Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata da Giovanni Moncada, Presidente dell’Associazione Comitati Civici Palermo, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, per il conferimento degli oli domestici
“Dal mese di aprile di quest’anno noi cittadini normalmente civili non abbiamo più avuto la possibilità di conferire negli appositi contenitori l’olio proveniente dall’uso domestico.
Dopo l’intensa opera di sensibilizzazione da noi svolta e la diffusione delle mappe ove potere andare a depositare questo rifiuto, altamente inquinante per l’ambiente, grande è stato il nostro disappunto nel constatare la scomparsa dei serbatoi da tutte le postazioni conosciute. Nonostante la richiesta di informazioni inoltrata via e mail, noi cittadini non abbiamo ricevuto alcuna indicazione su dove e come smaltire l’olio esausto.
Sappiamo bene che l’olio di frittura usato non è, al contrario di quanto si potrebbe pensare, biodegradabile e organico. Se viene disperso tramite gli scarichi e le fognature di casa, va ad inquinare l’acqua impedendo ai raggi solari di penetrare causando ingenti danni all’ambiente. Basta anche un solo chilogrammo di olio di frittura esausto per rendere non potabile l’acqua delle falde, arrecando gravi danni anche al funzionamento dei depuratori. L’olio di frittura non può essere poi utilizzato come concime per le piante perchè, oltre a penetrare nel terreno e inquinare le falde, impoverisce il terreno dei microorganismi necessari per la vita delle piante stesse.
Per legge gli oli esausti devono essere raccolti e trattati da Consorzi.
Come si fa a parlare di raccolta differenziata nella quinta città d’Italia se manca completamente la possibilità di raccogliere a norma di legge un’intera categoria di rifiuti?
Per questo motivo ci preoccupa e ci indigna la mancanza di informazioni ed il mancato ripristino dei contenitori scomparsi da oltre sei mesi dalle postazioni conosciute. Inoltre, da un rapido calcolo, evidenziamo l’inadeguatezza del numero dei contenitori fino ad aprile 2017 utilizzati per questo scopo, visto che una popolazione di 700 mila abitanti, in media 175 mila famiglie, in base agli studi di settore consuma presuntivamente 50 litri di olio all’anno per nucleo familiare (12 Kg annui pro-capite). Occorre incrementare notevolmente il numero delle postazioni da distribuire nei vari quartieri della città, per consentire un corretto smaltimento di questo rifiuto, pericoloso per l’ambiente e per le falde acquifere, come sopra sottolineato.
La mancanza dei contenitori, oltre all’assoluta carenza di informazioni, induce il cittadino ad assumere comportamenti non in linea con quelli delle città più “virtuose” nel campo della raccolta differenziata, scoraggiando il cammino verso una normalizzazione dei comportamenti prescritti, oggetto di leggi e regolamenti assai severi, dettati soprattutto dalla Comunità Europea.
Pretendiamo risposte in tempi brevi dal Sindaco, amministratore di questa città, al fine di consentirci di compiere il dovere di cittadini civili, già penalizzati dalla scarsa percentuale di raccolta differenziata nella nostra città, ben lontana dagli standard delle altre città italiane e che ci espone a pesanti sanzioni economiche da parte della Comunità Europea, con inevitabili ricadute sull’importo della Tari.“