Giovedì 12 maggio alle ore 16.30, nell’Aula Paolo Borsellino del Dipartimento di Scienze Politiche e relazioni internazionali, del Collegio San Rocco di via Maqueda n. 324, nel corso di un Convegno patrocinato dall’Associazione ex Parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana, verrà ricordato, nel centenario della nascita, il compianto Prof. Massimo Ganci.
Introdurrà Rino La Placa – Presidente dell’Associazione ex Deputati dell’ARS, coordinerà Pasquale Hamel e sono previsti, dopo il saluto di Costantino Visconti – Direttore del Dipartimento Scienze Politiche e delle relazioni internazionali, gli interventi di Francesco Amata, Annamaria Cittadini Ciprì, Salvatore Ierardi e Carmelo Vetro.
L’Organizzazione e il Dipartimento tengono a far sapere, a quanti vorranno intervenire, che l’ingresso è consentito esclusivamente a coloro i quali sono in possesso di Green Pass.
Io l’ho ben conosciuto il Prof. Massimo Ganci, essendo lui grande amico di mio padre, Maestro Pippo Madè, del quale fu ispiratore di tante opere pittoriche e con il quale il mio genitore collaborò più volte in occasione di sue pubblicazione.
Scrivo questo articolo con non poca emozione, poiché i ricordi, pubblici e privati, sono tantissimi.
Proprio giorni addietro, avendo appreso di questo imminente convegno a lui dedicato, discutevo con Federico Ganci, figlio dell’indimenticabile Massimo e tra i fautori dell’imminente Convegno, quanto egli mi fosse stato umanamente vicino, in un momento difficile e molto particolare della mia vita e di quanto, con i suoi insegnamenti, i suoi scritti, le sue battute al fulmicotone, la sua ironia spesso tagliente ma mai cattiva, abbia forgiato, unitamente agli scrittori Nino Muccioli e Michele Pantaleone, il mio carattere, spesso risoluto e poco avvezzo ad ogni forma di compromesso.
Massimo Ganci era nato a Palermo nel 1922 e dopo i brillanti studi alla Facoltà di Filosofia, dove si avvalse, tra il 1938 e il 1942, di Maestri del calibro di Gino Ferretti e Vito Fazio Almajer, e si laureo all’età di vent’anni.
Inziò quindi ad insegnare proprio nel Liceo Ginnasio San Rocco, luogo dove si svolgerà il convegno e nel dopoguerra fu il riformatore del Partito Socialista Siciliano, unitamente a Gastone Canziani, mentre, nello stesso periodo, grazie a una borsa di studio, frequentò a Ginevra l’Istituto di Psicologia sperimentale diretto da Jean Piaget.
In Sicilia partecipa ai concorsi per le scuole statali e vince quello per l’insegnamento di materie letterarie negli Istituti di Avviamento al Lavoro e quello di Storia e Filosofia nei Licei e di Pedagogia nei magistrali. Dal 1950 al 1953 insegna, appunto, nell’Istituto di Avviamento al Lavoro di Palermo, per poi andare a insegnare negli Istituti Magistrali di Agrigento e Palermo e infine al Liceo Cannizzaro di Palermo, sino al suo ingresso nell’Ateneo del Capoluogo dell’Isola, prima da libero docente e poi, nel 1975, come ordinario di Storia Moderna.
Sin da giovane si dedicò alla stesura di saggi, articoli e opere. Nel “Menabò di una ricerca”, edito nel 1985, raccolse, in una sorta di personale antologia. Nei suoi scritti, che partivano dal 1942 e giungevano agli anni ’80, Ganci affronta i temi dell’autonomia nel libro “il Commissario Civile in Sicilia” contenente al suo interno il raro documento “il Memorandum dei Socialisti di Palermo al Commissario Civile” al quale segue, nel 1959, “Democrazia e Socialismo in Italia” con i carteggi di Napoleone Colajanni.
Da ricordare inoltre “Il Movimento Indipendentista Siciliano”, “Storia Antologica dell’Autonomia Siciliana“, “Il Caso Crispi“, “Le Ancelle di Clio“, “La Sicilia Borghese“, “Sicilia Archeologica“, “Storia di Sicilia“. Tra i convegni promossi “Napoleone Colajanni e la società italiana tra otto e novecento” nel 1983 e “Federalismo Regionalismo Autonomismo” nel 1989. Di pari passo all’attività Scientifica, le collaborazioni con il Giornale di Sicilia, con il L’Ora e con il Mattino di Napoli, come fondista di politica estera.
Massimo Ganci fu anche eletto deputato regionale nella IX legislatura, come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Fu pertanto uno Storico eclettico, capace di spaziare della politica internazionale, alla storia del Movimento Operaio, dalla Storia della Sicilia, sino, addirittura, alla Storia del costume, come testimoniato nel libro “Jazz Primo Amore” edito da Epos nel 1983.