Nove vittime italiane, 13 sopravvissuti, venti morti in totale. È una vera e propria strage quella accaduta in Bangladesh, al ristorante Holey Artisan Bakery, attaccato l’1 luglio da un comando di miliziani affiliati all’Isis nel quartiere diplomatico della capitale, Dacca.
Il sindaco della Città metropolitana di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando, ha disposto che da domani le bandiere dei palazzi comunali di Palermo e della città metropolitana siano esposte a mezz’asta “in segno di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime della strage di Dacca”.
Orlando, inoltre, ha espresso “ferma condanna per l’ennesima strage di integralisti criminali” e ha invitato i sindaci delle città metropolitane, siciliani e italiani, a fare lo stesso. “E’ necessario mostrare coesione – ha concluso – nel rifiutare qualsiasi forma di violenza e di estremismo barbaro, riaffermando i principi del dialogo fra culture e religioni”.
“La comunità bengalese di Palermo ripudia ogni atto di violenza compiuta da criminali che si fanno chiamare islamici, ma che poco hanno a che vedere con l’Islam.
Siamo vicini e solidali con le famiglie di tutti gli italiani e delle altre vittime innocenti uccise nell’attentato di Dacca”.
Lo hanno dichiarato Sumi Aktar e Alamin Md, consiglieri della Consulta delle Culture e rappresentanti del Bangladesh nell’organo del Comune di Palermo.
“Alcune persone vogliono trasmettere il messaggio che il Bangladesh è un paese fondamentalista islamico, ma noi condanniamo questa visione – proseguono i due consiglieri. Il Bangladesh è stato sempre un Paese laico, dove convivono pacificamente diverse religioni, le cui culture discendono molto dal sanscrito, un paese dove i due più grandi partiti democratici sono guidati da donne. Certamente non un paese di stampo fondamentalista. L’unica cosa che vogliono questi delinquenti è seminare terrore e rovinare l’immagine di un paese meraviglioso, mettendo paura in vista della grande festa del ‘Eid al fitr’. Ma le comunità bengalesi di tutto il mondo rifiutano la cultura della paura e della violenza”.
Per Adham Darawsha, presidente della Consulta, “da Palermo viene ancora una volta un messaggio di Pace, dialogo e rispetto reciproco, unici strumenti possibili per la convivenza e la contaminazione fra popoli e culture”.