Compie ormai 25 anni l’entrata in vigore della legge 257/92, che in Italia ha stabilito il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e/o contenenti amianto.
Fino al 1992, l’Italia è stato il secondo produttore europeo di amianto, dopo l’allora Unione Sovietica, e ancora ad oggi, su tutto il nostro territorio, ci sono circa 40 milioni di tonnellate di amianto, ovvero materiali contenenti amianto, in circa 50 mila siti, e un milione di micrositi.
La mappa del rischio:
Le scuole (circa 2.400), con l’esposizione al rischio di circa 350.000 studenti e 50.000 dipendenti, tra docenti e non; gli ospedali; gli altri edifici pubblici; gli aeromobili, le navi e altri mezzi militari, l’amianto è ancora largamente presente, e purtroppo continua e continuerà a mietere molte vittime.
Ad oggi, nonostante la sua accertata pericolosità (anche Iarc, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro delle Nazioni Unite, ha infatti riconosciuto l’amianto come cancerogeno e ha chiesto di bandirne l’utilizzo in ogni sua forma), non esiste una normativa internazionale che ne limiti la produzione e la commercializzazione. La Confederazione Internazionale dei Sindacati (Ituc), e il Sindacato Mondiale dell’Industria (IndustriAll) hanno sostenuto dodici nazioni africane nel chiedere l’inserimento dell’amianto nella lista dei materiali pericolosi della Convenzione di Rotterdam i cui componenti si riuniranno, a Ginevra, entro il 5 maggio prossimo. Sono sessanta i paesi nel mondo ad aver bandito l’amianto.
Negli ultimi giorni l’Osservatorio Nazionale Amianto è stato protagonista di importanti passi avanti: come la sentenza n. 94 del 21.04.2017, pubblicata il 22.04.2017, che ha condannato l’INPS a rivalutare la posizione contributiva di 6 operatori del Porto di Marina di Carrara esposti ad amianto e l’interlocuzione istituzionale che si terrà il prossimo 9 maggio presso il Comune di Massa grazie al sostegno dei Sindaci di Massa e di Carrara.
Oggi, 28 aprile, in occasione della Giornata Vittime Amianto, l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto (ONA Onlus), associazione rappresentativa dei lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto ha dichiarato: “Siamo costretti giorno dopo giorno a registrare decine di nuovi casi di patologie asbesto-correlate. Purtroppo l’epidemia di queste malattie è ancora in corso, per i lunghi tempi di latenza perché possono arrivare fino a 40-50 anni. Ecco perché l’unico sistema per evitare nuove malattie e quindi nuovi decessi è quello di evitare ogni forma di esposizione a queste fibre killer, e ciò attraverso la bonifica. Solo così sarà possibile vincere l’epidemia, perché ricordiamo che non sussistono limiti di soglia al di sotto del quale il rischio si annulla e tutte le esposizioni di amianto sono dannose per la salute umana. Trattandosi di un cancerogeno e, come per tutti i cancerogeni, il limite è 0, al di là di quello che molto spesso si legge sui giornali”.
Ad oggi, il mesotelioma, il tumore che si origina dalle cellule del mesotelio per effetto delle fibre di amianto (che ne costituisce l’esclusiva causa di insorgenza), rappresenta l’ottava causa di morte sia negli uomini sia nelle donne; una macabra contabilità che non tiene conto di tutte le altre patologie asbesto correlate, molto meno rare. Secondo i dati pubblicati su “I numeri del cancro 2016 di Aiom /Airtum”, in Italia, sono stati circa 1.900 i casi diagnosticati ogni anno nel nostro Paese (il Renam ne certifica più di 1.500 ogni anno), con un particolare incremento oltre i 50 anni.
Un nuovo “big killer” che silenziosamente si fa spazio nella quotidianità di ognuno di noi, perché i casi di mesotelioma non sono altro che la punta dell’iceberg, poiché, tenendo conto di tutte le altre patologie che l’amianto è in grado di cagionare, il bilancio sale, purtroppo, a più di 6.000 decessi ogni anno (circa 3.500 per tumore al polmone, cui si aggiungono tutte le altre patologie neoplastiche – tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco e del colon retto e quelle fibrotiche – asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e per complicazioni cardiocircolatorie).
Secondo Iarc 2012[i] (International Agency for Research on Cancer), tra le neoplasie causate dall’esposizione all’amianto rientrano anche il cancro alla laringe e alle ovaie, ed, inoltre è stata confermata l’associazione tra esposizione ad amianto e maggiore incidenza di cancro alla laringe, allo stomaco e al colon retto.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, anche sulla base delle risultanze dell’ultima monografia IARC, ha chiesto un ulteriore aggiornamento delle tabelle Inail, con l’inserimento di tutte le patologie neoplastiche nella lista 1 rispetto all’attuale collocazione rispettivamente nella lista 2 e 3.
“Riteniamo che l’Inail debba adeguare la lista 1 della tabella delle patologie asbesto correlate, e vi debba ricomprendere anche il tumore della faringe, dello stomaco e del colon retto, che ora sono inseriti nella lista 2, il tumore dell’esofago, che ora è inserito nella lista 3, sulla base dell’ultima monografia IARC, ed il resto della letteratura scientifica e dei dati epidemiologici. Non sono da escludere anche altre patologie, sempre sulla scorta delle risultanze scientifiche: come per esempio i tumori dell’apparato emolinfopoietico – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto -. L’emergenza amianto è ben più vasta di quello che raccontano i dati epidemiologici: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, purtroppo ogni anno, solo per il mesotelioma e per il tumore al polmone, perdono la vita più di 107.000 persone e decine di migliaia sono coloro che si ammalano. In Italia più di 6.000 persone perdono la vita ogni anno. Ciò non può essere più sopportato, l’ONA chiede la messa al bando globale dell’amianto e la bonifica in Italia. Solo evitando le altre esposizioni si può arrestare l’epidemia di patologie asbesto correlate”.
L’ONA sta monitorando la situazione. La piattaforma web www.onarepac.it mappa e censisce tutti i casi di patologie asbesto correlate, ovvero quello patologie che si sospetti abbiamo origine dall’esposizione ad amianto.
L’Associazione, oltre ai Dipartimenti e allo Sportello Amianto Online, attraverso il quale tutti i cittadini possono chiedere assistenza, sta procedendo ad istituire, in collaborazione con i diversi comuni, anche degli sportelli “fisici” in varie città della penisola, dal nord al sud, da est a ovest.
In questo modo, tutti i cittadini avranno un punto di riferimento stabile dove potersi recare per chiedere informazioni per se stessi ma anche per i propri familiari.
I numeri della strage:
- 6.000 decessi per patologie asbesto correlate
- 1.900 i nuovi casi di mesotelioma, secondo i dati pubblicati da “I numeri del cancro in Italia 2016 di Aiom /Airtum”. Questi dati sono corrispondenti a quelli censiti da ONA. Il Renam ne ha comunque registrati una media superiore ai 1.500 per ogni anno.
- 1 su 234, gli uomini in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
- 1 su 785, le donne in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
- 4% i decessi oncologici per mesotelioma in entrambi i sessi.
- 2.732, i pazienti ad oggi, in Italia, con diagnosi di mesotelioma.
- 2.400 sono le scuole italiane in cui sono presenti amianto e i materiali di asbesto.
- 1.000 gli anni necessari per rimuovere totalmente ogni traccia di amianto in Italia. Il Prof. Boeri, Presidente dell’INPS, ha stimato, ottimisticamente, in 85 anni il tempo necessario per poter bonificare tutto l’amianto presente nel territorio nazionale.