sabato, 23 Novembre 2024
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Palermo da scoprire – Le sorgenti del Gabriele

Esterno della sorgente del Gabriele
Esterno della sorgente del Gabriele

Sotto la via Umberto Maddalena, meglio conosciuta dai palermitani come “la conigliera”, su di un terreno dell’acquedotto di Palermo è collocato il gruppo di affioramenti naturali denominato Gabriele. Il nome deriva dall’arabo “Al Garbal”, grotta irrigante, e viene usato per designare, nello specifico, quattro sorgenti naturali, denominate Gabrielotto, Cuba, Nixio e Campofranco. Alle sorgenti si arriva da via Villa Nave o da via Riserva Reale, in fondo ad un percorso che si dipana dentro al potabilizzatore Gabriele. Ci si accorge di essere in corrispondenza delle sorgenti solo per caso, infatti, degli edifici bianchi, anonimi, spiccano tra la vegetazione. Solamente quello della sorgente Nixio è mastodontico sormontato da archi che ne denotano la presenza. Il tutto è immerso, come già detto, in mezzo a una  vegetazione di macchia mediterranea; tutto cambia quando ci si addentra all’interno di questi edifici. Cominciamo la nostra visita dalla sorgente Gabriele, quella da cui prende il nome il gruppo delle sorgenti. Nella penombra, una scala ripida porta ad un ambiente fresco, coperto da un tetto sostenuto da travi in cemento armato; il gorgoglio dell’acqua che sgorga dalle rocce, e scorre sul fondo, trasparente, in mezzo alle pietre, per poi insinuarsi nei cunicoli che la convoglieranno al ricettacolo, detto “Magistrale”. La fonte è provvista di illuminazione artificiale di tipo a led che permette di godere al meglio questo meraviglia della natura. La fonte è l’unica visitabile e solamente una volta l’anno in corrispondenza dell’evento “Palermo apre le porte, la scuola adotta la città”. Proseguiamo la nostra visita con la sorgente Gabrielotto vi si accede tramite una scala a pioli metallici infissi al muro, questa è situata sottoterra. Un piccolo camminamento in cemento addossato ad una delle due pareti permette di poter camminare, con l’acqua alta trenta centimetri, resa bianca dalle nuvolette di calcare che si sollevano dal fondo; nel buio, rischiarato da lampade elettriche, si vedono i muri di mattoni costruiti, per salvaguardare la purezza delle acque. In fondo al cunicolo, quando i mattoni sono interrotti da una parete di roccia, il cunicolo biforca ed il camminamento si interrompe, impossibile proseguire qua l’acqua è più alta.

Interno sorgente Gabriele
Interno sorgente Gabriele

Proseguendo la nostra visita partendo dall’ingresso del ricettacolo Gabriele. Si passa attraverso cunicoli più stretti dei precedenti; qui, le volte non sono molto più alte dei visitatori. Le pareti sono in parte in mattoni ed in parte in rocce naturali, quindi si passa alla fonte Cuba. L’acqua, che affiora tra le rocce, è fredda e limpida, lo spettacolo è magistrale. Proseguendo il giro, si arriva nuovamente alla sorgente Gabriele: da cui siamo partiti, qui si vedono le lampade che rischiarano la fonte, qua avevamo guardato l’acqua sgorgare tra le rocce e formare una sorta di laghetto. Qualcosa di simile a quello che si vede osservando l’interno della fonte Nixio; anche qui, l’acqua, più bassa di quella che si trova nelle altre zone del comprensorio, affiora dagli elementi lapidei del fondo formando bolle d’aria che danno vita a splendidi giochi di cerchi concentrici e riflessi cristallini.

Geologicamente, il sito è costituito da quattro sorgenti da contatto in cui l’acqua sgorga per naturale deflusso; il liquido, infatti, si trova in una falda acquifera sotterranea, parte di una formazione permeabile, posta al contatto con uno strato di materiale impermeabile sottostante.

L’alimentazione della falda proviene dal massiccio Sagana-Monte Cuccio.

Interno sorgente Gabriele
Interno sorgente Gabriele

Le quattro fonti di cui si compone il gruppo Gabriele sono note fin da tempi molto remoti; è la stessa denominazione araba a segnalare come la sorgente fosse conosciuta già nel X secolo.

Tramite il sistema a castelletti, l’acqua del Gabriele veniva imbrigliata e raggiungeva le diverse zone della città antica. L’acqua nell’antichità affiorava a cielo aperto e la zona era paludosa e in particolare le fonti Nixio e Gabriele che sgorgavano creando una sorta di laghetto poco profondo, venivano usate dalla popolazione per lavare indumenti; le condizioni igieniche del luogo erano talmente precarie che le epidemie di colera sembra siano state causate proprio dalla consumazione di queste acque, all’epoca insalubri. In seguito, in effetti per tutelare la salute della cittadinanza, il comprensorio delle fonti venne, in un primo tempo, circondato da mura, ed in seguito coperto: è questo l’aspetto che le sorgenti hanno attualmente. Un primo lavoro per la protezione delle sorgenti sicuramente venne effettuato nel 1761 c’è lo ricorda una data incisa su di una parete della sorgente Gabriele che recita “fecit R C 1761” (“eseguito dalla Reggia Corte 1761”), infatti le pareti murarie si distinguono in due pezzi, il primo composto da conci di tufo più grandi il secondo, sicuramente costruito in un secondo momento, è composto da conci di tufo più piccoli, da notare anche la differenza di tonalità del tufo una più scura l’altra più chiara.

Interno sorgente Gabriele
Interno sorgente Gabriele

Oltre che per usi domestici, le acque derivate dal Gabriele venivano sfruttate dalla popolazione per alimentare il lavoro di mulini; le fonti storiche siciliane ne fanno spesso menzione. Il corso delle acque derivate dalle fonti Gabriele è raffigurato in un quadrone ad olio del 1722, conservato all’Archivio del Comune di Palermo. Il dipinto, che fa parte con altri tre di analoghe proporzioni, riferiti ai corsi dell’Uscibene, del Papireto e di Garraffo e Garraffello. Nel corso delle acque del Gabriele vengono citate anche “le posizioni dei «ricettacoli», le diramazioni e i quantitativi di acqua assegnati a ciascun utente”. L’acqua della sorgente non era utilizzata soltanto dalla cittadinanza per le necessità quotidiane, ma servivano anche per alimentare i bacini artificiali dei complessi della Zisa e della Cuba.

Bibliografia:

“Palermo città d’acqua” di Maria Di Piazza, Gulotta Editore;

“Sorgenti del Gabriele” di G. Adelfio e O. Consoli, con la collaborazione di G. Carollo, by AMAP.

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