La Banca della Terra è una nuova realtà siciliana il cui scopo principale è far rivivere i terreni incolti e abbandonati, per contrastare, in questo modo, la disoccupazione giovanile. Sono ancora in molti a non sapere di cosa si tratta e quali sono le opportunità che questa offre. A tal proposito, Giornale Cittadino Press ha ritenuto opportuno incontrare e chiedere maggiori chiarimenti all’Assessore Regionale all’Agricoltura Avv. Nino Caleca.
Ci siamo recati direttamente presso l’Assessorato di Palermo, in via Regione Siciliana. Una volta arrivati, ottenuto il pass e trovato l’ufficio dell’assessore, siamo rimasti stupiti nel trovare, alle 18.30 circa, ancora tante gente con documenti alle mani, chi era in piedi, chi era seduto, alcuni esponevano le loro opinioni, altri erano impegnati in accesi dibattiti. La segretaria intenta a rispondere costantemente alle chiamate telefoniche ed a gestire gli innumerevoli appuntamenti e lì, in fondo, immerso tra i tanti discorsi, le cartelle e i fogli, il nostro Assessore, serio ed attento a curare ogni faccenda.
Ci siamo per un attimo accomodati nei divanetti, con la speranza di individuare un piccolo ritaglio in cui inserirci e rivolgere cosi qualche domanda all’Assessore. Nell’attesa abbiamo notato che i riscaldamenti non erano accesi e la sala era particolarmente fredda, ma non per questo non animata e ravvivata dal duro lavoro. Non perdiamo le speranze e cerchiamo di farci notare o quanto meno di segnalare la nostra presenza. L’Assessore finalmente da lontano ci vede e, messe da parte, ma solo per un attimo, pratiche e conteggi, con prontezza ci viene incontro e con grande cortesia ci invita ad iniziare l’ intervista.
–Assessore Caleca, siamo qui per la Banca della Terra. Sono in molti, soprattutto i giovani, a non conoscerla. Di cosa si tratta? Quali obiettivi si propone? A chi è rivolta?
Partiamo intanto da un punto, per rendere il tutto più comprensibile. La Regione Siciliana è proprietaria di una quantità enorme di terreni. Una parte di questo territorio appartiene direttamente al demanio dell’Assessorato regionale e forestale, una parte appartiene ad Enti in qualche modo collegati all’assessorato, come l’ESA (Ente Sviluppo Agrario) ed inoltre ci sono anche tantissimi immobili, alcuni di grandissimo pregio che fanno sempre parte del patrimonio regionale . Molti di questi territori sono stati oggi abbandonati, senza alcuna funzione. Io, richiamandomi anche ad alcune esperienze fatte in altre regioni italiane, ho pensato di trovare il modo per far sì che questi terreni abbandonati venissero affidati, per alcuni anni, a tutti quei giovani che vogliono ritornare a lavorare nell’agricoltura. In sostanza, una volta individuati i terreni, dove sono e che caratteristiche hanno, io farò dei bandi con i quali inviterò i vari soggetti, singoli, associati o cooperative a presentare dei progetti. Per i primi anni, verranno concessi gratuitamente i terreni, in modo che i giovani mettano in moto soltanto le loro idee.
-Che tempi ci sono? Quando sarà possibile prendere visione di questi bandi?
Speriamo di essere abbastanza rapidi. Intanto è in fase di attuazione il cosiddetto procedimento omni guida (si stabiliscono le modalità dei bandi), poi l’altra precondizione necessaria è l’esatta individuazione dei terreni. Allo stato io ho già individuato nella Provincia di Palermo, di competenza soltanto dell’Assessorato, 4500 ettari, una bella cifra. Risolto il versante giuridico e il regolamento, si parte subito: nel senso che, già prima di avere tutta la mappa completa delle terre, si inizierà, se siamo fortunati, nel giro di due o tre mesi con i primi appalti.
-Abbiamo sentito dire che la Banca della Terra è stata già avviata in alcune regioni d’Italia, per esempio in Toscana. Ci sono delle differenze? Ci sono stati degli effetti positivi?
Noi partiamo sicuramente già avvantaggiati, perché lì la terra non è quella pubblica, ma è quella che mettono i privati che non sono più in grado di coltivarla e, dunque, una volta immessa nella Banca, la terra viene affidata ai giovani. Nel nostro caso la terra è pubblica e quindi dovrebbe essere tutto molto più semplice e più veloce.
Sì, lì cominciano sicuramente ad esserci degli effetti positivi: alcune cooperative, infatti, hanno già preso del terreno inutilizzato e lo hanno reso fruttuoso.
-È quindi un modo per risollevare l’agricoltura siciliana? Assessore Caleca, cosa vuole dire ai giovani?
È un modo per fare tornare i giovani in agricoltura. Nel 2013 la facoltà di Agraria ha avuto un incremento di iscrizione del 44% e dunque già c’è stato un vero e proprio ritorno automatico all’agricoltura. Oggi, infatti, la terra è un’impresa e riguarda quindi l’imprenditore, colui che mette insieme lavoro ed idee. Ci sono giovani che hanno fatto investimenti ricchissimi e ci vuole invenzione, capacità ed abilità a stare nel mercato. Ai giovani dico, tornate a lavorare in campagna ed a fare gli imprenditori, perché in un momento di crisi la prima cosa che rinasce è l’Agricoltura. La ripartenza è dalla terra ed in Sicilia la terra è un tesoro che dà lavoro e dignità a tutti.