Il 10 febbraio è il “Giorno del Ricordo” dedicato alle vittime delle Foibe e al massacro che si consumò in due ondate storiche (autunno del 1943 e primavera del 1945) nelle ex Province italiane in terra jugoslava: territori storicamente contesi, etnicamente misti, che divennero teatri di violenze, negazioni identitarie, tensioni e processi di repressione.
Lunedì 10 febbraio, Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe, la Lega di Palermo deporrà alle ore 17 dei fiori, presso il giardino intitolato ai martiri delle foibe, in via Ludovico Bianchini nel quartiere San Filippo Neri (Zen).
L’iniziativa è organizzata dal gruppo consiliare della Lega di Palermo, dalla segreteria provinciale e dal gruppo di lega giovani.
All’evento parteciperanno Igor Gelarda, capogruppo Lega Palermo e Antonio Triolo commissario Provinciale che dichiarano: “è doveroso da parte di tutti i cittadini italiani, da Torino a Bolzano, da Palermo a Vibo Valentia, ricordare questi italiani vittime della follia e della crudeltà di Tito e dei suoi comunisti. Ricorderemo non solo le migliaia di innocenti, tra cui donne, bambini e anziani, che furono massacrati brutalmente dal 1943 in poi, ma anche i quasi 300 mila profughi Giuliani, Dalmati e Istriani costretti a lasciare le proprie case per sempre. Non possono e non devono esistere morti di serie b, come è accaduto fino a qualche anno fa proprio con i martiri delle Foibe, vittime di un vero è proprio genocidio teso a sterminare il popolo italiano in quelle zone. Oppure, in altri contesti, non si può non tenere vivo il ricordo di vittime di altri genocidi come quello dei nativos d’America o degli Armeni”.
“La lega – concludono Gelarda e Triolo – non dimentica e ci tiene a deporre un mazzo di fiori e recitare una preghiera per ricordare chi pagò con la vita il solo fatto di essere nato italiano”.
Un’altra iniziativa è organizzata invece da Fratelli D’Italia con un incontro che avrà luogo sempre lunedì 10 febbraio, alle ore 17.30, in via Gabriele Bonomo 4 a Palermo. Interverranno Giuseppe Crivello, vice presidente del consiglio di Santa Flavia; Gianluca Rizzo, relatore ‘Il settimanale di Bagheria’; Gino Zambiasi, presidente ANVGD (associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia); Giorgia Goorner Enrile, vice presidente ANVGD; Francesco Scarpinato, coordinatore cittadino FdI; Raoul Russo, coordinatore provinciale FdI; on. Carolina Varchi deputato nazionale FdI.
Per il giorno del ricordo al Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” di Palermo si inaugura, lunedì 10 febbraio, alle ore 17, la mostra Foibe di Sharon Ritossa. Un progetto espositivo in una chiave tutta contemporanea: tra le sale del primo piano trova posto, con un inedito allestimento studiato ad hoc e una nuova produzione video, l’articolata ricerca dell’artista sulle Foibe, vicenda a lungo dimenticata, spesso negata o ideologizzata, non sufficientemente capita e restituita a una corretta dimensione storica e culturale. Il numero delle vittime – diverse migliaia – è tutt’ora incerto e difficilmente calcolabile, tra dispersi, cadaveri senza nome, resti rinvenuti e corpi perduti nell’oblio della storia.
Sharon Ritossa sceglie di affrontare il tema dal punto di vista del paesaggio e dell’esplorazione geologica, indagando – attraverso l’obiettivo fotografico e con l’ausilio di un drone, secondo varie angolazioni prospettiche – 18 delle 33 foibe oggi documentate. Un approccio in qualche modo freddo, rivolto alla natura dell’aspro territorio carsico, che fu testimone muto di una strategia dell’orrore messa in atto dal regime comunista nei confronti degli oppositori: moltissimi italiani, fascisti e anche antifascisti ostili a Tito, e poi croati, sloveni, tedeschi. Gettati, vivi o morti, nelle fosse scavate per millenni dai corsi d’acqua sotterranei.
L’inaugurazione sarà preceduta da un talk dal titolo “Foibe, l’eccidio invisibile. Indagini tra paesaggio e potere”. Introduce Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico Salinas; intervengono: Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Helga Marsala, curatrice della mostra, Sharon Ritossa, artista e Ignazio Buttitta, docente universitario e antropologo.
Sharon Ritossa, triestina di origini istriane, classe 1987, laureata in Lettere e filosofia alla Sapienza di Roma, si è specializzata poi in Fotografia all’Isia di Urbino con una tesi sull’esodo giuliano-dalmata, ricerca compiuta in collaborazione con l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata.
Da qui nasce il ciclo “Foibe”, racchiuso nel 2016 in un prezioso libro d’artista prodotto durante una residenza a Fabrica, il centro di ricerca per la comunicazione di Benetton group. I testi sono scritti in più lingue, in riferimento alla natura multietnica di quei territori e dello stesso sterminio consumatosi contro le popolazioni: oltre che inglese, italiano, croato, sloveno, tedesco.