Alla riunione a Berlino dei paesi europei membri del G20, in vista del vertice in programma ad Amburgo il 7 e 8 luglio prossimi, il premier Paolo Gentiloni ha parlato di immigrazione e di situazione critica per l’Italia legata all’emergenza migranti. “Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio – ha affermato il premier – ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo mette il nostro Paese sotto pressione ma noi abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo. Non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei – ha sottolineato Gentiloni, ricordando che con l’Ue bisogna – discutere del ruolo delle Ong, della missione Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri paesi africani, di allargare i programmi di relocation”.
Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, al termine del vertice della capitale tedesca, ha affermato: “Il presidente Gentiloni ci ha riferito della nuova situazione che si e’ creata in Italia: non possiamo abbandonare Italia e Grecia e dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni eroiche con i rifugiati”.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commentando l’ipotesi di negare l’accesso ai porti italiani alle navi che battono bandiera straniera e che sono impegnate in operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, ha dichiarato: “Piuttosto che costringere l’Italia a chiudere i proprio porti e a vanificare il lodevole impegno di tante organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo, è ora che l’Europa avvii le procedure di espulsione di quegli stati membri che rifiutano di adempiere agli obblighi formali che derivano dal far parte dell’Unione europee. E’ evidente – aggiunge Orlando – che questa proposta, che nasce da una sempre più difficile situazione in Italia e soprattutto in Sicilia, dimostra che l’Europa invece di essere grata a quanto fatto fino ad oggi dal governo italiano, dalle sue forze armate, dalle sue organizzazioni della società civile e dalle sue istituzioni ha scelto di essere sempre meno rispettosa della propria Carta fondativa e dei valori di tutela della vita e rispetto dei diritti umani fondamentali che ne sono la base”.
Orlando lancia quindi una provocazione: “Qualcuno dovrebbe spiegare al mondo intero perché un Paese che prevede la pena di morte non può essere membro dell’Unione europea, quando invece ai paesi già membri è permesso di condannare a morte decine di migliaia di migranti nel Mediterraneo, come avviene da anni”.