Monreale 01.05.2021 – Di scrivere, in questo periodo di pandemia, proprio non mi va per nulla. Se ne sarà accorta la Redazione e forse anche i Lettori, magari quelli interessati, come spero, ai miei articoli riguardanti l’automobilismo sportivo.
Men che meno avrei voglia di occuparmi di sozzure, sia riguardanti Palermo, la città nella quale, proprio sessanta anni come oggi, venni alla luce, che Monreale, città nella quale risiedo da 16 anni e che pensavo, avendo ricordi d’infanzia, fosse ben diversa da quella che è oggi, così ridotta da una politica discutibile e dai tanti, molti silenzi che la avvolgono ed ai quali tanti, troppi cittadini, si sono assuefatti ed abituati.
Le foto che ho pubblicate, in una sorte di “mosaico dello schifo”, sono state da me scattate questa mattina, la mattina, appunto, del 1 maggio, solitamente dedicata alla Festa del Lavoro, quel lavoro che sembra non esserci e nella quale, vista la “zona rossa” prorogata sino ad oggi al cinque maggio, tutta la provincia di Palermo è stata relegata.
Tutto questo nonostante ci siano stati Sindaci che hanno sempre dichiarato, anche a seguito dei tamponi molecolari esaminati, che i contagi erano pochissimi e tutti sotto controllo. Eppure, se vai in giro per Monreale, di gente senza mascherina, con la mascherina abbassata, che sputacchia per terra e che ti fuma in faccia, sia con l’odiosa sigaretta tradizionale che l’altrettanto disgustoso svapo, ce n’è tantissima e gli occhi capaci di sanzionare, redarguire, richiamare ai giusti comportamenti, sono solo quelli dei Carabinieri, mentre la locale Polizia Municipale…non pervenuta!
Ma andiamo alle foto pubblicate, che raccontano di un mio compleanno, rovinato, in parte, dalla visione di queste schifezze e da una diatriba, messa in atto tra me ed il Sindaco Ing. Alberto Arcidiacono, che dura da parecchio e precisamente dal giorno in cui, il 15 settembre 2020, per l’esattezza, indussi mio padre, Maestro Pippo Madè, a donare al Comune di Monreale, l’opera riguardante il Beato Pino Puglisi, la cui riproduzione, è custodita in una particolare e costosa teca, recante i nomi dei donatori: Giuseppe Romanotto, esponente politico locale, candidato a Sindaco della Lega; dell’ex Consigliere di Forza Italia Giuseppe Guzzo, del responsabile dell’AUSER ed ex Sindacalista Biagio Cigno; di Francesco Pinocchio, un caro amico, vicino ad ambienti romani del M5S; della Consigliera di Forza Italia Antonella Giuliano e, per mio volere, proprio dell’attuale Primo Cittadino.
Pensavo che questa donazione, effettuata alla presenza dell’Assessore Regionale al Territorio ed ambiente On. Toto Cordaro e di Carmine Mancuso, già Senatore della Rete ed oggi Presidente dell’Associazione per Onorari i Caduti nella lotta contro la mafia ed i buoni rapporti che avevo instaurati con il giovane Sindaco, avrebbero portato ad una vita più serena, dopo le varie diatribe riconducibili alla riqualificazione di Chiasso Procida, oggi Chiasso Beato Pino Puglisi ed alle cause, da me vinte, in Sede Civile e Penale, contro lo stesso Comune, costretto, come si evince dalle sentenze, a risarcirci in parte ed a riconsegnarci, tranne quelle per sempre trafugate, le opere, come appurato dalla Magistratura, indebitamente inserite dalla Giunta allora guidata dall’Avv. Salvino Caputo, nella “Donazione Franco Nocera”.
Purtroppo, invece, proprio quel giorno, il giorno di quella donazione si è trasformato, data la mancata inaugurazione di Chiasso Puglisi da parte del Sindaco e la sua reiterata assenza nei giorni successivi, nella fine di quell’ipotetico e da me sperato “idillio”.
In verità qualche avvisaglia c’era già stata, quando avevo scoperto il furto dell’opera di mio padre, realizzata in memoria del nostro caro amico, Cap. Emanuele Basile, e donata, con tanto di delibera, nel 1984 al Comune di Monreale.
