Palermo, 07.02.2016 – Non capita spesso che un’applicazione venga presentata dal Presidente del Senato ma NOma è un’app, gratuita e scaricabile su smarthphone e tablet, che ha meritato questo privilegio perchè, raccontando la storia, vuole tenere vivo nella memoria il sacrificio di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia.
A presentare l’applicazione, venerdì 5 febraio nella sala Koch di Palazzo Madama, il presidente Pietro Grasso insieme al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, all’AD di Tim, Marco Patuano, e alla direttrice di Rai Teche, Maria Pia Ammirati.
L’app, sviluppata insieme a Tim, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Palermo ed è stata realizzata in collaborazione con le Teche Rai che hanno fornito il materiale audio/video dell’epoca.
NOma, museo urbano Nomafia, nasce da un’idea dell’associazione culturale “Sulle nostre gambe”, fondata da Pif, insieme a Roberta Iannì, Emanuela Giuliano, figlia del capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano ucciso dalla mafia nel ’79, e Tiziano Di Cara, e si è sviluppata in un progetto per raccontare gli anni bui di Palermo legati agli attentati di mafia.
Per la prima volta, le storie delle persone comuni che con il loro lavoro e i loro ideali hanno combattuto la mafia, e sono morti per questo, viene raccontata attraverso un’app e non da un reportage, da un film, da una fiction o da un libro.
NOma guida cittadini, turisti, giovani e studenti attraverso le strade di Palermo e dintorni nei luoghi degli attentati mafiosi. Ogni storia è illustrata, oltre che con i video storici, anche attraverso fotografie d’epoca, animazioni digitali, note biografiche, e interviste inedite ai familiari.
“Un evento importante perché la memoria non va mai trascurata – ha detto il presidente Grasso -. Questo collegamento fra memoria e nuove tecnologie ci fornisce maggiori garanzie sulla sua permanenza e sulla sua tutela. NOma è l’unione di una storia fatta di tanti eventi drammatici con le tecnologie moderne. Servirà ai cittadini e servirà anche per acquistare nei negozi che non pagano il pizzo, per appoggiarne le attività“.
Pippo Baudo, Beppe Fiorello, Paolo Briguglia, Francesco Scianna, Nino Frassica, Leo Gullotta, Isabella Ragonese, Donatella Finocchiaro, Ficarra e Picone, Giuseppe Tornatore. Luigi Lo Cascio e Teresa Mannino sono alcuni dei personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura che hanno deciso di sostenere l’iniziativa di Pif, prestando la voce per narrare i fatti accaduti.
Come dicono Ficarra & Picone nello spot di presentazione dell’app: “è un modo originale per ricordare e condividere una parte importante della storia d’italia”.
L’app condurrà, fisicamente e o virtualmente, nei luoghi dei delitti e delle stragi. Chi non si trova a Palermo, potrà visitarli muovendo il tablet o lo smarthpone grazie alle foto realizzate a 360°. I cittadini o i visitatori del capoluogo siciliano verranno guidati (con google maps) sul luogo del delitto e grazie alla realtà aumentata (augmented reality), accedendo alla funzionalità “intorno a te”, potranno vedere le animazioni che raffigurano l’accaduto.
NOma, come ha detto la presidente Grasso in presentazione, propone anche itinerari che condurranno alla scoperta delle realtà che aderiscono ad “Addiopizzo”, il movimento che ha scelto di combattere la mafia promuovendo un sistema di economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso lo strumento del “consumo critico”.
Le storie per ricordare il sacrificio di queste persone e delle loro scorte, con video e racconti, attualmente visionabili sono 15: Antonino Agostino, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Mauro De Mauro, Giovanni Falcone, Mario Francese, Giorgio Boris Giuliano, Libero Grassi, Carmelo Iannì, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Beppe Montana, Giuseppe Puglisi, Pietro Scaglione, Cesare Terranova. Presto, saranno disponibili anche le storie di Filadelfo Aparo, Ninni Cassarà, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Paolo Giaccone e Calogero Zucchetto.
Non ci resta che suggerirvi di scaricare NOma, per conoscere la storia di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia, ma nel contempo di sostenere ogni giorno quelle tante persone oneste che si ribellano ai soprusi e ai condizionamenti mafiosi come i giornalisti che continuano a denunciare l’esistenza della mafia o i commercianti che si rifiutano di pagare il pizzo.