“L’Amat si sta avviando verso lo sfascio, e la colpa è tutta degli attuali amministratori”. Lo affermano Angelo Figuccia e Orazio La Corte, consiglieri comunali rispettivamente di Forza Italia e Leva Democratica, che proseguono: “Ieri abbiamo effettuato una visita ispettiva presso la sede dell’Amat di via Roccazzo e, a distanza di qualche mese dalla nostra ultima ispezione, nulla è cambiato, anzi sono aumentate le criticità, a cominciare dal numero degli autobus che ogni giorno circolano per la città. Su 237 vetture funzionanti, ne escono in strada soltanto 217, mentre le restanti 20 restano in deposito perché mancano gli autisti, destinati, nelle ultime settimane, a svolgere il ruolo di controllori sui bus. Ma perché l’azienda non utilizza tutti i dipendenti dichiarati inidonei alla guida che restano comodamente in ufficio a scaldare qualche scrivania, invece di utilizzare quelli che ancora potrebbero guidare? Un bel mistero che nessun componente del Consiglio d’amministrazione è stato capace di spiegare.
Come se non bastasse, resistono strenuamente a qualunque taglio i tantissimi sprechi che ancora adesso appesantiscono le casse dell’Amat, a cominciare dai 200 mila euro spesi ogni anno per i cellulari di servizio o dalle oltre tremila giornate di permesso sindacale retribuito concesse annualmente alle cinque sigle maggiormente rappresentative dentro l’azienda. Per continuare con lo spreco del rifornimento degli autobus a metano in un distributore privato allo Zen, quando basterebbe riattivare quello esistente all’interno della rimessa di via Roccazzo. E a certificare che i conti ormai non tornano più è stata, nelle scorse settimane, la stessa Giunta comunale, che ha rilevato uno sforamento del contratto di servizio di ben 4 milioni e mezzo di euro, cifra che gli attuali vertici aziendali devono provvedere a risparmiare con una serie di tagli.
Da lunedì prossimo – concludono Figuccia e La Corte – faremo ogni settimana una visita ispettiva all’Amat per sollecitare la nomina del nuovo direttore generale e per accertare che i componenti del consiglio di amministrazione mettano in pratica tutti i tagli necessari per evitare il fallimento dell’azienda. L’Amat non deve fare la stessa fine di Amia e Gesip”.