Un festival multidisciplinare all’Orto Botanico di Palermo tra musica, cinema, teatro, danza, letteratura, gastronomia; un cartellone che mira, nel tempo, a divenire stabile, e rappresentare il punto d’incontro di molte iniziative culturali dell’Università, attraverso il suo Sistema Museale, polo culturale dedicato al pubblico e luogo della sperimentazione scientifica e culturale, per eccellenza. Ed, in collaborazione con CoopCulture, nasce Metamorphosis, un cartellone che ha già avuto un’anticipazione cinematografica a inizio estate – WineWays, quattro film dedicati al mondo del vino con degustazioni nelle cantine della rete DocSicilia – e che ora entra nel vivo con “Il lupo e la luna”, cunto musicale tratto dal romanzo di Pietrangelo Buttafuoco, con l’adattamento teatrale di Valentino Picone, interpretato da Salvo Piparo e Lello Analfino, in scena da martedì 23 agosto, poi mercoledì e giovedì alle 21 all’Orto Botanico. Dopo l’anteprima al BarbablùFest alla Villa del Casale di Piazza Armerina, arriva a Palermo la storia di Scipione il Cicalazadè, nobile messinese rapito da ragazzino dai pirati, portato in dono al Sultano e cresciuto alla sua corte fino a diventare comandante della flotta musulmana. Tra battaglie, conquiste, bottini, Scipione il Cicalazadè riprende la via del mare fino a quando non ritorna dalla madre, Donna Lucrezia: la luna e l’amore che lo riportano in patria, ma è contro il cattolicissimo fratello Filippo … un cunto cadenzato, epico, leale, con tanto di battaglia finale tra i due fratelli, sulle musiche originali di Analfino, che recupera una figura storica cantata anche da De André.
“Il nostro Ateneo sta acquisendo sempre più un ruolo centrale nella vita della città di Palermo, non soltanto mettendo a disposizione le sue più suggestive location, come l’Orto botanico, ma soprattutto l’esperienza e il know how a servizio della cultura e della bellezza – interviene il rettore Massimo Midiri -. Queste iniziative rappresentano un’ulteriore occasione per rafforzare UniPa come punto di riferimento non soltanto della ricerca scientifica e della formazione d’eccellenza, ma anche per l’intera cittadinanza e i numerosi turisti che ogni anno visitano la Sicilia”.
“Lo scopo di Metamorphosis è quello di ampliare e potenziare la fruizione dell’Orto Botanico, anche per favorire l’aggregazione territoriale e valorizzare il patrimonio culturale siciliano, in rapporto con artisti e forme di eccellenza presenti sul territorio nazionale e internazionale” spiega Paolo Inglese che ha ideato Metamorphosis.
Dal 2 al 12 settembre, la rassegna ospita la nuova tappa di GeniaArtLab che rinnova la sua collaborazione con il laboratorio del DAMS universitario e CoopCulture. Un focus approfondito su nuove introspezioni di danza e musica, linguaggi sperimentali e bei ritorni, legati appunto all’uso consapevole dello spazio collettivo che diventa facilmente palcoscenico. E si inizia proprio dai racconti extraurbani di Emilia Guarino: venerdì (2 settembre) alle 19 dalla fontana delle Ninfee dell’Orto Botanico partirà una performance collettiva che si dirigerà verso via Lincoln, scenderà verso il mare per raggiungere il porticciolo Sant’Erasmo e da lì, lungo via Messina Marine, fino alla foce dell’Oreto che ormai da tempo ha ingoiato il suo essere fiume per diventare uno scarico fognario. “Cosa resta del nostro passaggio” (produzione Piccolo Teatro Patafisico/Diaria con l’Ecomuseo Mare Memoria Viva): Emilia Guarino, seguendo i passi di chi l’Oreto lo ha amato prima di lei, riallaccia il suo legame corporeo con il fiume. Con lei, la voce aperta e salda di Alberto Nicolino e la musica dagli infiniti chiaroscuri di Alessandro Presti, tracceranno il percorso. Il pubblico (dotato di smartphone e cuffiette) sarà parte dell’azione e sarà invitato a camminare insieme, a misurare ogni passo sul tempo ancora vivo che lega la storia della città a quella del fiume.
Sabato (3 settembre) alle 21,30 all’Orto Botanico, “Light percussion” concerto del Lugano Percussion ensemble, un progetto studiato insieme ai compositori: il LPE vuole immergere il pubblico dentro le svariate sfumature di timbri e colori, in maniera non invasiva, quasi meditativa. Il Lugano Percussion Ensemble è un ente culturale musicale svizzero che si concentra sulla sperimentazione di “nuove musiche”. E’ formato da sei percussionisti, tutti professionisti, Gregorio Di Trapani, Armando De Angelis, Sho Kubota, Alberto Toccaceli, Andrea Tiddi, Bruno Luca; dirige Simone Mancuso.
Domenica (4 settembre) alle 21 una drammaturgia da Marija Stepanova costruita da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco che aprono il loro progetto a una collaborazione con i Masbedo.
“Il corpo ritorna”, drammaturgia di Salvatore Tedesco, con Manuela Lo Sicco sulle musiche di Francesco Leineri, allestimento scenico Sabino Civilleri, è una performance multidisciplinare che si concentra sulla creazione di uno spazio in cui il tempo è sospeso nell’unico luogo dove si incontrano le profondità dei sogni e le profondità del mondo: l’immagine. Un lavoro lento di ripulitura della scena da tutto ciò che si conosce, per raggiungere un’essenza lineare e semplice, una riappropriazione importante del proprio tempo. Marija Stepanova, autrice del grande romanzo-saggio “Memoria della memoria”, dà vita a questo poemetto nato dall’esperienza oggi ingigantita, della guerra del Donbass del 2014 fra Russia e Ucraina. Video Madam Pinin, Until the end, Ricordo di un dolore da un progetto di collaborazione con Masbedo.