Un’opera di grandi dimensioni che si trovava, come testimoniano le foto d’archivio che conservo, collocata proprio sopra la testa del Sindaco, nell’allora Aula Consiliare, che l’attuale Sindaco Arcidiacono, ci ha messo più di un anno per denunciarne la sparizione e quando si è deciso a presentare la denuncia, lo ha fatto in maniera ed in termini, secondo il mio parere, poco consoni, rimandando tutto all’esposto da me presentato e quasi sgravano di ogni responsabilità il Comune stesso.
Ma se andiamo ancora a ritroso nel tempo, c’era stato anche un indebito trasloco di persone nemmeno residenti, alle quali era stato concesso l’ingresso in Chiasso Puglisi (area non camionabile) di tre grossi camion, i quali avevano distrutto le fibre ottiche a pavimento, le quali disegnano il segno zodiacale del Beato. In quella occasione, il Sindaco Arcidiacono, si scuso telefonicamente, con me e mia moglie, per il disagio subito, biasimò l’ordinanza firmata dai preposti dell’Amministrazione. Purtroppo, da allora, le fibre ottiche, nonostante le mie Pec inviate al dirigente comunale, non sono state ripristinate.
Ma veniamo al tempo attuale: dal 23 al 26 aprile, probabilmente a seguito di un forte e persistente temporale, l’illuminazione pubblica di Chiasso Puglisi, è rimasta spenta, facendoci preoccupantemente piombare nelle tenebre notturne ed a nulla è servito inviare pec al Primo Cittadino ed al dirigente. Ma non basta, come si evince in una delle foto, uno scolo fognario di un palazzo limitrofo, si è evidentemente intasato ed il tombino è esploso, tanto da riversare i liquami, all’interno del cortiletto e riversarli, sotto forma di rigagnolo, nel canale di scolo delle acque bianche che conduce sin davanti ai negozi, chiusi per la pandemia, di Salita Sant’Antonio.
A questa situazione si aggiunge la presenza di alcuni ratti di fogna che escono da alcuni magazzini in disuso abbandonati e da un vano autoclave, al quale spesso gli stessi ratti hanno rosicchiato i fili elettrici.
Ho segnalato, per quattro giorni di fila la situazione, senza mai ricevere alcuna risposta scritta, da nessuno dei soggetti indicati e quindi non mi è rimasto altro da fare che rivolgermi al Comandante della Stazione Carabinieri, Mar. Antonio La Rocca, il quale, oltre a darmi conforto telefonico, mi ha inviato un uomo dell’Arma.
Il Sindaco, questo devo ammetterlo, ha sempre invece risposto al telefono e lo ha fatto anche oggi, quando, a brutto muso, gli ho evidenziato che questo luogo si chiama Chiasso Beato Pino Puglisi e che non mi sembra un’azione di grande Legalità, lasciarlo in abbandono, senza alcun intervento, dopo così tanti giorni e senza nemmeno una risposta scritta che le pec, per quanto mi è dato sapere, in termini di legge, pretendono.
In Sindaco mi ha solo freddamente risposto di aver segnalato la situazione agli uffici competenti, cosa che, a mio avviso, può andare bene in una città grande quanto Palermo, ma che non è certo bastevole per Monreale e che io non posso dargli lezioni di Legalità.
In tutto questo, a fare da tramite ed a cercare d’intercedere, al fine di abbassare i toni e le relative reciproche annunciate denunce, il caro amico ed ex Consigliere di F.I. Giuseppe Guzzo, il quale, resosi conto della situazione, della puzza insopportabile e del pericolo sanitario, in Chiasso Procida incombente, ha pensato di fare disinteressatamente ed in nome della pace, da lui sperata, la sua parte.
Nel contempo, nonostante l’immondizia ovunque sparsa, anche nel giorno del primo maggio, con sacchetti addirittura penzolanti dal balcone, fanno bella mostra in Via Antonio Veneziano, dall’antica Fontana del Pozzillo, sino a di fronte la stessa Stazione della Polizia Municipale, e che lì resteranno sino al 3 maggio, quando la ditta preposta alla raccolta rifiuti riprenderà il servizio
Contenti loro, scontento io che, come si evince sempre dalla foto, ho appena ricevuto la TARI (291 euro) che non accenna a calare e questo nonostante gli annunci trionfalistici, comunicati a mezzo stampa locale, dal Sindaco Arcidiacono e dall’Assessore Grippi per una raccolta differenziata che si attesterebbe al 75% e per la grande bravure dei Monrealesi, capaci di raccogliere, dopo averle sciacquate, le bottiglie di plastica smaltite.