Tre anni di UNESCO per Palermo, Monreale e Cefalù: si tratta di una bellissima medaglia, ma mai come in questi giorni di discute dell’ampliamento del sito seriale che finora conta nove monumenti. Ed altri tredici premono per entrare: alcuni in buone condizioni, altri invece hanno appena iniziato il percorso di valorizzazione. Se ne parlerà domani, mercoledì 4 luglio, a Palazzo Reale, nel corso di una conferenza che il Comitato di Pilotaggio ha organizzato proprio in occasione del terzo anniversario dell’iscrizione al patrimonio UNESCO. Dalle 17:30, in aula Piersanti Mattarella, si riuniranno storici, esperti e le istituzioni a capo dei diversi enti che gestiscono i monumenti del sito seriale. Sarà presente Antonio Almagro Gorbera, professore della Escuela de Estudios Àrabes. CSIC – Laboratorio de Arquelogìa y Arquitectura de la Ciudad (LAAC): fu lui, tre anni fa, a porre la sua firma in calce alla candidatura di Palermo, certificando così la validità del percorso arabo normanno.
A distanza di trentasei mesi, Gorbera terrà una Lectio proprio sull’ampliamento del sito UNESCO in linea con il percorso di valorizzazione e conservazione a cui tutti gli enti stanno contribuendo. Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, del sindaco Leoluca Orlando, presidente del Comitato di Pilotaggio, e dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, interverranno il direttore della Fondazione UNESCO Sicilia, Aurelio Angelini, il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il sovrintendente Lina Bellanca e il direttore del Polo Archeologico di Palermo, Francesca Spatafora. Quindi la Lectio di Antonio Almagro Gorbera.
Alle 19:30, la cerimonia di consegna dei diplomi rilasciati da UNESCO ai rappresentanti dei siti. Alla fine della cerimonia, visita alle mostre in corso a Palazzo dei Normanni, “La pittura fiamminga” e “Il castello a mare”.
Quando venne costruito il Dossier di candidatura per l’iscrizione nella World Heritage List UNESCO del sito seriale “Palermo arabo-normanna e la Cattedrali di Cefalù e Monreale, in provincia di Palermo furono censiti 22 siti (escludendo i ruderi), di cui soltanto nove con requisiti di idoneità necessari per essere dichiarati “patrimonio dell’umanità”: Palazzo Reale e Cappella Palatina; San Giovanni degli Eremiti; Santa Maria dell’ammiraglio; San Cataldo; la Cattedrale; Palazzo della Zisa; Ponte dell’Ammiraglio; Cattedrale e chiostro di Cefalù; Cattedrale e chiostro di Monreale. Gli altri 13, pur possedendo caratteristiche arabo-normanne, non furono giudicati idonei, ognuno con motivazioni diverse legate all’integrità, autenticità, conservazione e fruizione. Sono stati divisi in due macrogruppi (A e B): i primi hanno bisogno di interventi di restauro sia sul sito che sull’ambiente circostante, ma possono aspirare ad entrare nella World Heritage List, sempreché si riesca a renderli disponibili e aperti al pubblico; i secondi hanno essenzialmente perso la loro autenticità, quindi sono da salvaguardare ma non possono essere inseriti nel sito seriale. Sono quindi cinque i monumenti che “bussano” alla porta dell’UNESCO, e il Castello a Mare è proprio il primo della lista ed è quello che versa nelle condizioni migliori, anche perché ricade nell’area del Porto, interessata ad un importante intervento di recupero. Castello a Mare è seguito dal Palazzo di Maredolce, splendido esempio di architettura arabo normanna, ma in condizioni precarie, anche se anche in questo caso si sta provvedendo al suo recupero, compresa l’area circostante. E ancora, la chiesa di Santa Maria Maddalena, a pochi passi da Porta Nuova, ma sita all’interno della caserma del Comando Legione Carabinieri; stessa condizione per la Cuba, cuore dell’antico parco di caccia dei re normanni, il “Genoardo”: oggi la Cuba vive (ed è visitabile) all’interno di una caserma: infine, la splendida chiesa della Magione.
Ma i monumenti in maniera diversa legati alla Palermo arabo normanna, non sono finiti qui: ne esistono altri che hanno caratteristiche e tracce arabo normanne, ma che nel corso dei secoli hanno subito una perdita di originalità: vanno comunque salvaguardati e tutelati, sono la Cuba Soprana (all’interno di Villa Napoli) e la Piccola Cuba; la cappella di S. Maria L’incoronata; San Giovanni dei Lebbrosi; la chiesa di Santo Spirito (chiesa dei Vespri); la quasi monacale chiesa di Santa Cristina La Vetere; il castello dell’Uscibene; il reticolo dei Qanat; i bagni di Cefalà Diana.