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Luigi Mirto, con le sue foto in bianco e nero, approda a New York

Palermo, 28.5.2014 – Ancora una volta un artista siciliano della fotografia travalica l’oceano. Luigi Mirto, architetto fotografo monrealese, partecipa all’EXPOSURE Photography Competition New York City Award e, prima, supera le selezioni tra 12.500 concorrenti, con circa 40.000 fotografie in concorso, rientrando tra i primi 100 finalisti e poi, in finale, si classifica tra i primi 10 migliori fotografi del contest. Il fotografo, che di professione fa l’architetto, ha realizzato tante mostre in Italia ma non è nuovo a esperienze d’oltre oceano. Ha già esposto a New York ma anche a Chicago e a San Paolo del Brasile.

Per conoscere meglio il fotografo, lo abbiamo incontrato e gli abbiamo posto alcune domande:

D. Ciao Luigi, come ci si sente ad essere uno dei 10 classificati nella categoria bianco e nero in un prestigioso premio come quello di New York?

R. “Sono soddisfatto e nel contempo sorpreso di avere sbaragliato la concorrenza delle migliai di fotografi. E’ stato un grande traguardo l’avere superato la prima selezione per entrare a far parte dei primi cento fotografi. Poi, quando poi mi hanno comunicato di essere stato tra i 10 vincitori nella categoria bianco e nero ed avere visto le mie foto pubblicate vicino a grandi fotografi di tutto il mondo, ho realizzato che quello era un grande successo. Inizialmente, quando ricevetti l’email dall’organizzazione con la quale mi invitava a patecipare al“L’EXPOSURE Photography Competition New York City Award” visto, a detta loro, il successo della mia precedente esposizione all’International Museum Gallery of Photography di New York, decisi di partecipare senza alcuna pretesa considerato il numero di concorrenti che la manifestazione vanta.”

D. hai mai pensato di abbandonare – fotograficamente – la Sicilia ed approdare in altri stati per arricchire il tuo portfolio?

R. “Abbandonare no, questo mai! Fare delle esperienze diverse e preparare dei lavori in paesi diversi, si! In Sicilia abbiamo un patrimonio artistico fotografico che tutti ci invidiano, una cultura antropologica, sociale che non si trova in nessun altro paese. La gente, il loro modo di fare, le loro espressioni, il loro pensiero, le abitudini, i costumi la cucina, ed altro….sono un patrimonio inestimabile a cui c’è sempre da attingere.”

D. Le tue foto più premiate sono in bianco e nero e ritraggono volti, spesso, tristi. Questa è un’emozione che ricerchi nei soggetti che fotografi?

R. “Non cerco la tristezza ma ricerco quelle espressioni dalle quali emerga la ‘storia della vita dell’essere umano’. Tempo fa, realizzai un reportage titolato “Vite vissute,…vite abbandonate” in cui ritraevo persone che sono state, quasi o totalmente, abbandonate dalla società, allontanate dai loro cari, internati negli ospedali psichiatrici, che vivevano per strada, in luoghi inimmaginabili. Quelli sono i volti in cui si legge la drammaticità della loro esistenza, il dolore nel continuare a vivere una vita distrutta lontano da tutti ai limiti della dignità di essere umano. Nei miei ritratti cerco di ‘descrivere, ricercare, carpire, catturare’ la più intima espressione dei soggetti, il loro umore, il loro stato d’animo, il loro pensiero, le loro paure, i sentimenti il tutto coreografato dalla normalità che li circonda senza alterare i luoghi o le luci. Non uso flash o pannelli riflettenti, non costruisco set tutto deve essere reale, con le profonde penombre, con quelle luci naturali che si trovano nei luoghi e che riescono a caricare l’immagine di quell’atmosfera ai limiti del surreale.”
D. Ci siamo abituati a vederti premiato in concorsi di fotografia e, ultimamente, anche nel prestigioso concorsi di poesia “Alda Merini”, hai altre passioni?
R. “Ho tante altre passioni sempre nel campo artistico: disegno a china e con acquerelli, pittura, scultura, modellismo, ceramica. Cerco di fare tutto mettendoci tanta passione. E’ stato bello anche cimentarmi nell’esperienza poetica. Ho sempre associato alle mie immagini, dei versi che accompagnano il titolo e la storia del soggetto ripreso, che ne sottolineano e ne evidenziano lo stato d’animo raccontandone la storia. In pratica, utilizzo i versi come tramite per coinvolgere lo spettatore ad immedesimarsi nelle sensazioni del soggetto ripreso.”
D. Progetti futuri?

R. “Moltissimi. Sto lavorando alla realizzazione di nuovo reportage che spero possa coinvolgere sempre più i sentimenti degli spettatori. Presto, presenterò un’esposizione di fotografia macro a colori ed un lavoro di ricerca dei paesaggi siciliani interpretati secondo il mio stile rigorosamente in bianco e nero.”
Ninni Ricotta

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