A ottobre sosterrà la laurea in video-conferenza, dopo aver svolto gli ultimi cinque esami con la stessa modalità. Lui è uno studente dell’Università di Palermo, iscritto alla facoltà di Agraria nel corso di Scienze forestali ed ambientali. E’ uno studente un po’ speciale quello di cui parliamo, che vive da anni in nord Italia sotto falso nome e dopo aver aderito al programma di protezione speciale perché testimone di giustizia. “Le sto scrivendo per chiederLe di aiutarmi a risolvere un problema che da tanto tempo ormai ho fatto finta di non vedere e che ora ho deciso di affrontare, – ha scritto il giovane in una lettera destinata al prorettore vicario di UNIPA Prof. Vito Ferro, spiegando il suo particolare stato – vorrei finalmente completare il percorso di studi”. L’Ateneo di Palermo si è così messo in contatto con il Servizio centrale di protezione dei testimoni per concordare tutte le modalità utili a venire incontro alla richiesta del giovane. “Bisognava metterlo in condizione di sostenere gli esami senza rischio della vita – afferma il Prof. Ferro – e l’unico strumento per fare ciò era a distanza e in videoconferenza”. L’allestimento, pertanto, non è stato semplice, ma con la collaborazione congiunta del Rettorato e del coordinatore del corso di studio, Prof. Giuseppe Venturella, insieme ai colleghi Conte, Palazzolo, La Mantia, La Mela Veca, Saiano, Lo Pinto, il risultato è stato possibile. Il Servizio centrale di protezione ha messo a disposizione locali, funzionari ed un collegamento via skype per lo svolgimento degli esami secondo le modalità prestabilite dall’Ateneo, che a sua volta ha anche predisposto un’appropriata modalità di verbalizzazione degli esami. Per il rettore Prof. Roberto Lagalla si tratta di una sfida vinta, e non è solo di un primato nazionale, una dimostrazione che “l’Università di Palermo assiste i propri studenti anche in condizioni esulanti la normalità e che risentono del contesto territoriale siciliano. Oggi possiamo confermare che questo studente fuori dagli schemi, come lui si definisce, ha completato tutti gli esami e presto potrà discutere la sua tesi di laurea, sempre in modalità videoconferenza, di cui è relatore il professore Giuseppe Venturella. A tutti i docenti va il mio personale ringraziamento per avere condotto a buon fine una esperienza didattica cosi inusuale ma piena di solidarietà umana”. Il 23 luglio, a esami conclusi, il giovane ha inviato una nuova lettera al prorettore, per ringraziarlo e chiedergli di raccontare la sua storia, pur nel rispetto del suo anonimato. Una lettera che è una testimonianza pubblica. “Vi volevo raccontare l’altra faccia della Sicilia che non è soltanto criminalità organizzata e omertà, come molti pensano – scrive il laureando – ma contiene meravigliosi paesaggi che vanno dal mare alla montagna, che offre mete turistiche piene di storia e di cultura, ma soprattutto ospita persone splendide dotate di onestà, intelligenza e senso di giustizia, in grado di diffondere legalità e solidarietà. Sono un laureando “particolare” dell’Università di Palermo, diverso dal normale e dagli altri studenti poiché ormai da anni vive in un programma speciale di protezione, in totale segretezza e anonimato, lontano dalla sua terra e dalle sue origini, nascosto e all’ombra dagli occhi indiscreti della criminalità. La mia diversità mi ha reso forte, orgoglioso e stupefatto poiché sto realizzando un sogno che ormai da tempo avevo accantonato: la mia laurea in Scienze forestali e ambientali all’Università degli studi di Palermo. Ciò lo devo a delle splendide persone che prima di essere professori universitari si sono dimostrati delle persone umane mostrandomi solidarietà e legalità. Può sembrare strano ma questo accade a Palermo. È bastato soltanto accennare la mia situazione e l’impossibilità di recarmi all’Università che subito hanno pensato a emanare un decreto per farmi svolgere gli ultimi esami in modalità videoconferenza. Direi un decreto unico e personale dal momento che sono il primo e l’unico studente in Italia a sostenere gli esami in questa modalità particolare. Che emozione rivedere i mie professori dopo tanto tempo anche se solo per videochiamata. Questo mi ha fatto capire che comportarsi da cittadino onesto comporta sì dei sacrifici e delle rinunce, ma l’onestà paga, ti rende forte e libero dai pregiudizi. Ricorderò con gioia e gratitudine l’impegno mostratomi. Ho scritto questa lettera poiché avevo il desiderio di ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno contribuito a realizzare il mio sogno accantonato”.