Alla fermata dell’autobus, c’è un signore particolarmente distinto, che, con il giornale sotto il braccio, guarda spesso l’orologio. È nervoso, è stanco di aspettare. Si accende una sigaretta. Arrivano, poi, dei liceali e tra questi, una ragazza parla alzando eccessivamente la voce. Agli occhi degli amici pare voglia apparire una tipa tosta, vuole pure essere più grande dell’età che dimostra. Forse per questo, aprendo il suo zaino, tira fuori una cartina e avvolge il tabacco. Così diversi, eppure tanto simili. Entrambi, la giovane studentessa e l’uomo sulla cinquantina, sono accomunati da ciò che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “la più grande minaccia per la salute nella regione europea”: il fumo.
I dati parlano chiaro: si stima, infatti, che in Italia il fumo abbia procurato circa 83 mila vittime e nel mondo la cifra ammonta a 6 milioni di persone. Nella nostra nazione un fattore ancora più allarmante è che dei 10 milioni di fumatori, il 23,4% è rappresentato da studenti dei primi anni delle superiori.Per fronteggiare questa problematica, giungono novità e divieti, introdotti con il decreto di recepimento della direttiva Ue sul tabacco.
Il primo cambiamento riguarda, innanzitutto, l’aspetto esteriore delle confezioni contenenti il tabacco, le cosiddette “avvertenze combinate”. Le scritte di carattere informativo, volte a dissuadere i consumatori dall’acquisto, saranno accompagnate da immagini particolarmente forti ed incisive, con l’inserimento, inoltre, di indicazioni che possono incoraggiare quanti vogliono smettere di fumare.
La pubblicità ha certamente il suo peso: viene vietato per questo motivo l’inserimento di elementi promozionali sul pacchetto di tabacco e rafforzata, invece, l’attenzione verso i minori, attraverso il divieto di spot tv e immagini pubblicitarie, relative a liquidi e ricariche di sigarette elettroniche, nella fascia oraria dalle 16 alle 19 e all’interno di programmi e riviste a loro rivolti. Aboliti additivi e aromi, che da alcuni fumatori vengono quotidianamente aggiunti alla nicotina, spariscono anche i classici pacchetti da 10 sigarette ed è proibita la vendita di tabacco sfuso superiore ai 30 grammi. Altre norme, non previste dalla direttiva, tutelano le possibili e probabili vittime di fumo passivo: da questo momento è vietato, infatti, accendere sigaretta sia in una vettura, alla presenza di donne in gravidanza e minori, sia all’esterno di ospedali e istituti scolastici. Per coloro che vendono tabacco a quanti hanno un’età inferiore ai diciotto anni, previste multe salate (da 500 a 3 mila euro) e la sospensione dell’attività per quindici giorni. Non viene certamente messa da parte la tutela dell’ambiente: di fronte alla cattiva abitudine di gettare a terra mozziconi di sigarette, il ddl sulle Green economy ne ha introdotto il divieto.
A difesa della salute e della vita, il bene più prezioso, i cambiamenti mirano, dunque, a dare finalmente un taglio netto al fumo, sia attivo che passivo, cercando, soprattutto, di contrastarne la diffusione tra le nuove generazioni. Del resto, è assodato, ma occorre sempre precisarlo: il fumo uccide e ora anche la cicca, se gettata in terra, avrà un peso nelle tasche dei fumatori.