martedì, 5 Novembre 2024
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Mi siddió puru a siddiarimi (mi seccó pure a seccarmi)

Lo so a cosa stai pensando caro lettore: “picchi un t’abbiviri?” ovvero perché non ti innaffi così non secchi?

“Mi siddia” battuta del noto comico palermitano Antonio Pandolfo, per i non siculi siddia significa che mi seccò, per meglio dire non mi va di fare qualcosa.

A mia mi siddio puru a siddiarimi, ovvero come si può intuire a me, che sto scrivendo questo pezzo, mi seccarono tutte cose. Monelli cosa avete pensato che mi seccarono pure gli zebbedei? Tranquilli quelli per il momento ancora no.

Sorge spontanea una domanda: e perché ti siddio puru a siddiariti? Perché non provo più nessuno stimolo. Malpensanti quello ancora anche se ridotto c’è ancora, almeno in testa, ed è già qualcosa.

Purtroppo un accadimento esterno mi ha colpito, mi ha segnato tanto. Ancora non so farmene una ragione, la verità non la saprò mai, posso solo avanzare delle ipotesi, ma la verità, ne sono certo, non uscirà mai fuori. Uomini di panza siamo da queste parti. Pure io, ho fatto una panza enorme colpa del loccodaunne (lockdown), della inattività forzata e prolungata.

Mi sono lasciato andare. Mi rendevo conto che stavo precipitando sempre più in basso, un vortice mi aveva assorbito e mi stava trascinando verso il baratro, vedevo tutto nero, non opponevo nessuna resistenza, anzi quasi quasi la assecondavo.

Ad un tratto una manina piccola piccola, mi ha afferrato dai capelli, e piano piano mi ha tirato su. Mentre mi tirava su, il mio soccorritore mi ha sussurrato “adesso basta, torna in te, fallo per me ma soprattutto per te stesso, non ti dare per vinto, meglio ancora non gliela dare per vinta, ti hanno voluto mortificare ed annullare, tu devi dimostrare che hanno fallito, ce la puoi e ce la devi fare”.

A queste parole una scossa mi ha percorso lungo la schiena, ed al cervello è arrivata tanta adrenalina che mi ha fatto sussultare, e finalmente ho riaperto gli occhi e soprattutto mi ha fatto riflettere, non in negativo come era stato fino a quel momento, ma in positivo, molto in positivo.

Ero ritornato, certo la botta era stata devastante ma lo stimolo ricevuto era riuscito là dove “dotti medici e sapienti” (nota strofa di una canzone di Edoardo Bennato), avevano fallito.

E adesso? Adesso si vedrà, intanto ci barcameniamo per star fuori dal tunnel, la luce fuori c’è ed io l’ho vista, e se mi assalgono ancora dei barlumi di negatività li scaccio pensando a cosa mi ha detto il soccorritore che mi ha tirato su.

Cari lettori, se vi capita un’esperienza come la mia, vi posso assicurare che non ne vale la pena, giratevi dall’altra parte e proseguite sicuri per la vostra strada.

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