Dopo Roma, Napoli, Torino, anche Palermo si unisce al progetto che promuove l’inclusione sociale dei detenuti, che verranno occupati in lavori di pubblica utilità.
Un passo importante perché i detenuti non vivano nel completo isolamento sociale e possano redimersi, fornendo il loro contributo in lavori utili all’intera compagine cittadina, affinché vengano rieducati e possano affrontare in maniera corretta il successivo reintegro in società.
Oggi, martedì 5 marzo, all’interno della Casa di Reclusione Ucciardone, si è svolta la conferenza stampa di inaugurazione del progetto “Mi riscatto per Palermo”, che prevede l’ammissione di dodici detenuti allo svolgimento di lavori di pubblica utilità e l’apertura di una sartoria che produrrà capi d’abbigliamento.
Le due iniziative sono promosse dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Comune di Palermo; all’incontro con la stampa, ha preso parte la Direttrice Rita Barbera, il Sindaco Leoluca Orlando, il Garante regionale dei detenuti Giovanni Fiandaca e il capoarea del settore verde del Comune Domenico Musacchia.
Il gruppo di detenuti, inizialmente equivalente ad un numero di 12 persone e poi gradualmente fino a 50, verrà impiegato in attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di aree verdi della città. Un primo intervento sarà realizzato nell’area verde dell’Ospedale Militare e poi, una volta che il gruppo avrà maturato adeguata esperienza, è previsto che, a partire da maggio, gli interventi siano realizzati a Monte Pellegrino e lungo la foce e il corso del fiume Oreto. Ulteriori interventi, anche in sinergia con la RAP, saranno valutati nelle prossime settimane con particolare riferimento alla possibilità di intervento per la rimozione delle discariche abusive.
Il progetto della sartoria è stato invece già avviato, grazie al supporto di un’azienda siciliana del settore manifatturiero e all’attività di formazione che gratuitamente un sarto professionista ha destinato ad alcuni detenuti (10 in tutto) che, all’interno di un laboratorio attrezzato potranno ora realizzare capi d’abbigliamento.
Per la direttrice Rita Barbera: “queste attività rappresentano un modo
per rendere concreta la finalità rieducativa del carcere”.
Secondo i dati forniti dal Garante per i detenuti, solo una piccola percentuale dei reclusi nelle carceri dell’Isola svolge attività di pubblica utilità: appena il 17,6% contro il 25% che le svolge a livello nazionale.
“Anche per questo – ha affermato Fiandaca – questo progetto rappresenta un’importante opportunità ed un’iniziativa lodevole sotto tutti i punti di vista”.
Il Sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato come “questo progetto rappresenta lo specchio della possibilità di cambiamento, del fatto che il carcere sia certamente luogo in cui scontare una pena, ma soprattutto luogo in cui costruire per tutti, per le persone e per la comunità, un futuro diverso e migliore. In questo percorso, un grosso apprezzamento deve andare alla Direzione del carcere, che ha mostrato sempre una particolare attenzione alla dimensione rieducativa e alla funzione di reinserimento della detenzione”.