lunedì, 18 Novembre 2024
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Panorama d’Italia a Palermo, la Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi sui tesori della città

L’ultima delle tante tappe del lungo tour di “Panorama d’Italia 2018“, che ha attraversato le più belle città del Bel Paese, è approdata oggi a Palermo per una tre giorni ricca di eventi in calendario. Questa mattina, il primo dei numerosi appuntamenti gratuiti, ha visto protagonista Vittorio Sgarbi con una Lectio Magistralis sui “Tesori di Palermo“. Ad introdurre il critico d’arte, il direttore di Panorama, Raffaele Leone.

«Non c’è niente di più attuale di Palermo», ha affermato Vittorio Sgarbi introducendo il tema centrale della lectio, i tesori architettonici e culturali del capoluogo siciliano.

L’attualità di Palermo, secondo quanto affermato da Sgarbi, non risiederebbe tanto nel suo patrimonio storico-culturale di indubbio valore, ma quanto nella valorizzazione di tale patrimonio.

Eventi di carattere internazionale, come “Manifesta”, hanno consentito l’apertura al pubblico di luoghi poco, o per nulla, conosciuti dalla cittadinanza, ma non riuscirebbero – a detta del critico d’arte – a valorizzare e potenziare la visibilità del patrimonio artistico già presente nella città, poiché spostano l’attenzione verso l’elemento “novità” e non verso il luogo che fa ad esso da cornice.

«Palermo dovrebbe essere una “Manifesta” perenne – ha affermato Vittorio Sgarbi lanciando una proposta – con l’intento di non andare a cercare l’opera di un artista contemporaneo di cui difficilmente la collettività si ricorderà, ma quei luoghi che hanno fatto grande la Palermo “chiusa”».

Una Palermo “infinita”  – la definisce il professore – che si contrappone ad una Parigi “finita”: se quest’ultima trova massima espressione in monumenti quali il Louvre e la cattedrale di Notre Dame, Palermo gode di un patrimonio infinito di meraviglie, sin dai suoi più piccoli corridoi e cunicoli, grazie anche alla pluralità di stili ed elementi di richiamo a quelle culture che l’hanno resa ciò che è oggi, e  che ha trovato la propria identità culturale nel periodo bizantino e il suo massimo splendore nel periodo arabo.

Meraviglie quali San Giovanni degli Eremiti, la Chiesa di San Cataldo, il Ponte dell’Ammiraglio, la Cuba, squisitamente di matrice araba, che hanno ricevuto maggiori attenzioni rispetto allo sfortunato Castello di Maredolce, rappresentano quella continuità col mondo arabo che, oggi, risulta integrato, accolto, non in conflitto, in perfetta convivenza con il resto delle realtà cittadine. «Palermo è l’unico luogo – ha affermato Vittorio Sgarbi – dove la cultura più recente non annulla la precedente e questo la rende la città dell’integrazione per eccellenza».

Uno spazio di rilievo della lectio, è stato ricoperto dalle opere di Giacomo Serpotta, con un breve richiamo all’opera di Caravaggio trafugata a Palermo all’interno dell’Oratorio di San Lorenzo, non è ancora stata ritrovata e sulla quale lo stesso Sgarbi sta svolgendo indagini per chiarire le dinamiche del furto, per poi passare a Raffaello ed Antonello da Messina introducendo e descrivendo minuziosamente quello che è l’emblema della Sicilia: l’Annunciata di Palermo dello stesso Antonello da Messina, custodita a Palazzo Abatellis.

Ampio spazio è stato anche dedicato alla magnifica bellezza allegorica del ‘Trionfo della Morte‘ (custodito a Palazzo Abatellis), che descrive col suo automico cavallo l’autunno del Medioevo e che  travolge tutto ciò che era il passato, lasciando spazio ad una nuova civiltà dove i poveri vengono risparmiati dalla scure della morte e i potenti uccisi senza pietà: una nuova civiltà che annulla chi godeva di privilegi e salva chi cerca il proprio riscatto.

A terminare la lectio, dopo una splendida descrizione della Santa Rosalia di Antoon Van Dyck e di alcune opere dei pittori della scuola caravaggesca, le opere di Renato Guttuso e Fausto Pirandello e l’omaggio al recentemente scomparso artista Piero Guccione.

Foto panorama.it

 

Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi al Teatro Santa Cecilia a Palermo
Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi al Teatro Santa Cecilia a Palermo – foto Sabrina Longi
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