Ottemperare in maniera meticolosa alla raccolta differenziata porta a porta, così come indicato nell’Ordinanza del Sindaco, nel nostro caso quello di Monreale, non serve a nulla se non a “soddisfare” il proprio senso civico.
Come già spesso, troppo spesso, raccontato, il cortiletto intestato al Beato Pino Puglisi a Monreale, con tanti sacrifici fatto recuperare (da me, ndr), non viene spazzato, così come inveve avviene per gran parte del centro storico.
Questa volta raccontiamo di un sacchetto contenente la differenziata (vetro e lattine) lasciato dietro il portone di casa lo scorso martedì 12 aprile, non è stato ritirato.
Allora una decisione: attaccare sull’uscio un foglio con scritto um invito all’Operatore a raccogliere il sacchetto. Nulla di fatto nei giorni successivi, il sacchetto è sempre lì.
Arriviamo al sabato (16 aprile), giorno fissato dall’Ordinanza comunale per il ritiro di vetro e lattine, e il sacchetto, finalmente, veniva rimosso: più di quattro giorni per ricevere il “dono”!
Nel frattempo, a pochi metri dal luogo dell’abbandono”, sulla Via Antonio Veneziano, vengono giornalmente rimossi i sacchetti, che alcuni ignobili Cittadini, i quali non volendo ottemperare alla raccolta differenziata, abbandonano all’angolo della strada o in un fetido e pieno di ratti anfratto, da tutti noto come “ferro”. Dalla raccolta è esclusa la discarica di suppellettili vari che lì giace dallo scorso 4 aprile.
Questi “sporcaccioni”, da anni indisturbati, continuano nelle loro lurida opera, nonostante le innumerevoli denunce fatte all’amministrazione comunale, le quali hanno valso, a chi fa il proprio dovere (io, ndr), minacce, lettere anonime e tanto altro.
Purtroppo tutte queste denunce non sono servite: la Polizia Municipale guidata dal Sig. Luigi Marulli e l’Amministrazione Comunale il cui Primo Cittadino è l’Ing. Alberto Arcidiacono coadiuvato dall’Assessore al ramo-rifiuti Sig. Salvatore Grippi, nulla sono riusciti a fare.
Questo nuovo “silenzio” e questa mancanza di incisività da parte degli organi competenti, hanno spinto un cittadino – io, ndr- a denuciare l’accaduto, ancora una volta, all’unica Istituzione della quale si fida ciecamente, ovvero i Carabinieri – lo Stato.
Non importa se queste denunce possano fare attribuire al denunciante l’appellativo di “sbirro”, tanto il suo mantra è: meglio una vita da “sbirro”, che un giorno da mafioso, da delinquente o addirittura, da sporcaccione che butta i rifiuti per strada.
Un grazie particolare va professionale, Mar. Antonio La Rocca” della Stazione dei Carabinieri di Monreale, che puntualmente e attentamente raccoglie le ripetute denunce.