mercoledì, 25 Dicembre 2024
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Mediazione penale e sociale. 400 casi in 15 anni

Si è svolto oggi a Villa Niscemi, organizzato dall’Assessorato alla cittadinanza sociale, il convegno “L’Ufficio di mediazione Penale della Città di Palermo: tra memoria e futuro. 15 anni di esperienze e riflessioni”. Nel corso della giornata, sono stati illustrati i risultati e le prospettive del percorso fatto dall’Ufficio di Mediazione Penale dall’atto della sua costituzione nel 2000, quando fu sottoscritto l’avvio del progetto tra il sindaco Leoluca Orlando, e l’allora Presidente del Tribunale per i Minori, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale minorile e il Direttore del Centro per la Giustizia Minorile, per favorire un percorso di mediazione penale finalizzato alla rieducazione e alla restituzione sociale di chi, per le cause più varie, ha compiuto un reato o è entrato in una situazione di conflitto sociale. A fronte di ciò, è stato anche annunciato che prossimamente sarà firmato un  protocollo d’intesa tra l’Ufficio comunale di Mediazione penale e l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) per la sperimentazione dei percorsi di mediazione anche su 15 persone adulte.

Circa 400 i casi trattati, molti dei quali avevano come protagonisti minorenni. Dalle vessazioni a scuola ai danni di uno studente disabile, all’anziana investita e non soccorsa dal giovane in moto, al ladruncolo nel centro commerciale che con il suo furto mette a rischio il posto di lavoro degli impiegati.
In tanti e diversi casi, l’azione svolta dall’ufficio ha permesso un incontro fra gli autori dei reati e le vittime, innescando relazioni e reazioni utili ad entrambi.

Significativi sono stati i risultati ottenuti finora, in particolare nelle scuole per la gestione dei conflitti che, se non fossero stati opportunamente trattati, potevano trasformarsi in comportamenti violenti diffusi.

“La mediazione è sicuramente una opportunità, una possibilità di ricucire e ricostruire relazioni – ha detto l’assessora Agnese Ciulla – Il nostro impegno è quello di dare continuità a queste attività, rafforzando la dimensione di rete sia con la mediazione che con la giustizia riparativa, che offrono a tutta la comunità e non solo ai soggetti coinvolti la possibilità di ” restituire” cittadini migliori, che hanno sviluppato capacità relazionali e di reciproca utilità.”

L’assessora ha comunicato che è già pronto per la firma il protocollo d’intesa con l’Uepe di Palermo per la sperimentazione dei percorsi di mediazione su 15 persone adulte, atti a favorire l’incontro tra l’autore di reato e la vittima dietro disponibilità di entrambe le parti.

“Attraverso un importante lavoro sinergico fra istituzioni diverse e con il privato sociale – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – abbiamo costruito e stiamo rafforzando percorsi che non sono soltanto di inclusione sociale, ma sono di vera e propria ri-costruzione di un tessuto di relazioni personali e umane, che spesso si è strappato come conseguenza di un contesto sociale, economico e culturale al quale le istituzioni hanno il dovere di prestare maggiore attenzione. La mediazione penale, che nella nostra realtà 15 anni fa fu il frutto di un approccio visionario di alcuni amministratori pubblici comunali ed operatori della Giustizia, è oggi una realtà consolidata, presa a modello in tanti contesti.”

La responsabile dell’ufficio, Dorotea Passantino, ha sottolineato la possibilità e necessità di “estendere la mediazione penale fuori dal contesto giudiziario, e quindi estendendo questo approccio operativo, tutto improntato al dialogo e al tentativo di risoluzione dei conflitti e delle tensioni sociali in altri ambiti. È quanto avvenuto in ambito scolastico con ottimi risultati, favorendo anche la nascita degli spazi di ascolto in cui le diversità e le differenze si possono esprimere. Poi abbiamo iniziato a sperimentare la mediazione ‘sociale’ anche in altri contesti esterni dove possono nascere i conflitti come nei condomini o centri aggregativi”

L’Ufficio di Mediazione Penale, si avvale anche della collaborazione dell’Opera Don Calabria, che è partner delle attività fin dal 2000 ed oggi rappresentata da Alessandro Padovani che ha sottolineato il ruolo del privato sociale “per portare la voce del territorio e fare da cerniera fra le varie istituzioni, tenendo alta la barra non sul tecnicismo del servizio di un ufficio ma favorendo proprio una dimensione di comunità.”

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