Venerdì 26 gennaio, alle ore 18:00, Francesca Romana Mormile presenterà “Il minotauro cieco” all’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia; mentre lunedì 29 gennaio, a partire dalle 18:00, l’autrice sarà presente anche all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, in occasione del Giorno della Memoria, per far conoscere il percorso psicologico e umano di Ninni e di suo nonno. La presentazione del libro avverrà all’interno della Sala ekspozycyjna, nel corso del pomeriggio.
Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria per commemorare le vittime della Shoah, per far sì che quanto accaduto non venga mai dimenticato. Oltre ad essere un giorno dedicato al ricordo, rappresenta un impegno preso nei confronti dei giovani e delle future generazioni, perché non si può cambiare il passato, ma si può fare in modo che non si ripeta.
E c’è un libro che accende un riflettore sulla vicenda e che coinvolge l’umanità intera, un libro delicato e potentissimo, al tempo stesso: “Il minotauro cieco” (edito da Dario Flaccovio editore) di Francesca Romana Mormile, autrice attenta e sensibile.
La storia prende vita nel 1937 e racconta cinque generazioni, proiettando il lettore in un passato neanche troppo lontano, raccontando una realtà insopportabile – quella delle leggi razziali – arrivando fino ai giorni nostri.
La protagonista del romanzo è Ninnì, figlia di una madre ebrea e di un padre convertitosi per amore. Sullo sfondo, le leggi razziali, le deportazioni, gli anni in cui Ninni è ancora priva di quel grado di consapevolezza che non consente al dolore di invadere il cuore.
La piccola viene affidata al nonno paterno, perché i suoi genitori, sangue del suo sangue, vedono morire il giorno dentro un campo di concentramento.
A loro non è consentito riunirsi attorno a una tavola imbandita, a fine giornata, non è consentito godere delle piccole gioie del quotidiano. Ai genitori di Ninni non è dato vivere, vivere ciò che ai più appare scontato, normale, logico, dovuto.