L’associazione MusicaMente nell’ambito delle iniziative natalizie propone lo spettacolo “Luci e ombre dell’umanità di Calderon de la Barca”, per la regia e drammaturgia di Gianfranco Perriera e con le musiche di Paolo Rigano. Lo spettacolo andrà in scena il 5 gennaio, alle 21, al Teatro Marcello Puglisi di Piazza San Marino (adiacente alla chiesa Mater Ecclesiae) a Palermo, ingresso libero.
Protagonisti saranno gli attori Enrico Stassi, Dario Frasca e Silvia Di Giovanna. Le musiche saranno eseguite da Paolo Rigano alla chitarra barocca e arciliuto, Cinzia Guarino al clavicembalo, Marco Lo Cicero alla viola da gamba. Le musiche che accompagneranno lo spettacolo saranno il fandango di Gaspar Sanz, la follia di A. Martin Y Coll, “J pues me desdeñáis” di Marin Ojos, “Vaja pues rompendo l’aire” di Sebastian Duron e Recercada prima di Diego Ortiz.
Lo spettacolo ruota attorno alla rutilante e musicalissima poesia del principale autore del siglo de oro che, è sempre stata, insieme, un inno appassionato alle apparenze del mondo e un avvertimento preoccupato del loro potersi rivelare crudeli e malevole. Sfogliando le pagine dell’opera di Calderón, questo progetto si propone di trasmettere
i valori essenziali del Natale, come la redenzione, la grazia divina e la complessità dell’esperienza umana, in un formato che combina la profondità filosofica e spirituale del teatro e della musica con la sacralità intrinseca della stagione natalizia. Tutto può essere un ingannevole sogno – pare suggerirci – ma proprio nel sogno si disvelano le profondità dell’animo umano. Il fascino del desiderio può condurre gli umani alla perdizione così come il privarsene può relegarli in un’asfittica depressione. In tal senso Calderon de la Barca, come tutta la grande arte barocca, risulta straordinariamente attuale. In un tempo sempre più affatturato dal virtuale e dal mito del successo, in un’epoca di inarrestabile profluvio delle immagini e di dissoluto uso delle fake news, in un periodo in cui l’abbaglio del visivo tende a ridurre lo spazio per la concentrazione, Calderon de la Barca diventa, con la potenza immaginifica delle sue parole, un’importante cartina al tornasole per interpretare l’attualità. “O leggiadra, e composta, tu sei lo stupore del mondo”, scriveva Calderon de la Barca. Allo specchio dell’Autore (del mondo e della piéce, nella vertiginosa metafora del drammaturgo) si presentavano, allora, essenze e personaggi: provavano a praticare la virtù o almeno vi aspiravano e tante volte la sbugiardavano o la fingevano; esecravano i vizi, e, altrettante volte, li mascheravano o vi indulgevano, con più o meno disinvolta ipocrisia. Allo specchio delle vetrine social, ai nostri giorni, gli umani o i loro avatar espongono e rimirano il loro fascino e i loro timori, le loro ansie e le loro brame. Come quella attuale, anche l’epoca barocca era un’epoca della fascinazione dello sguardo: lo sfavillio ammaliante delle cose celebrava la bellezza ma insieme si faceva accattivante esperienza sensibile e seducente sirena dei desideri. Come in quella attuale, anche in epoca barocca il deus appariva absconditus e il mondo vero diventava favola e la favola mondo vero – come predisse Nietzsche sul finire dell’ottocento – gettando i mortali nel labirinto dell’incertezza, tra vertigine della catastrofe e speranza di salvezza. Un concerto per strumenti e voci recitanti, sulle parole di Calderon de la barca, diviene quindi un’occasione di riflettere sui nostri tempi attraverso lo splendore ammaliante dei suoni e delle apparizioni.