A pochi giorni dalla notizia della chiusura “temporanea” del Museo Guttuso di Bagheria, per motivazioni di carattere economico e gestionale, sono arrivate, giorno 26 novembre, ulteriori dichiarazioni da parte del Sindaco Patrizio Cinque e tra queste, una sua precisazione ha particolarmente colpito l’opinione pubblica:
“Forse qualcuno ha difficoltà a comprendere l’italiano. Non abbiamo mai detto che il museo chiude a tempo indeterminato, abbiamo più volte ribadito che si tratta di una chiusura momentanea, temporanea, non so più quali sinonimi usare per farlo comprendere”.
In un periodo, come questo, di profonda crisi, in cui i contratti di lavoro, quando ci sono, sono momentanei, la stabilità economica è momentanea, i percorsi di studio, con tutte le problematiche che il mondo della scuola presenta, appaiono instabili e la sicurezza certa di mantenere una famiglia è pure temporanea, a molti cittadini e appassionati d’arte, il dire del primo cittadino non è andato giù. Infatti, ritiene che sia stata fuori luogo fare questa precisazione linguistica, specialmente se adesso si rende momentanea anche l’arte, negando di fatto la visita del museo Guttuso a tutti i cittadini e turisti. A proposito di temporaneità occorre precisare che questa potrebbe essere, senza colpa del sindaco, molto ma molto lunga, come è accaduto per la chiusura temporanea del Teatro Massimo di Palermo nel ‘74’, durata per ben 23 anni.
L’esigenza di attuare lavori di ristrutturazione e di rinnovamento della struttura sono certamente necessari e fondamentali, ma potevano essere eseguiti prima e a prescindere dall’ attuale valutazione gestionale, che seppure ha evidenziato delle perdite di carattere economico nel bilancio e delle anomalie nei registri, a parere di molti non legittima una chiusura del museo, ma anzi, dovrebbe autorizzare, chi ha autorità, ad una presa di posizione volta a punire con sanzioni coloro che hanno agito nell’irresponsabilità. Poi si potrebbero ricercare nuove forme di gestione più appropriate e più efficienti.
Al momento si avvertono nell’aria, nulla di certo, tante proposte, come ad esempio l’esternalizzazione della struttura o la nascita di istituzioni pubbliche. C’è anche chi propone la nascita di una energica cooperativa giovanile, con persone qualificate e, soprattutto, amanti dell’arte. Nei Social si diffondono numerosi commenti e reazioni molto forti volte ad aprire un dibattito con la cittadinanza per una gestione, che sia produttiva ed efficiente e che non rappresenti certamente un costo per la comunità, ma una risorsa che produce ricchezza e posti lavoro. – “Vogliamo il Museo Guttuso riaperto subito”, si legge in un gruppo di Facebook, nato da poco e creato da tanti cittadini bagheresi e non.
Per Daniele Vella, ex candidato a sindaco di Bagheria – “la chiusura è un atto profondamente sbagliato. Qualsiasi critica alla gestone del museo, un rilancio delle attività e le pseudo anomalie tutte da verificare, comunque non sono motivazioni sufficienti a giustificare la chiusura di uno dei più importanti musei di arte moderna e contemporanea d’Italia. Tante potevano essere le alternative a questo drastico provvedimento, la più semplice sarebbe stata anche la più naturale cioè quella di chiamare attorno ad un tavolo le Istituzioni regionali e nazionali, l’Assessore Regionale ai beni culturali e al turismo ed il Ministro ai beni culturali, gli archivi Guttuso, l’Università di Palermo e le risorse artistiche del nostro territorio per discutere insieme del rilancio del nostro museo”. Aggiunge: “Bagheria e i bagheresi stanno reagendo con vigore contro la chiusura del museo Guttuso. Sono a conoscenza che un folto gruppo di artisti e uomini di cultura, bagheresi e non, stanno per lanciare un appello per la riapertura del museo. Dobbiamo avere tutti la forza di richiedere a gran voce la riapertura ed al contempo essere propositivi e offrire soluzioni e contributi”.
Oggi, Venerdì 28 Novembre, registriamo la notizia che il Sindaco sia ritornato indietro nella sua decisione.Aggiornamento in corso.
Dalla prossima settimana, grazie a dei dipendenti ASU , precari e pagati dalla Regione, permetteranno l’apertura, ma solo mattutina, del museo.