare. Le operazioni appena concluse a Pantelleria rafforzano le collaborazioni internazionali e confermano l’importanza del lavoro di ricerca, studio, tutela e valorizzazione che la Soprintendenza del Mare porta avanti ormai da circa vent’anni nei fondali siciliani».
In occasione della missione, grazie al metal detector subacqueo, sono stati individuati in località Cala Tramontana, alla profondità di circa 20 metri, alcuni oggetti riconducibili al ritrovamento del 2011, quando fu scoperto e recuperato un tesoretto di circa 4 mila monete puniche. Si tratta, in particolare, di: 11 chiodi in bronzo di un’imbarcazione naufragata nello stesso tratto di mare; 26 anelli in piombo facenti parte della dotazione dell’imbarcazione e alcuni frammenti in metallo, oltre ad alcuni in ceramica. Questo ritrovamento fa seguito a quello dell’anno scorso, sempre in località Cala Tramontana, quando furono individuate 40 monete della stessa tipologia, nonché altri chiodi, materiale ceramico e anelli in piombo.
I reperti recuperati sono stati trasferiti a Palermo presso il laboratorio di primo intervento della Soprintendenza del Mare per ulteriori studi e analisi.La Sdss collabora ormai da diversi anni con la Regione, soprattutto nell’ambito delle operazioni di individuazione e recupero dei reperti pertinenti la Battaglia delle Egadi nell’isola di Levanzo. Il team di ricerca per il progetto “Pantelleria 2022” è composto da: Soprintendenza del Mare: Ferdinando Maurici e Salvo Emma – Sdss: Mario Arena, Elena Romano, Claudio Provenzani, Andrea D’Ambrosi, Sheila Rinaldi, Romano Rampazzo, Massimiliano Sabatini. Diving DIVE-Y: Edoardo Famularo e Marco Bonomo.
Giornata dei Giovani e della Memoria, lunedì ingresso gratuito in Parchi e musei per gli under 35
La Regione Siciliana aderisce alla “Giornata nazionale Giovani e Memoria” che si celebra lunedì 31 ottobre e offre agli under 35 l’ingresso gratuito ai Parchi archeologici, ai musei e ai siti culturali dell’Isola che, per l’occasione, resteranno straordinariamente aperti. Nata per raccontare le conquiste, le difficoltà, i traguardi, gli obiettivi del nostro Paese, la “Giornata” riconosce l’importanza di valorizzare il passato e l’identità quale patrimonio culturale di una comunità in un ideale passaggio di testimone tra generazioni. L’iniziativa, istituita con una legge del 2021, celebra quest’anno la sua prima edizione.
«È importante – sottolinea il dirigente generale del dipartimento regionali dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio – trasmettere ai giovani la memoria del nostro passato perché realizzino di essere parte di un processo che ha radici profonde. Noi siamo il frutto della nostra storia e delle tradizioni che si sono radicate nel tempo. Occorre farsi carico di questo passaggio di testimone, affinché il nostro passato sia storia viva, modello di comportamento, recupero di identità e testimonianza di memoria».
Gli orari di apertura di Parchi e musei si trovano sulle pagine web istituzionali dei diversi siti culturali.
La Sicilia alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum
Il “Modello Sicilia” dei Beni Culturali sarà protagonista alla BMTA, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, in programma a Paestum (Salerno) dal 27 al 30 ottobre. Nel corso del tradizionale appuntamento internazionale dedicato a turismo e archeologia e che fa registrare ogni anno migliaia di presenze fra addetti ai lavori e visitatori, è, infatti, in programma un focus, per fare il punto sugli importanti risultati ottenuti nell’Isola in questi ultimi anni, con riferimento alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, ma anche alle politiche attuate in ambito culturale che hanno proiettato la Sicilia in ambito internazionale.
“Sicilia: verso un nuovo modello di sviluppo fondato su archeologia e bellezza” è il titolo della tavola rotonda organizzata a Paestum, nel corso della quale si parlerà anche del futuro dei beni culturali siciliani e delle professioni del settore, che necessitano di una politica pluriennale che sia ispirata a una visione culturale e non all’improvvisazione e mirata anche al potenziamento degli organici, sia quantitativamente che qualitativamente.
Alla tavola rotonda, in programma sabato 29 ottobre, che sarà introdotta da Alberto Samonà, giornalista, scrittore ed ex assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, parteciperanno Luigi Biondo, direttore del parco archeologico di Segesta; Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico regionale A. Salinas di Palermo; Giuseppe Parello, dirigente del Servizio Gestione Parchi e Siti Unesco della Sicilia; Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico Naxos-Taormina; Fulvia Toscano, direttore artistico del Festival NaxosLegge.
“È importante che si parli di Sicilia nel contesto di un appuntamento così atteso e di grande visibilità come la Borsa del Turismo Archeologico di Paestum – evidenzia Alberto Samonà – perché ciò consentirà di sottolineare gli sforzi compiuti in questi anni per potenziare l’offerta culturale, per adeguare i musei regionali ai più moderni standard di visita e per accendere i riflettori sulla Sicilia della Cultura e della Bellezza”.
“Un traguardo che non può essere tralasciato e di cui si discuterà a Paestum – prosegue Samonà – sono, inoltre, gli straordinari risultati ottenuti dalla Sicilia in ambito internazionale, che hanno sancito come il principio dell’autonomia, se applicato in modo virtuoso nell’ambito dei beni culturali, possa dare i propri frutti: prova ne sono gli ottimi rapporti di collaborazione avviati con la Repubblica Greca e con il Museo dell’Acropoli di Atene, il nuovo accordo siglato fra il Salinas e il Metropolitan Museum di New York, o ancora, le 73 missioni di scavo archeologico attivate negli ultimi due anni e mezzo in Sicilia con università di tutto il mondo, frutto di una politica organica di valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Per non parlare dei grandi cantieri archeologici, come quello che porterà al restauro e alla ricomposizione di diverse parti del maestoso Tempio G. di Selinunte: tutti segmenti di quella attenzione che va riservata alla Cultura, straordinario biglietto da visita da esportare nel mondo, ma che misura anche la maturità di un popolo e di una Terra consapevole della propria identità e del proprio ruolo nel contesto nazionale e internazionale”.