Finalmente questa giornata volge al termine – mi riferisco al trascorso venerdì -. Non vedevo l’ora che finisse, ma vediamo il perché.
Perché è stata una giornata di m…. Alla fine della narrazione stabilirete voi se siete d’accordo con me.
Come ogni mattina mi alzo alle 5,20. Bagno, colazione e poi in macchina direzione ufficio, questo cinque mattine su sette al settimana, routine che faccio da 34 anni. Arrivato alle 7 nei pressi dell’ufficio giro come al solito per parcheggiare e, come al solito, ho difficoltà a trovare posto.
Le strade limitrofe all’ufficio sono quasi tutte zona blu, ed io per protesta da due mesi non pago l’obolo dell’abbonamento. Ritengo sia una vera e propria vessazione, 35 euri mensili da versare nelle casse della società privata che gestisce il posteggio a pagamento.
Finalmente vedo un piccolo spazietto in mezzo ad altre macchine parcheggiate in corrispondenza della fermata degli autobus dell’Amat. Sono consapevole che lì non è consentita la sosta, ma oramai sono alla disperazione. Avevo girato in lungo e in largo per ben 15 minuti, e l’ora della timbratura per l’entrata in ufficio era già scoccata da un paio di minuti. Decido di rischiare, la polizia municipale in zona si vede raramente (ultime parole famose).
Non vi sto a tediare sul come è trascorsa la mia giornata lavorativa, solita routine anche questa, stendiamo un pelo peloso, ops un velo pietoso.
Alle 15 esco di fretta e, quindi, come capite bene, non vedo l’ora di essere anche se momentaneamente “libero” e di godermi il weekend. Salgo in macchina, e mi avvio verso casa. Al semaforo un automobilista mi affianca e mi dice che sul parabrezza posteriore c’è una multa.
Con mio sgomento appena posso accosto la macchina, scendo, prendo questo foglietto giallo e lo poso sul cruscotto. Riprendo la mia marcia verso casa, tanto già sono consapevole che mi sono beccato una multa e riprendo la mia marcia verso casa.
Al terzo semaforo che ogni giorno incontro sul tragitto di ritorno, spinto dalla curiosità, prendo il foglietto giallo per vedere l’importo della sanzione. Con mio stupore non riesco a leggere quasi niente, è una copia carbone mal incisa, di quanto trascritto a mano.
Insomma, per farla breve, arrivato a casa entro nel panico perché non so la cifra che devo versare, entro trenta giorni per usufruire dello sconto del 30%, alla polizia municipale. Successivamente scopro che si devono versare alla cassa comunale (questo lo apprendo dopo facendo una ricerca sul web).
Allora mia moglie, visto in che stato mi ero ridotto, tutto sudato e in evidente stato confusionale, cerca e trova il numero di telefono dei vigili urbani. Chiama, è il numero del centralino della Polizia Municipale. L’addetto le fornisce un altro numero di telefono per avere maggiori dettagli. Lo compone diverse volte risulta libero ma non risponde nessuno.
A questo punto mia mogliera mi impone di pranzare, ma io a tutto penso men che meno a pranzare, con questo chiodo fisso non riesco a deglutire quindi rinuncio a mangiare, devo risolvere il quesito.
Decido di comporre io questo fantomatico numero per le informazioni, suona suona ma dall’altro lato non risponde nessuno. Lo compongo per ben 20 volte ma niente, allora decido di chiamare il centralino, per chiedere se esistesse ancora un altro numero. Dopo avere selezionato l’opzione per parlare con un operatore, che risponde subito, formulo la mia richiesta. Per tutta risposta, mi ridà il numero che in precedenza era stato dato a mia moglie.
A questo punto gli faccio presente che a quel numero non risponde nessuno. “Che non risponde nessuno lo sta dicendo lei”, mi dice e penso tra me e me “e chi mia nonna buonanima”. Quindi chiedo ulteriormente se ci sono orari per raggiungerli. Mi conferma che quel numero di telefono è attivo sino alle 20, erano le 16 quindi era attivo. Ribadisco che non risponde nessuno, lui infastidito mi saluta e chiude la telefonata mentre io stavo ancora parlando. Non commento, che è meglio, sull’educazione del “risponditore” perché anche i modi di interloquire con altri soggetti, fanno parte del bagaglio educativo della persona.
Prendo il computer è faccio una ricerca, scopro che sul sito del Comune di Palermo, c’è la possibilità di saperne di più. In effetti è vero. C’è anche la possibilità, inserendo la targa della propria autovettura in un apposito form, di sapere se ci sono sanzioni in sospeso.
Dopo avere inserito il dato, la risposta è stata che a mio carico non risulta nessuna pendenza. Giustifico questo dicendomi che ancora non sono state inserite le infrazioni fatte nella mattinata, ci può stare.
Allora che fare? Decido di soprassedere e di cercare di riposare un po’, ma non ci riesco, dopo mezzora riprendo il computer e faccio una ricerca più approfondita. Ah, menticavo, sul sito ufficiale non riesco a reperire nessun altro numero di telefono della Polizia Municipale se non quello del centralino.
Allora ricerco una pec a cui scrivere, e stranamente e direi per un colpo di c…, trovo sul sito dell’IPA (Indice delle Pubbliche Amministrazioni) oltre alle varie pec del corpo di Polizia Municipale un altro numero di telefono.
Lo compongo, sperando che fossi la vorta bona.Mi risponde la segreteria del Comandante, un gentile signore – nulla che fare con quell’individuo del centralino – a cui pongo il mio quesito. Mi chiede di attendere un attimino in linea per informarsi. Così, finalmente, dopo un po’ ottengo la risposta: devo pagare entro 30 giorni, 60,90 euri per l’infrazione che ho commesso (art. 158 del codice della strada).
Finalmente mi rilasso, e rifletto ma che bella giornata, peccato che fuori piova, e meno male che oggi non era venerdì 17 per fortuna.
Morale: se hai il c… di trovare, anche al telefono, persone educate e competenti – dovrebbero essere tali quelle che prestano servizio rispondendo al cittadino – anche se hai beccato la multa, tutto può risultare più leggero, meno fastidioso e, soprattutto, non farti prendere da un attacco di abbili.
Buon weekend a tutti!