Palermo, il capoluogo dell’isola mediterranea è da sempre il cuore pulsante della cultura, il centro della politica, dell’economia e della sua storia, dove, ancora oggi si possono scorgere le eredità dei popoli che l’hanno attraversata: dai fenici, ai greci, agli arabi e ai normanni. Palermo conserva ancora ciò che la storia le ha regalato e ha custodito per lei. Un omaggio all’eredità artistica, culturale e linguistica conservata ancora oggi a Palermo è “40 cunti di Palermo. Palermo vista con gli occhi di un palermitano” di Salvatore Arena, edito da Bonfirraro.
L’autore, già promotore della cultura e della “sicilianità”, ha voluto regalare ai siciliani, e non solo, un percorso di lettura e una guida alla scoperta della bella città in maniera molto originale: adottando i tre sensi della vista, dell’udito e del gusto, ripercorre le leggende, le eredità culturali, il patrimonio artistico e culinario della città siciliana.
Il lettore si troverà immerso in “40 cunti”, cioè 40 storie, 40 poesie, interamente scritte in dialetto siciliano con traduzione e spiegazione a fronte.
Un viaggio a 360° dentro Palermo e i segreti e i misteri che custodisce: l’autore passa dalla toponomastica, svelando le chicche relative alle leggende che starebbero dietro la creazione di nomi quali “Isola delle femmine” e “Capaci”, alla storia di personaggi illustri quali Federico II, Filippo Patti e Gaspare Bivona, per poi descrivere con minuzia di particolari le piazze e il patrimonio artistico di Palermo designato Patrimonio mondiale dell’Umanità. Fra queste, per citarne alcune, piazza della Vergogna, la Cattedrale, le grotte (primi insediamenti umani e prime tracce di civiltà). Vengono anche citati Ballarò, Vuccirìa e Capo, i 3 mercati, luoghi tipici e tradizionali della città siciliana.
Il patrimonio culinario viene raccontato con una delicatezza tale da fare quasi sentire al lettore il profumo e il gusto dei piatti descritti. Si passano così in rassegna alcuni dei piatti tipici di Palermo: dalla frutta di Martorana, al pane con la “meusa” (milza), per passare poi alla storica diatriba, che ha suscitato l’interesse anche dell’accademia della Crusca, tra arancino (catanese) e arancina (palermitana).
Dal libro di Salvatore Arena traspare una grande e profonda conoscenza della propria città, ammirata con gli occhi del visitatore stupefatto e meravigliato delle bellezze artistiche, culturali e delle tradizioni multietniche e multiculturali che Palermo conserva e preserva.
Gli occhi dell’autore sono però occhi pieni anche di speranza, di fiducia, di chi crede e sa che Palermo è ancora oggi culla di un’immensa storia e di un’eredità che non possono e non devono essere dimenticate, ma valorizzate e preservate.
«Palermo, insignita nel 2018 del titolo di capitale della cultura italiana, è da sempre culla di civiltà, tradizioni, leggende e folcklore – afferma l’editore Salvo Bonfirraro – e il nostro compito, in quanto promotori di cultura e in quanto siciliani, è quello di valorizzare, custodire e tramandare quello che nel tempo abbiamo ereditato. Un patrimonio di inestimabile valore, che come tante altre città siciliane, rende speciale e ricca la nostra isola».
SALVATORE ARENA, L’AUTORE
Nato nel 1966 a Palermo, dove vive e lavora. Scrive per passione. Dice di essere “Un collezionista di attimi”. Ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo ”Coppola in bella vista” (2007). Ha collaborato alla realizzazione di ”Ragazzi di lattadi” B. Caminiti (Limina 2003). Nel 2014 ha curato la mostra ”Il biglietto racconta – sfumature rosanero” in 100 anni di azzurri presso il Super Flash Store di Intesa San Paolo a Palermo. Nel luglio del 2016 fonda l’associazione culturale,Palermo & Palermitani, per l’incremento turistico, di cui è il presidente.