Dalle coste dell’Africa al Teatro Biondo di Palermo, dopo aver attraversato la furia del Mediterraneo sopra barconi fatiscenti. È questa la storia a lieto fine dei minori stranieri non accompagnati della Scuola di Lingua italiana per Stranieri ItaStra che ieri pomeriggio hanno debuttato in uno dei teatri più importanti della città con il loro spettacolo “Echi della lunga distanza”. Pubblico accalcato per un tutto esaurito che premia mesi di lavoro sul campo soprattutto della didattica e della formazione. Ospite speciale della giornata, Giovanni Ruffino, studioso di fama internazionale di lingua e dialetti e fondatore dell’Atlante Linguistico della Sicilia, che ha ricevuto la medaglia di Benemerito dell’Ateneo di Palermo.
Non a caso, la giornata è stata intitolata “Ascoltare – La città, i nuovi venuti, i Maestri”, a voler sottolineare la virtuosità del dialogo, una sorta di filo conduttore, tra generazioni in apparenza tanto lontane e diverse per esperienze di vita. Il tutto nella cornice dell’inaugurazione del nuovo anno accademico del dottorato di ricerca in “Studi letterari, filologico-linguistici e storico culturali” del Dipartimento di Scienze Umanistiche. Momenti di teatro, parola ed emozioni scanditi dalla musica e dalla voce di Francesco Giunta.
Nello spettacolo “Echi della lunga distanza”, regia di Yousif Latif Jaralla, con le foto di Antonio Gervasi e la musica di Riccardo Palumbo, i ragazzi e le ragazze migranti hanno dato voce alle esperienze vissute dai loro coetanei, incontrati tra i banchi di ItaStra, per raggiungere le coste dell’Italia da soli, senza famiglia. E la platea, i palchi e la galleria del teatro si sono riempiti di un pubblico variegato: ragazzi migranti che, come loro, hanno vissuto esperienze molto simili, donne straniere con i loro bambini in braccio, studenti cinesi, studenti UniPa, tirocinanti, ragazzi provenienti da tutto il mondo e che seguono i corsi di lingua italiana della Scuola ItaStra. E poi ancora insegnanti, docenti universitari, rappresentanti dell’amministrazione comunale (il vicesindaco Emilio Arcuri e gli assessori Catania, Evola e Ciulla) e dei vertici del mondo accademico. Accanto al neo rettore Fabrizio Micari, anche i due già rettori Roberto Lagalla e Giuseppe Silvestri.
E poi ancora tanti operatori delle comunità della città che accolgono questi giovani, associazioni che si muovono nel sociale, semplici curiosi, appassionati di teatro. Allo spettacolo hanno anche assistito oltre venti scrittori e poeti: sararanno loro a compiere il prossimo passo per l’inclusione linguistica e sociale dei minori. Infatti, dopo aver assistito allo spettacolo, prenderanno carta e penna per mettere nero su bianco le emozioni e le sensazioni provate. Creeranno quindi un testo che sarà pubblicato in antologia sul tema dell’immigrazione a cura di ItaStra. Scopo dell’iniziativa è quello di continuare a narrare le storie di mobilità determinate dalle depressioni e dagli squilibri globali, ma anche quello di continuare a farle ascoltare. Subito dopo lo spettacolo, la consegna del titolo di Benemerito dell’Ateneo di Palermo a Giovanni Ruffino al culmine di una carriera lunga quarant’anni. A consegnare la Medaglia è stato il rettore Fabrizio Micari e l’importanza del momento è stato sottolineata anche dall’intervento del predecessore di Micari, Roberto Lagalla. Prima del conferimento di questo importante titolo, hanno preso la parola il linguista Tullio Telmon con un intervento dal titolo “Il dialettologo in ascolto: Scuola, società, territorio” e Franco Lorenzoni della Casa laboratorio di Cenci che ha parlato della” Fatica del rompere le distanze”.
A conclusione della tanto partecipata manifestazione, UniCredit ha donato 25 suoi computer che sarebbero stati dismessi alle comunità di accoglienza. Per l’occasione, i pc sono stati rimessi a nuovo e sono tornati totalmente funzionanti.