domenica, 17 Novembre 2024
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Palermo diventa laboratorio sperimentale dei tutori volontari

Si è svolto stamani a Palazzo delle Aquile il convegno nazionale “L’Istituto della tutela: dimensione essenziale per la protezione dei minorenni non accompagnati in Italia” , in concomitanza con la Giornata Mondiale del rifugiato indetta dalle Nazioni Unite. Accompagnare i minori stranieri nel loro delicato percorso di crescita ed integrazione nel territorio cercando di diventare per loro un punto di riferimento significativo. Con questo obiettivo Palermo diventa laboratorio sperimentale dei tutori volontari dei ragazzi stranieri non accompagnati arrivati sulle coste siciliane dalla Libia. La sfida epocale ai sistemi di accoglienza nei paesi di arrivo dagli incessanti sbarchi di questi ultimi mesi, pone la protezione, in particolare per i minori di 18 anni di età, un elemento prioritario da affrontare. Un momento di confronto tra cittadinanza, istituzioni e agenzie che gestiscono processi e servizi di accoglienza per minorenni stranieri non accompagnati, anche alla luce dell’esperienza realizzata nell’ambito del progetto europeo SafeGuard – Più sicuro con il tutore , cui hanno aderito medici, insegnanti in pensione, dipendenti comunali. Capofila del progetto l’Associazione I Girasoli. A fare gli onori di casa il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, C’è stato anche lo spazio per l’incursione dei due comici palermitani Salvo Ficarra e Valentino Picone che hanno voluto manifestare il loro sostegno all’iniziativa.
A fare gli onori di casa il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il cui incipit è stato l’auspicio per un mondo che vorremmo di diritti garantiti, ma che troppo spesso sono denegati. Nella Carta di Palermo si afferma senza se e senza ma la mobilità internazionale quale diritto umano. Tradotto in prosa legislativa, l’abolizione del permesso di soggiorno, che è diventato la nuova schiavitù dei nostri tempi.

La Carta di Palermo – ha continuato il Primo Cittadino – ha dato vita ad una esperienza straordinaria con la costituzione della Consulta delle Culture, un modo per testimoniare la pluralità  di culture che costituisce la ricchezza del mosaico Palermo, fatto di tessere di colori e forme diverse, all’interno di una cornice costituita dal rispetto dei diritti di tutti. Stiamo vivendo una stagione destinata ad essere il secolo dei diritti dei migranti. Spesso ci si dimentica che i bambini ed i ragazzi  non sono degli adulti incompleti, ma dei soggetti titolari di diritti, senza bisogno di dover attendere di diventare maggiorenni. Solo grazie ai migranti – chiosa  Orlando – la globalizzazione può avere il volto gioioso o sofferente dei migranti altrimenti si potrà  parlare solo di un traffico di merci”.
L’Assessore Area della Cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, dopo aver premesso di essere tutore di circa 850 fra bambini e ragazzi italiani e di non sentirsi “un buon tutore perché con questi numeri non possiamo dare risposte esaurienti, dal canto suo ha reso testimonianza diretta di cosa succede ad uno sbarco di migranti, verso il quale non abbiamo il dovere di andare, ma abbiamo la volontà  di farlo. La vera sensazione che ho ogni volta che sono in banchina è che mi vergogno di essere cittadina di questa Europa, al cospetto di migranti seduti e fermi, che non alzano nemmeno lo sguardo prima di scendere  dalla nave e non c’è un bambino piccolo che piange perché non gli è¨ permesso  nemmeno di piangere. Quella è la macchina perfetta e rodata dell’emergenza, la stessa che però ha creato un mostro. Le immagini che abbiamo dei minori stranieri sono quelle di  ragazzi che quando arrivano hanno lo sguardo stanco e speranzoso. In sei mesi avranno lo sguardo spento e arrabbiato, La figura del tutore può diventare un punto di riferimento per costruire relazioni significative in un percorso di integrazione autentico che dia sicurezza”. Credo –  continua l’Assessore – che in questo momento i migranti siano una sfida pedagogica di miglioramento dell’Italia stessa ed auspico che si possa derogare dall’armonizzazione contabile dei fondi per i migranti . Rilancia, infine, l’idea delle famiglie di appoggio che non è un affido ma un luogo dove i ragazzi possano avere nella città  punti di riferimento per trascorrere i fine settimana, le vacanze, per un periodo massimo di un anno e mezzo”. ”

E’ un privilegio potermi occupare delle persone di minori età , della loro tutela e piena salvaguardia”,  afferma la Garante nazionale per l’infanzia Filomena Albano. “La nuova prospettiva di accoglienza parte proprio da queste figure di tutori il cui impegno e cammino con questi giovani dovrà  essere costantemente monitorato. Alla Sicilia per il flusso elevato di transito dei minori stranieri va un riconoscimento speciale anche se occorrerà  lavorare su un nuovo sistema di accoglienza condiviso di buone prassi che possano consolidarsi nel tentativo di dare una risposta ad un problema che tutti sappiamo essere non emergenziale ma strutturale”.
Per il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Palermo Pasquale D’Andrea “i ragazzi non sono solo il futuro ma anche e soprattutto il presente su cui dobbiamo agire concretamente. Non dobbiamo solo proteggere i minori, ma metterli soprattutto nelle condizioni di esprimere e pensare avendo diritto di parola. Il laboratorio dei tutori volontari può costituire una risorsa solo se inserita in un sistema più ampio di sinergie pubbliche e private”. .
Per la Vice-Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza Sandra Zampa, “dietro ogni migrante c’è una storia speciale che va curata e sostenuta. Il minore ha bisogno di essere ascoltato per uscire dall’invisibilità, senza rimanere in balia e preda di traffici illeciti. Lasciarlo solo significa spingerlo a sbagliare strada distruggendo la sua vita e quella di tutta la nostra società” . Anche l’On. Zampa critica l’Europa: “E’ immorale che non si interpelli sulla scomparsa dei tanti minori. Dobbiamo avere ancora la capacità  di indignarci e la strada della tutela volontaria è un percorso significativo di notevole importanza. Il paese ha necessità di razionalizzare tutto il sistema dell’accoglienza ma ancora non siamo usciti da questa logica emergenziale”.
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