In questi giorni la mobilitazione del Comune di Palermo per la pulizia della città con l’hashtag #facciamounpatto #teniamopulito, ha scosso le coscienze di molti palermitani ed anche personaggi del mondo dello spettacolo hanno aderito all’iniziativa, incentivando con video e foto a fare davvero la differenza. Una mossa alquanto tardiva forse, per un intervento ordinario che viene presentato invece come un qualcosa di straordinario, fuori dal comune è proprio il caso di dire. Tanti proclami, tanta forza di volontà e promesse.. ma i fatti ? Quelli tardano ad arrivare e molte zone di Palermo continuano a convivere con la sporcizia e il dissesto di strade.
L’Associazione Comitati Civici Palermo, con delle note a firma del presidente Giovanni Moncada, prosegue la propria attività sollecitando le istituzioni a intervenire per risolvere i problemi. Di seguito alcuni degli interventi richiesti:
il centro storico, fiore all’occhiello della nostra città, una vera e propria industria del turismo, presenta scenari raccapriccianti a residenti e turisti. Il percorso che porta al Mercato di Ballarò passa necessariamente da via Francesco Paolo Tesauro. Lo spettacolo che ci si presenta davanti è un ammasso di materassi, cumuli di cemento\amianto e discariche a cielo aperto. Passando ad una delle tappe fondamentali alla scoperta di Palermo, vi è il Mercato di Ballarò. A piazza del Carmine vi è una discarica abituale di sfabbricidi,cemento,cartoni e spazzatura di ogni genere, a pochi passi dagli esercizi commerciali che espongono alimenti freschi pronti per essere venduti.
Quanto si perde in termini economici non investendo nella presentazione di una città pulita? Davvero tanto. Bisognerebbe valorizzare i tesori che la nostra città possiede, per evitare i commenti quotidiani di turisti, affascinati ma rammaricati per la sporcizia del capoluogo siciliano. Lo testimoniano strade del calibro di via dei SS. 40 Marteri al Casalotto e Via Calderai , il cui scempio è stato immortalato anche dai turisti, come ricordo di una città che continua a portare con sé il binomio inscindibile di città bella ma sporca.
A pochi passi da palazzo delle Aquile, via degli Schioppettieri riversa in uno stato pietoso, costantemente segnalato dall’Associazione Comitati Civici di Palermo, senza risultato. Liquami che fuoriescono da basole dissestate, cassonetti in curva e un fetore che ammorba l’intera via. Una strada attigua è via Livorno e anche qui la situazione non è delle migliori, tanto che i cittadini hanno ribattezzato la strada “via della munnizza“. La mancanza di controllo del sito ha portato al ripetersi di situazioni di incuria e sporcizia che fanno di questa via una discarica perenne.
In centro città impressiona anche l’accumulo di cartoni abbandonati di fronte a farmacie, negozi. Da via Stabile sino in via Dante, una mancanza di controllo e un’inciviltà inarrestabile. La stessa via Dante è invasa dalla spazzatura persino nel percorso della pista ciclabile, cestini stracolmi, ingombranti di ogni tipo ed una situazione che non può essere tollerata soprattutto in una via centrale come via Dante. Nei pressi della Fondazione Teatro Massimo in via degli Aragonesi, il degrado è lo stesso; nulla può il prestigio dell’edificio contro una discarica costante ed abituale.
Qui viene fuori un altro problema l’amministrazione comunale agisce ma con interventi parziali e poco risolutivi per poi dimenticarsi di un monitoraggio costante per prevenire queste situazioni. «Servono interventi concreti-sottolinea Giovanni Moncada – e soprattutto dei controlli severi, multe, videocamere, al fine di sorprendere e punire atti di inciviltà e costruire sui cittadini sani la Palermo civile del futuro. Mi stupisce la lentezza dell’amministrazione comunale, paragonabile a quella dei bradipi – scherza il presidente-».
Nel quartiere Albergheria, in Piazza Manfredi Francesco Baronio, uno spettacolo che lascia tutti sgomenti, tra rifiuti, ingombranti e sporcizia di vario tipo.
Acqua stagnante e putrida, manutenzione assente, questo caratterizza la fontana di via Magliocco, non più funzionante, il cui stato di abbandono dovrebbe far riflettere su uno dei tanti beni tralasciati nella nostra città, destinati a perire nell’indifferenza di molti, che non curanti alimentano il degrado e l’indecenza.
Nel quartiere Pagliarelli, in via Altofonte, i residenti fanno i conti ancora con l’eternit, la cui pericolosità è nota a tutti. I cittadini esasperati lamentano l’assenza delle istituzioni comunali che, a detta di molti, passano ogni tanto per “selfie di facciata” senza poi intervenire con il diserbo, i controlli e la tutela della salute della comunità.
Persiste da più di un mese la discarica in via Konrad Roentgen; nessuno ha infatti provveduto alla rimozione di rifiuti anche pericolosi, più e più volte segnalati.
Capitolo a parte meritano strade e marciapiedi dissestati e buche che possono sicuramente fare concorrenza a quelle della capitale. Si segnala una buca pericolosa al centro di carreggiata in via Trinacria, nonostante il recente lavoro di posa per i lavori che riguardano la fibra ottica; per il marciapiede dissestato menzione particolare merita quello di via Tripoli. Pericoloso lo stato del manto stradale in via Crispi pieno di buche, dossi, crepe e avvallamenti e che presenta al centro di carreggiata un’ampia buca, che determina una potenziale insidia stradale per i conducenti dei mezzi a due ruote.
Parole ad arte, mentre tutto rimane uguale e niente sembra cambiare nonostante i numerosi appelli, le promesse e le speranze disilluse. Ben venga quindi l’iniziativa #facciamounpatto, ma il patto deve essere consapevole e soprattutto deve essere rispettato. Palermo è di tutti, un piccolo gesto incivile danneggia ognuno di noi, chi sbaglia deve pagare. Perché è mortificante vedere la nostra terra martoriata da un’inciviltà intrinseca. Perché Palermo sarà dei nostri figli, dei nostri nipoti ed è un tesoro che va preservato nelle migliori condizioni possibili. E’ un nostro possesso per sempre, fino a quando il degrado non la sovrasterà in maniera definitiva e a quel punto sarà troppo tardi per i rimpianti.