Lunedì (5 settembre) alle 21, “Sakura” progetto coreografico di Danila Blasi, Enrica Felici, Giordano Novielli, Francesca Schipani (coproduzione Festival Tendance/Rosa Shocking – PinDoc): un laboratorio nato a distanza e proseguito in presenza. Un’azione coreografica collettiva, prima in video e poi live, aperta a tutti coloro che sono interessati. Un progetto che tre anni fa dal dolore: nel 2019 muore improvvisamente Theodor Rawyler, una delle anime della Community dance in Italia. Questo lavoro che indaga il continuo rigenerarsi del tempo, è un omaggio a Rawyler.
Un’altra incursione nella danza sarà quella della compagnia Aloisio/Vicari (le danzatrici e performer palermitane Federica Aloisio e Sabrina Vicari): il 6 settembre alle 21, “Anapoda” sulle musiche di Angelo Sicurella è un gioco di movimenti e illusioni, una sfida alla percezione visiva ordinaria, ispirata all’immaginario della fotografa spagnola Ana Hell. Due donne dall’aspetto bizzarro vengono catapultate in un mondo sottosopra dove frammenti di vissuto e stereotipi idealizzati si mescolano, trasportate in un’altra dimensione dove tutto scorre al contrario. Un mondo ribaltato dove il cielo diviene pavimento, dove un semplice segno capovolto rivela il suo significato opposto e in cui la diversità è più che mai ricchezza. “Anapoda”, selezionato nel 2019 dal Festival Resistere e Creare, è stato tra i finalisti del Festival Presente Futuro del Teatro Libero di Palermo dove l’anno successivo ha vinto il premio “Zero in condotta-Cobas Scuola”. Produzione PinDoc.
Un vecchio amore quello di Claudio Collovà per Eliot e ancor più per Joyce: ed ecco che a cento anni dalla pubblicazione de La terra desolata e dell’Ulisse, il regista e attore si affida alle incursioni sonore di Giuseppe Rizzo, per dedicarsi ad antieroi, monti diversi, viaggiatori incompresi, narrazioni silenti. Dalla messinscena di entrambi i capolavori, Collovà trae immagini, esperimenti e parole. Giovedì 8 settembre alle 19,30. La stessa sera, ma alle 21,30 il Trio clarinetto, viola e pianoforte (nell’ordine, Angelo Litrico, Viviana Caiolo e Adalgisa Badano) affronteranno pezzi di raro ascolto di Danzi, Beethoven e Mozart con strumenti storici o copie di essi, eseguiti con il diapason proprio dell’epoca (430hz).
Il 10 settembre alle 21, “Miti d’acqua” performance di Sista Bramini da Ovidio sulle musiche per viola composte e interpretate da Camilla Dell’Agnola (Produzione O Thiasos Teatro Natura). Come è sua abitudine, Sista Bramini evocherà con la sua straordinaria narrazione, i geni locali di fonti, laghi, fiumi, veri, avviando un personalissimo dialogo paritario con le rocce, gli alberi, i cervi, i fiumi. Ovidio è solo uno spunto, il resto si deve alla potenza e allo stupore del narratore, che si lascia risucchiare con gioia dalle metamorfosi acquatiche, dalle storie di Aretusa, Ermafrodito, Atteone, da un mondo al quale in fondo apparteniamo.
Il 12 settembre, una giornata interamente dedicata alla Societas e al suo ritorno a Palermo: alle 10.30 in sala Lanza all’Orto Botanico, incontro con Chiara Guidi sulla composizione vocale, a cura del Corso di studi triennale DAMS dell’Università di Palermo e Genìa LabArt Palermo. La sera alle 21, “Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia – INFERNO”: Chiara Guidi (voce) e Francesco Guerri (violoncello). Un lavoro preciso e continuo quello della Societas e di Chiara Guidi sulle parole di Dante: per ogni canto delle tre cantiche, è stata riscritta un’intelaiatura, un’architettura musicale, una vera partitura che accoglie il corpo sonoro in transito sulla Divina Commedia. Voce e violoncello, inestricabili tra loro, creano una forma autonoma, fatta di spazi, silenzi, pause, cadenze, forme. Per questa performance palermitana proporranno Canto I, Proemio; Canto XVII , Cerchio VII: Gerione; Canto XVIII, Cerchio VIII: prima e seconda bolgia; Canto XIX, Cerchio VIII: terza bolgia.
Oltre a GeniaArtLab, Metamorphosis accoglie anche tre concerti della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, parte del progetto Note al museo, due concerti cameristici di formazioni nate in seno alla Foss, il 7 settembre il Pyramis ensemble e il 9 settembre il Quintetto Almeyda, e infine l’11 il più atteso, ospitato allo Steri e già quasi sold out: Nicola Piovani sul podio della Sinfonica che eseguirà sue composizioni.
Inoltre il prossimo sabato e quello successivo (3 e 10 settembre) per la rassegna RestArt, CoopCulture proporrà una suggestiva visita serale al crepuscolo: sarà un modo per scoprire in un orario particolare, odori e colori dell’Orto Botanico. I visitatori saranno forniti di whisper e lucine. Da prenotare su www.coopculture.it
Info e biglietti METAMORPHOSIS: 8 euro (intero)/5 euro (ridotto studenti, personale UniPa), 30 euro abbonamento a 5 spettacoli. Su www.coopculture.it o alla biglietteria dell’Orto Botanico.