Il Comune di Palermo, insieme ad altri 15 comuni italiani, aderisce al progetto “LGNetEA – Rete dei Comuni per una rapida risposta e servizi per l’inclusione d’emergenza in aree urbane svantaggiate” al fine di affrontare e risolvere i fenomeni emergenziali originati dalla presenza, sul territorio nazionale, di migranti non integrati da un punto di vista abitativo, lavorativo e sociale. In maniera strategica, co-finanziano il progetto l’Unione Europea, il Ministero dell’Interno (Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione) e ANCI (sistema dei Comuni italiani), Cittalia e ANCIComunicare, uniti per ridefinire un modello innovativo che valorizzi la centralità del welfare e favorisca una rete di sistemi su scala nazionale e locale. Tre gli ambiti di azione del progetto: reperimento e predisposizione di abitazioni o dimore temporanee; attuazione di interventi psico-socio-legali; realizzazione di progetti di impegno civico (civic engagement).
Il Comune di Palermo ha focalizzato il progetto LGNetEA su interventi di “Fast track housing inclusion” per garantire l’autonomia abitativa dei giovani migranti presenti sul territorio. A settembre 2021, in collaborazione con l’Agenzia per la casa, sono stati messi a disposizione i primi appartamenti in favore di 45 beneficiari. Ad oggi sono circa 60 i ragazzi inseriti in un percorso di accompagnamento all’abitare, che prevede anche l’erogazione di un contributo all’affitto e al pagamento delle utenze, e azioni di mediazione, supporto psicologico, formazione e cittadinanza.
“LGNetEA è un progetto speciale – afferma Maria Mantegna, Assessore alla Cittadinanza solidale del Comune di Palermo – perché si incastona in un progetto complessivo rispetto ai bisogni di questi ragazzi che hanno completato la loro permanenza nei centri di accoglienza, hanno raggiunto piccole, grandi o medie autonomie lavorative, e hanno la necessità non solo di essere accolti, ma anche di poter sostare nella città perché hanno scelto di rimanere qui. Il tentativo, attraverso punti snodo presenti nella città, è stato quello di accompagnarli all’autonomia abitativa attraverso la possibilità di affittare una casa, trovare un alloggio in autonomia, avviare veramente quel tanto auspicato processo di emancipazione, ed evitare che questi ragazzi, uscendo dalle comunità, si ritrovino in una situazione a rischio, ancora una volta, di marginalità, quindi il processo inclusivo è proprio l’obiettivo fondamentale del progetto nella sua interezza. Accompagnamento, sostegno, dialogo, e possibilità di aiutare questi ragazzi a sistemarsi in un contesto, in un territorio e cominciare anche a dialogare con il territorio e la comunità ospitante. Un processo che speriamo nel futuro di valorizzare”.
“Il punto di forza del progetto – aggiunge l’Assessore Mantegna – è stato quello di avere l’obiettivo di rendere autonomi i ragazzi soprattutto nell’aspetto dell’abitare, e dare dignità all’abitare. Perché dopo aver studiato, lavorato, avuto del tempo libero all’esterno, avere un luogo sicuro dove stare, avere la casa, dà dignità alla persona. Quindi credo che questo sia l’aspetto fondamentale, soprattutto nella presa in carico e nell’accoglienza di giovani e giovanissimi che si affacciano alla vita con una speranza nuova. LGNetEA è un progetto importante, innovativo e aderente alla realtà e ai bisogni dei giovani. Sono quasi 60 i ragazzi che hanno partecipato a questa progettualità e speriamo che si possa sviluppare anche con percorsi diversi ma in un sistema di accoglienza a 360 gradi rispetto ai bisogni più profondi di ciascuno di loro”.
Sul futuro del progetto oltre la fine del finanziamento, l’Assessore sottolinea: “Il servizio proseguirà nella misura in cui proseguirà nella nostra città un imperativo, che è quello dell’accoglienza. La nostra città offre tanti servizi per chi arriva e cerca un porto sicuro, ma soprattutto un luogo sicuro dove poter vivere e abitare. Abbiamo un terzo settore, una Consulta delle culture, e quindi una grande capacità di accoglienza che si trasforma poi in offerta di servizi. Abbiamo servizi psicologici, anche in raccordo con l’Azienda Sanitaria, per dare sostegno soprattutto a quei giovani che hanno fatto dei viaggi molto difficili e hanno subìto anche dei grossi traumi, e quindi anche in quel caso c’è la possibilità di percorsi di accompagnamento e di sostegno psicologico per il superamento del trauma. Insieme a un accompagnamento anche al poter stare nella città in una dimensione di accoglienza a 360 gradi. Perché essere sradicati da un paese e dalle relazioni familiari è qualcosa di molto forte e dobbiamo mettere in moto tutte le energie possibili per fare in modo che i ragazzi possano stare bene e trovarsi bene nella nostra città”.
