Palermo 5 marzo 2016 – E’ di ieri la denuncia del pittore Pippo Madè della scomparsa dall’esposizione al pubblico nel museo Guttuso Bagheria della sua opera “Barricate a Palermo 1848”. Era il 26 dicembre 2016 quando a veniva riaperto, con una sontuosa manifestazione, il Museo Guttuso. In esposizione al pubblico oltre 1500 opere non solo di Renato Guttuso ma anche di altri artisti. Tra queste c’è anche, o meglio c’era anche l’opera “Barricate a Palermo 1848”del Maestro Pippò Madè, oltre che artista contemporaneo di Guttuso anche suo grande amico. Inspiegabilmente l’opera del pittore scultore palermitano, nei giorni scorsi, è stata spostate nel piano superiore del museo non visitabile dal pubblico e sostituita con l’opera di un artista alcamese.
“La sorpresa di non trovare più esposta la mia opera – ha dichiarato Madè – l’hanno avuta alcuni miei amici recatisi, nei giorni scorsi, a vedere le tante opere esposte e in particolare desiderosi di vedere la mia opera ‘Barricate a Palermo 1848’, così preziosamente esposta all’entrata del piano nobile di Villa Palagonia dove, durante l’inaugurazione venne apprezzata dagli amministratori regionali, locali e dallo stesso Sindaco Fabrizio Cinque oltre che da tanti presenti tra i quali Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il Regista Piff, l’attore di Teatro Salvo Piparo e Fabio Carapezze Guttuso. La concessione del dipinto al museo era stata concordata con la ex Direttrice Dora Favatella Lo Cascio, la quale venne più volte a farmi visita chiedendo espressamente quest’opera che, a suo dire, le avrebbe consentito uno studio particolare e alla quale avrebbe dato un posto di risalto. L’opera, tengo a precisare – continua Madè – che, per la lungimiranza di mia nuora Claudia, non è mai stata donata al Museo, ma solo affidata in ‘comodato d’uso gratuito’. Non nascondo la mia amarezza, sia per la valenza dell’opera, oggi mortificata da mano a me ignota che opera all’interno del Museo e sia perché sta per nascere, a Santo Stefano di Camastra, la ‘Fondazione Madè’ dove questa potrebbe trovare giusta e degna collocazione. I vincoli d’affetto e stima che mi hanno legato, sino alla sua morte, al mio stimato amico e Maestro Renato Guttuso, mi hanno portato ad essere generoso, anche perché sapevo che all’interno del Museo, ci fosse una Direttrice capace ed oculata ma, dal momento che anche lo staff e le varia competenze sono mutate e, preso atto che la mia opera non gode dell’iniziale stima ed apprezzamento che aveva portato l’amministrazione a richiedermela – conclude l’ottantenne Artista – confesso d’essere fortemente orientato, anche se dovesse tornare immediatamente al suo posto, a chiederne l’immediata restituzione e nel contempo esorto i miei colleghi artisti a meditare bene prima di consegnare le loro opere nelle mani di, spesso sacrileghe, amministrazioni”.