Il progetto LGNetEA, che coinvolge 16 comuni italiani, Bologna, Bolzano, Caserta, Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trieste insieme ad ANCI Liguria, Azienda Servizi Sociali di Bolzano e Azienda Comunale per la Tutela Ambientale di Potenza, è co-finanziato dall’Unione Europea con la linea di finanziamento delle Misure Emergenziali del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI), direttamente gestita dalla Commissione Europea con l’obiettivo specifico “di prendersi cura delle persone per prendersi cura delle città”.
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“L’esperienza realizzata in questi due anni, a dispetto delle difficoltà attraversate durante la pandemia, è la prova provata di quello che Anci va ripetendo da anni ai vari governi: ascoltate i Comuni, date loro delle risorse con una interlocuzione diretta, e loro si sapranno organizzare con una regia centrale arrivando a conseguire risultati concreti sul versante dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti”. Lo ha sottolineato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, intervenendo al convegno finale del progetto LGNetEA. Il progetto, co-finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea nell’ambito delle Misure Emergenziali, è stato realizzato grazie a un partenariato strategico che ha visto operare insieme il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione in qualità di capofila e il sistema dei Comuni italiani rappresentato da ANCI, Cittalia, ANCIcomunicare, da sedici Comuni di medie e grandi dimensioni e da tre enti strumentali.
“Nell’emergenza attuale per l’Ucraina, così come già accaduto per quella afghana, i Comuni si sono fatti trovare pronti e questa esperienza dai risultati tangibili che presentiamo oggi – ha aggiunto Biffoni – ha ampiamente superato il suo stress test sul campo. Il nostro auspicio è che questo modello ora esca dalla sua fase di sperimentazione e diventi una modalità ordinaria e strutturale. Ci auguriamo che da questa esperienza venga fuori un modello che – ha concluso il delegato Anci – con le risorse nazionali gestite dai Comuni con la regia dell’Anci diventi patrimonio condiviso di tutto il sistema”.
Soddisfazione per i risultati di LGNetEA è arrivata anche dal prefetto Mara Di Lullo, Direttore Centrale per le politiche migratorie – Autorità Fondo Asilo Migrazione e Integrazione del Viminale. “Da quando siamo partiti con il progetto, le condizioni sul campo sono molto cambiate, ma, malgrado ciò, siamo riusciti a vincere la sfida migliorando lo standard dell’accoglienza e del welfare garantito agli immigrati che si trovano a vivere condizioni di marginalità sociale”.
“L’obiettivo del progetto è stato sintetizzato sin dall’inizio nello slogan che ha accompagnato le attività sul territorio: ‘prendersi cura delle persone, per prendersi cura delle città’: una modalità nuova di considerare il fenomeno dell’immigrazione, che attraverso percorsi specifici di inclusione e integrazione, diventa opportunità di crescita e sviluppo per l’intera comunità”, commenta da parte sua il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che sottolinea i risultati raggiunti.
“In totale sono state create o rafforzate 13 unità di strada, attivati 8 centri servizi (one-stop-shop) e costituite 15 equipe multidisciplinari per la presa in carico emergenziale. Le unità mobili hanno effettuato circa 1300 interventi e gli one-stop-shop hanno preso in carico quasi 1000 utenti. Sono stati messi a disposizione 730 posti letto e quasi 1000 migranti hanno potuto beneficiare di un sostegno abitativo, mentre nell’ambito delle attività di integrazione e di impegno civico sono state costituite 20 squadre che hanno realizzato attività di volontariato per un totale di quasi 5500 ore. Ecco perché – conclude Decaro – ci auguriamo che il modello LGNetEA possa essere replicato su più vasta scala e inserito dentro gli obiettivi strategici della programmazione europea”.